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JEFFERY DEAVER

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Jeffery Deaver, statunitense, ex avvocato ed ex cantante, vincitore di due premi "Ellery Queen", è stato definito da Times il più grande autore di thriller dei nostri tempi. Ora lavora come scrittore a tempo pieno, collaborando occasionalmente con la televisione americana. Ed è sicuramente uno degli autori di maggior successo nel mondo, grazie al suo rigore, alle emozioni che suscitano i suoi personaggi, buoni e cattivi che siano, e ai colpi di scena che animano i suoi romanzi. Jeffery Deaver viene spesso in Italia a p
resentare i suoi romanzi, editi da Sonzogno. Mentre l'autore giunge nel nostro paese per presentare il suo nuovo libro, Il giardino delle belve, Mondonoir vi propone il suo intervento alla Libreria del Giallo di Milano dell'estate 2003.


PROFONDO NOIR

Perché scrivere gialli?
L'aspetto comune a tutti gli scrittori di gialli è che raccontano storie. Ci sono molti scrittori che non lo fanno. Possono creare un'atmosfera suggestiva, possono dare vita a personaggi umani e affascinanti, ma non raccontano una storia. E per "storia" intendo una vicenda imperniata su un conflitto costruito con molta attenzione, una vicenda che coinvolge esseri umani che impariamo a conoscere e cui ci affezioniamo. Una storia si conclude con la risoluzione del conflitto.
Sono cresciuto leggendo letteratura di ogni genere: fantascienza, per esempio, come i libri di Ray Bradbury, Robert Heinlein, Edgar Rice Burroughs… Tutti autori che si preoccupavano di trasmettere un racconto. È qualcosa che risale agli scrittori greci e latini, alla tradizione orale della narrazione. C'è qualcosa dentro alle persone che fa sì che si innamorino istintivamente delle storie. Anche quando leggo opere di alta letteratura, non riesco a interessarmi se non si racconta una storia. La letteratura sperimentale può essere brillante ed estremamente creativa, con lampi di introspezione, ma fine a se stessa se viene a mancare la storia.

Com'è il rapporto coi lettori?
Al lettore possono non piacere alcuni aspetti del libro, troppa violenza o troppo poca, la perdita di qualche personaggio simpatico nel corso della storia. Ma uno scrittore non deve mai deludere il lettore su questioni importanti. Dobbiamo scrivere un libro con la certezza che sarà emozionante per il lettore.
Bisogna giocare onestamente. C'è un'enorme differenza tra ingannare e imbrogliare, tra distogliere l'attenzione del lettore e barare. Se non si vede l'assassino fino alla scena finale, non c'è modo per il lettore di individuarlo: questo è barare. Se si crea invece un cattivo che figura come una brava persona, otteniamo due obiettivi: il lettore pensa di avere capito chi egli sia, ma rimane sorpreso nello scoprire qualcos'altro. Alla fine sappiamo qualcosa su di lui che ci fa comprendere come questi sia l'assassino.

Qual è la psicologia dell'assassino?
Credo che all'interno di tutti noi ci possa essere un elemento di tenebra. Ma ciò che separa un adulto razionale da un assassino è una sorta di supporto psicologico che ci permette di vedere la differenza tra il bene e il male.
Un assassino, per esempio, può essere pazzo o non esserlo. Per esempio, uno schizofrenico paranoico può uccidere a causa della sua follia, convinto di non fare del male, anzi, del bene. Può essere convinto, poniamo, di punire l'assassino di Lincoln, mentre noi sappiamo che sta colpendo una vittima innocente. E questa è una scelta casuale.
Ma gli assassini più spaventosi sono quelli che sanno di compiere il male e scelgono di farlo, senza essere pazzi. Questo è ciò che mi fa veramente paura. Come Ted Bundy: lo si poteva guardare in faccia senza intuire che fosse un omicida, anche se lui sapeva senza dubbio che si dedicava al male. Questo è quello che cerco di esporre nei miei libri. Dedico la maggior parte del tempo all'elaborazione del cattivo… fondamentalmente perché voglio spaventare a morte i miei lettori.

Come sei diventato… un attore?
Nel marzo 2003 avevo appena cominciato un tour promozionale. Partecipai a un programma della CBS. Il presentatore mi chiese dell'aspetto umano dei miei personaggi. Risposi: "E' molto importante, come lo è nelle soap-opera trasmesse dalla vostra rete." E citai il titolo di una serie in onda sul network.
Proseguii il tour e, mentre mi trovavo in Nuova Zelanda, mi chiamò il produttore di quella serie e mi disse: "Vorrebbe fare la parte di un cadavere nella soap-opera?" Io risposi: "Certo." Pensavo che sarebbe stato divertente. Ma loro cambiarono idea: quanto rientrai dalla Nuova Zelanda, mi trovai davanti a tre volumi di sceneggiatura, con quarantacinque minuti pieni in cui avrei dovuto recitare, cosa che non avevo mai fatto prima d'allora. Mi piace leggere in pubblico negli incontri coi fan, ma non avevo mai recitato prima. Lessi la sceneggiatura e conobbi il personaggio che avrei dovuto interpretare: ero un giornalista ed ero identificato come "il subdolo giornalista". Imparai le mie battute, andai allo studio dove sarebbe cominciata un'intensa settimana di riprese e mi presentai al guardaroba per avere il costume di scena. Guardarono com'ero vestito, controllarono il foglio della produzione e mi dissero: "Ah, lei è il subdolo giornalista. Si già portato il suo costume. Eccellente."
L'ultimo giorno due persone si presentarono sul set. Una ero io, l'altro era lo stunt coordinator. Scoprii che dovevo lottare con un bravo attore, piuttosto robusto, per il possesso di una pistola. Io ero quello che perdeva.
E' stato divertente. Non se se lo rifarei, perché è stato un lavoro impegnativo. Ma è stata una grande esperienza.

Il nuovo libro?
Si intitola Il giardino delle belve e si svolge a Berlino nel 1936. Anche se l'ambientazione è diversa, la struttura è molto simile a quella degli altri miei libri. Si svolge più o meno nell'arco di due giorni, alla vigilia delle Olimpiadi. Nella trama sono coinvolti Hitler, Goering, Goebbels, Himmler e alcuni personaggi di fantasia, sia statunitensi che tedeschi. Ci sono come sempre molte sorprese e molti colpi di scena. Questo romanzo mi ha dato la possibilità di esplorare il male nella sua incarnazione più estrema.


(Copyright Mondonoir 2004)
Si ringrazia La Sherlockiana-Libreria del Giallo, Milano.
Foto: Andrea Carlo Cappi

 

 


LIBRI (edizioni italiane)

La serie di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs
Il collezionista di ossa
Lo scheletro che balla
La sedia vuota
La scimmia di pietra
L'uomo scomparso
(Sonzogno)

Gli altri romanzi
Il silenzio dei rapiti
Pietà per gli insonni
La lacrima del diavolo
Profondo blu
Il giardino delle belve
(Sonzogno)

Antologie
Suspense (a cura di Jeffery Deaver)
Imminente la sua prima antologia personale - (Sonzogno)


LINKS

Jeffery Deaver -  www.jefferydeaver.com
Profondo Blu -  www.thebluenowhere.com