[ | Ho fatto un sogno. C'era un cesso,
intasato di parole, che rigurgitava voci confuse, grida e lettere che si appiccicavano
sulle pareti, sulle porte, sulle maniglie, crescevano ed aumentavano sempre di pił, si
gonfiavano entro l'angusto locale, spingendo con rabbia sull'uscio che si inarcava con
forza verso l'esterno fino allo scoppio. Quindi le parole iniziavano a stendersi nella cittą, sui muri, nelle
strade, sui lampioni, i palazzi, rotolavano nelle strade, entravano nelle case e nei
grattacieli, salivano sugli alberi e sopra le automobili, correvano appresso alle persone,
tutto veniva ricoperto con un'unica scritta continua ed ininterrotta che conquistava
sempre nuovi e pił ampi spazi. E ciascuno leggeva e scriveva, scriveva e leggeva in una
sola volta. |
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