Da quando avevo deciso di mettermi "nella rete" e avevo il mio website e un
e-mail, ero riuscito a trovare nuovi clienti per la mia attività di cacciatore di libri,
detective della carta stampata e cercatore di volumi più o meno introvabili su
commissione, con licenza di cacciarsi nei guai. Francesca Regan aveva saputo della mia attività attraverso Internet e
aveva richiesto una mia prestazione via e-mail. La richiesta era quantomeno singolare:
dovevo recarmi domenica sera, 19 settembre, alle 21.00, in un pub irlandese. Dovevo
presentarmi alla barista, pronunciare una parola dordine e farmi dare una valigetta
colma di libri, che avrei poi dovuto consegnare alla suddetta Francesca Regan alle 21.30,
in un altro pub irlandese. Dietro compenso, s'intende. Sembrava facile. Era
molto sospetto. Mai fidarsi.
E mai rinunciare a un
incarico, coi tempi che corrono.
Avrei dovuto insospettirmi
solo per la scelta del primo locale, il Murphys Law, a me noto per la birra
Murphy che vi veniva servita, ma omonimo della ben nota legge di Murphy, i cui nefasti
effetti sono a tutti ben noti.
Alle 21.00 entrai al Murphys,
mi feci largo tra la folla e raggiunsi il banco del bar per pronunciare la mia battuta.
-Il mio nome è Joyce, James
Joyce- dissi alla barista.
La ragazza forse non aveva mai
letto lUlisse, ma riconobbe la parola dordine e mi consegnò una
valigetta metallica, pesantissima.
Diffidente, mi ritirai in
bagno e laprii.
Niente eroina, niente titoli
di stato al portatore. Niente di sospetto.
Solo le opere complete,
appunto, di James Joyce.
Confortato dalla certezza di
non compiere niente di illegale, mi incamminai verso la metropolitana. Mentre scendevo
nella stazione SantAgostino, ebbi la sensazione di essere seguito.
Ero seguito.
Da un tale coi capelli rossi e
gli occhiali.
Appena arrivò il treno, mi
ritrassi, lasciando che gli altri passeggeri uscissero ed entrassero. Allultimo
momento, schizzai all'interno del vagone, mentre il mio inseguitore restava chiuso fuori
come un imbecille.
Un punto a mio favore.
Riflettendo sul misterioso
episodio, passai dalla Linea Verde a quella Gialla e raggiunsi la mia destinazione.
Quando arrivai di fronte al
pub in cui avrei dovuto consegnare la valigetta, un individuo vestito di nero mi si
avvicinò. Non ero stato abbastanza bravo ed evidentemente mi ero tirato dietro un altro
pedinatore.
-OK- disse l'uomo in nero.
-Dammi la valigetta e indicami il tuo contatto.
Indossava un impermeabile
scuro, dalla cui manica spuntava una mano guantata con una lunga pistola nera con
silenziatore. Sollevai la valigetta, fingendo di consegnargliela, e colpii la canna della
pistola. Lui fece partire un tiro, che rimbalzò contro un muro, mentre io dirigevo il
secondo assalto della valigetta contro il suo basso ventre.
Il tipo in nero imprecò in
gaelico, mentre io mi tuffavo nel locale, dove imperversava musica celtica a tutto volume.
Ero in mezzo a quella che sembrava una festa di compleanno irlandese. Corsi come un
disperato in fondo al locale, chiedendomi dove fosse la misteriosa Francesca Regan e se
conoscesse luomo che mi aveva inseguito.
Una graziosa ragazza dai
capelli corti e con un bel paio di occhi chiari dietro gli occhiali mi si avvicinò. -Sei
tu "il Cacciatore"?- mi chiese. -Vedo che hai portato i libri.
Ansante, mi guardai intorno.
-C'è un uomo armato che mi segue- dissi. -Vuole la valigetta.
L'uomo in nero comparve dal
mezzo della folla, puntandoci addosso la pistola.
-La valigetta- ci intimò.
-Faccia attenzione, è ad alto
potenziale- gli dissi. -Potrebbe esplodere.
E "accidentalmente",
inciampai, facendo cadere la valigetta verso di lui.
Luomo gridò -No!- e si
tuffò in avanti per prenderla al volo.
Io gli diedi una spinta,
favorendo il suo slancio, e l'uomo finì a faccia in avanti in quella che aveva tutta
laria di essere una torta di compleanno irlandese.
Mentre cercava di pulirsi la
faccia, riapparve il tipo dai capelli rossi, che sfoderò a sua volta una pistola e la
puntò alla testa delluomo in nero.
-Ottimo lavoro, Francesca-
disse Capelli Rossi, dando una botta in testa al tipo in nero e facendolo stramazzare a
terra.
-Ehi, un momento- protestai.
-Che cosa sta succedendo?
-Lei ha appena dato il suo
contributo alla pace in Irlanda, mister Cacciatore- disse il rosso.
-E lei chi è, un poliziotto?
-Non esattamente: dalle mie
parti ci chiamano... Esercito Repubblicano.
-Quelluomo in nero è un
killer di cui nessuno fino a oggi conosceva l'identità- disse la ragazza.
-È il leader di una fazione
favorevole alla guerra a oltranza- precisò il rosso. -Sapevamo che era a Milano per
comprare armi, ma non sapevamo come trovarlo.
-Per stanarlo abbiamo lasciato
una falsa pista su Internet- spiegò la ragazza -facendo credere che oggi a Milano ci
sarebbe stata una compravendita di plutonio sovietico. Gli abbiamo fatto arrivare gli
indizi per localizzare il luogo in cui sarebbe avvenuto il primo scambio. Solo che ci
serviva qualcuno che impersonasse il corriere. Abbiamo trovato il tuo nome su Internet e
abbiamo pensato di assumerti. Così il killer ha seguito la pista...
-E lo specchietto per le
allodole- aggiunsi. -Poteva farmi secco.
-Se tu non mi avessi seminato,
sarei arrivato prima- mi rimproverò il rosso.
-E tu chi sei?- chiesi alla
ragazza. -Ti chiami davvero Francesca Regan?
-No, ma è davvero il mio
compleanno, e quei libri sono il regalo che mi ha fatto Patrick.
-Patrick sei tu, immagino-
dissi al rosso.
-Patrick McGuffin- si
presentò lui.
-Ci avrei scommesso-
commentai.
-Il fidanzato di Francesca-
precisò lui, a scanso di equivoci.
Avrei dovuto immaginarlo.
Sintende che di soldi
per pagarmi non ne avevano. In compenso fecero in modo che il killer venisse consegnato
alle autorità, grazie a una chiamata anonima ai servizi segreti di Londra. E pensare che
un tempo certe telefonate le facevano solo per rivendicare gli attentati.
Come cambia il mondo.
E intanto, una volta di più,
io mi ero dato da fare e qualcun altro se ne sarebbe assunto il merito.
La storia della mia vita.
Come dite?
Volete sapere il mio
indirizzo?
Trovatevelo da soli.
Ho già i miei problemi, da
quando faccio il...
CACCIATORE NELLA RETE! |