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John
Zerzan è probabilmente il nome più noto del movimento di ecologia
radicale d'oltreoceano. Il suo nome è spesso associato agli scontri di
Seattle e al caso Unabomber, ma le sue riflessioni si spingono ben oltre. Secondo il suo pensiero, fondato su solide basi scientifiche, con la "rivoluzione neolitica" l'umanità ha preso una piega distruttiva. All'originaria unione con il mondo si è sostituito l'imperativo dello sfruttamento delle risorse e dell'accumulazione dei beni. Nella logica dell'addomesticamento si sono chiusi gli animali nei recinti, i vegetali nelle serre e gli umani nelle città. Questa logica sta spingendo il pianeta verso l'esaurimento delle risorse e un imminente collasso. Lontani da un semplice profetismo catastrofista, gli scritti di Zerzan prefigurano un futuro primitivo e antiautoritario tutto da inventare: vivere senza gerarchie e dipendenze, nel ritrovato abbraccio tra umanità e natura. In questa intervista l'autore, che si definisce anarchico-primitivista, spiega in termini molto semplici le linee guida del suo pensiero. |