Federica Pasqualetti

mi chiamo Federica... studio archeologia medievale a Parma e scrivo da sempre... un fanatico vizio di spargere inchiostro... adoro la poesia adoro l'arte adoro le immagini adoro il nero e per questo scrivo...
spero vi piaccia questo piccolo racconto breve che ho scritto un giorno...pioveva...

LO SPIONCINO

Smith, si chiamava così.

Era un esile impiegato di una piccola banca, ordinato e gentile; il "buon vecchio sciocco Smith" per gli amici, pochi in verità e un marito perfetto per la moglie, una piccola donnina irosa, che lo poteva schernire incontrastata per qualsiasi suo cruccio senza ottenerne cenno.

Viveva in un mediocre appartamento, in un piccolo condominio all’antica, silenzioso, e aveva una porta, con un piccolo spioncino che guardava sulle scale.

Ma al piano di sopra non abitava nessuno.

Lui, come avrete ben capito, viveva una vita immobile e noiosa, che andava da un lavoro inappagante ad una moglie odiosa, da amici fasulli a se stesso, ucciso da tutto ciò che gli era intorno.

Anche se non si vedeva, lo era, frustrato, eccome….e ormai questa psicosi gli era entrata come un tarlo logorante nel cervello.

Forse se ne voleva liberare….

Ogni venerdì, sua moglie, andava in un noioso circolo di sole donne pettegole, e lui, da solo, con quell’inutile se stesso, un vigliacco che non sapeva reagire, si metteva davanti al suo spioncino, la porta delle sue illusioni e dei suoi sogni, e guardava, guardava, guardava quelle scale…

Era come una droga, una follia che si era annidata nel suo animo: vedeva così se stesso arrivare dalle scale con mille donne diverse e salire al piano di sopra; si vedeva arrivare con cento libri nelle mani…

Vedeva se stesso salire da quelle scale in migliaia di modi diversi, quei mille modi che non aveva mai provato.

L’ultimo venerdì del mese, guardò dal suo spioncino e vide un uomo, tra l’altro che gli assomigliava molto, che saliva le scale e se ne andava al piano di sopra.

Si chiamava Pope.

Smith continuò a guardare dal suo spioncino ma non vedeva più se stesso, ma Pope che saliva le scale.

Un giorno, uno di quegli amati venerdì, apri’ lo spioncino ed ecco, il nuovo inquilino…..

BUM

Addio inquilino.

Così la finirai di uccidermi le illusioni.