Andrea Pomella Mi chiamo Andrea Pomella, e sono di Roma. Aggiungo che ho ventisett'anni e niente più. Dovrei spiegare perché scrivo? lo fanno tutti d'altronde. Ebbene scrivo semplicemente per mostrare a me stesso un po' di contante. Non la cartamoneta, sarei un pazzo furioso! ma per tracannare una bottiglia invisibile di vanità. Ad ogni modo dirò che ogni volta metto mano alla penna torno ad ammalarmi. Vuoi per combinazione, vuoi per scelta. Che sia. Scrivo per costruire un gran casamento. Ma questo a chi volete che importi? |
Marinella
Il bere lo avevo per vizio. Ed era perfino un gran bel vizio! Quantomeno finchè mi sono limitato a tenerlo al di fuori del campo della patologia A me non interessava altra bellezza al di fuori del mio vizio. Poi ho scovato quel lavoro a mezza giornata agli uffici del sindacato, dalle tre alle otto di sera Ma non era entusiasmante. Cosicchè il mio bel vizio si è guastato. In ogni modo la coincidenza fra le due cose non mi è sembrata casuale. Tutto quel che dovevo fare, al sindacato, era scartare montagne di modelli compilati ventanni prima da creature umane dotate di firme noiose come dovevano esserlo, daltro canto, le loro stesse esistenze - Sfacchinavo forte! Ma pensavo che non fosse un lavoro interessante. E daltronde, fra la carta ingiallita, si finiva spesso per sporcarsi le mani con vari generi di bestiole invertebrate. Io non mi sentivo affatto portato per quel tipo di lavoro. Solamente pensavo a fine mese E non ci credevo ai premi e alle bacchette magiche Volevo andarmene, tuttavia avevo uno stambugio personale in cui sbrigare il mio lavoro. Questo mi piaceva... Faceva la sua figura Avere uno stambugio personale e tutto, intendo La finestra della mia stanza dava sul cortile interno. Il palazzo era un edificio vecchio del secolo scorso, come ce ne sono un mucchio in centro. Il cortile come tutti i cortili di questo mondo era quantomeno la premonizione del lutto, lombra perenne rischiarata da vecchie lenzuola stese ad asciugare come fantasmi giustiziati, la sola nota chiara, il resto un immondezzaio di foglie morte e scoli nauseanti. Mi prendeva la depressione solo a buttarci locchio! Io stavo lì a bere per non affossare che lo dico a fare - , in fondo mi piaceva calarmi in quel torpore nauseante, tutto quello che ci stava di profondamente lugubre nellesser vivo! E così ho fatto la conoscenza con Marinella Sedici poveri anni. Dicevano che facesse lei le pulizie dellufficio la mattina presto, al posto di sua madre, che sintascava lo stipendio e i padrenostri di legnate a parole dagli impiegati che ritrovavano daccapo i sudiciumi della sera prima. Non era un granchè con la ramazza, lo confesso Senonchè io li conoscevo i suoi genitori; di vista, sintende. Di sua madre ho già detto. Suo padre invece le gherminelle se le portava dappertutto, sulla faccia lurida che sembrava esprimere il rancore di chi non ha potuto, in definitiva, assaggiare nulla dalla vita. Ci aveva un muso tanto irritante che lavrei sprofondato nel ventre dellinferno! Non mingannavo io La puzza ce lho sentita da subito! Non aveva nessunaltra ambizione che starsene in balcone a grattarsi la pancia e svangare Propriamente quel che si dice un porco! Tagliare la corda verso le cinque mera diventata una tentazione comune, man mano che passavano i giorni e quel lavorio polveroso mi era venuto a noia da non dire Sognavo il paese di cuccagna! Sentivo allora in me un che di recalcitrante per linquadramento che subivo dal fatto di avere quel posto e via discorrendo Senonchè è accaduto un bel giorno un fatto e mi è stato tutto quanto chiaro in merito a quel che succedeva di tantin tanto in casa di quella famigliola. Un fattarello preciso, mai sera fatto un tentativo per non farmi gli affari miei, bisognava che fossi straordinariamente giù di corda quel giorno per fissarmi a guardare la scena di rimando. Per ordine; che fosse Marinella quel mucchio piegato ad arte ci ho messo un po per capirlo. Lui le stava sopra a menarle un fracco di legnate! Un centinaio di volte diosanto! Senza dire virgola. Avrebbe affrontato il quindicidiciotto senza fiatare quel brodo duomo, a giudicare dallespressione di paglia che ci aveva, laveva atterrata, domata, era fradicio di schifo, una cosa rivoltante! Sua moglie gli stava di fianco come una lanterna, si godeva la burrasca, e spolmonava dacchitto: Me lavevi promesso! Ti rimangi le parole ora! Fanatica! In fondo al mare attecchiresti Son rimasto lì a guardare come un tonto. Ero sconcertato! Non la scena delluomo che bastonava Marinella mannebbiava, o proprio no, ne avevo viste di peggiori , ma la faccia della vecchia, proprio no una faccia come quella non mera mai capitata, da non farci conto, - si, impari , si, impari - delirava la capricciosa, e con un tale compiacimento sadico. Un po per volta, a furia di percosse, le singrossava la voce dun rantolo bestiale ah son talmente stufa ah, non ti lascio in santapace Marinè Vedrai verso sera, tuo padre ed io, te la sfonderemo questa testa sturata che ci giochi a menadito a costo di spezzarti losso del collo Ne son rimasto sconvolto! Quella sera stessa mi era venuta voglia di spifferare tutto agli impiegati, però ho pensato che non mi avrebbero inteso loro, quelli vegetavano dalla parte comoda dello stare al mondo. E a me non piacciono i pettegolezzi. Sicchè mi sono tenuto tutto per me, e la notte non ci ho dormito a pensare a Marinella e alle botte che sera beccata; che poteva aver mai combinato santodio? Me lo ripetevo in continuazione, non per dire, quando mi fisso su una cosa divento monomaniaco io! Ed era pure un po commovente, e quella faccia della vecchia strega le botte le ridavano la stura alleccitazione, perché mai doveva godere dei lamenti di sua figlia? Fatto sta, un paio di giorni dopo mi è ricapitata la medesima scena, alla stessa ora, stesso metodo ottuso, ma stavolta erano in due a dargliele di santaragione, il porco e la strega, un qualsivoglia mucchio di stangate sulla schiena, e la piccola Marinella un mugliare circoscritto allesistenza di quel balcone, quasi con rassegnazione, una pena da non dire! Io son stato a guardare con una sincera occhiata di sconforto. La baraonda puzzava dabitudine, e non era una buona abitudine... Li aveva, lei, sul viso e sulle braccia i segni dellabitudine, e questa cosa qui mi faceva rivoltare lo stomaco! Erano tigri i due compari, legnate scientifiche nei punti in cui fa male, mentre guardavo finivo col provare anchio il male nelle ossa, la distanza fra me e loro, il cortile in mezzo, quasi scompariva a pensarci bene, finivo col fare ogni smorfia di dolore, e del lavoro ammassato sulla scrivania, chili e chili di cartacce, completamente me ne dimenticavo. È passato il sabato, e la domenica; e a Marinella non ci ho pensato quasi per niente. Il lunedì seguente lufficio era uno schifo! Tutto mi era fatto di pensare si riconduceva alla storia delle botte; Marinella non ramazzava perché le doleva la schiena e piegarsi era unimpresa. Ma queste erano solo congetture Io so solamente che gli impiegati quel giorno erano imbestialiti, e tutti gli accidenti pel disastro dello schifo se li beccava sulla groppa la coppietta, madre e figlia. E a quelli non gliene importava niente del fatto che sapevo io, li avrei voluti ammazzare, dal primo allultimo! Sicuro. Mi facevano salire la bile. In effetti mi sentivo in sintonia con Marinella; era diventata la mia amica, con tutto che con lei non ci avevo mai neppure scambiato una parola. Macchè, non capisco perché mossessionano sempre le storie dei battuti Alle cinque in punto solita scena: la ragazza senza dire unacca va dal porco, si posiziona in posa da disastro, un due e tre , giù la prima scarica di frustate, cè di mezzo la vecchia madre, - così impari Marinella - le solite facce stravolte di compiacimento, la lezione del pomeriggio e compagnia bella. Dovevo incominciare a partire adagio col whiskey, va bè la bellezza del vizio però non è che me le sognavo le botte? Li vedevo spuntare da lontano, al solito, i burattini della depravazione, mamma e papà che sembravano fantocci meccanici, tantera lugubre la scena. Ma non me lo sognavo mica, altrochè! Ce lavevo sotto il naso quasi ogni giorno ormai quella recita. Lo stomaco mi bisbigliava; quasi quasi li denuncio ho incominciato a pensare. È capitato un bel giorno poi che conversando del più e del meno con un tale che ci aveva un impiego saltuario al sindacato, e che se ne veniva in ufficio una volta si e una no, è capitato, insomma, che si è finiti a parlare del problema della pulizia dellufficio. Si, certo, non è che io fossi una macchina di discrezione, qualche volta con le persone giuste cedevo anchio, sicchè son venute a galla Marinella e sua madre, e glielho buttata là, come per caso, il fatto delle meraviglie che mi toccava sorbire tutti i pomeriggi o quasi, ma la cosa non lo ha impressionato più di tanto. Non è che io fossi un granchè a raccontare certe storielle, fatto sta che mi ha colpito manco poco la totale mancanza di sorpresa sul suo volto. - E ti meravigli tanto ? mi ha detto lui. Son anni che va avanti sta storia! Tutti sanno e tutti fan finta di nulla! È una pagliacciata bella e buona, ma che lasciassero in pace il condominio urla e strilli anche di notte, dicono che sia una porcheria quella casa! Lho presa male, lo confesso. Io ce lavevo per natura la sfiducia nel genere umano, ma quella confessione mi aveva ridotto proprio giù di corda, quasi arrivavo alla decisione di mollare quello schifo di lavoro per non annusare tanta fatta tuttinsieme. Per davvero. Ho passato un mucchio di giorni con la finestra chiusa a mulinare whiskey eccetera eccetera, così mi ubriacavo e non ci pensavo, e quasi al buio non dovevo far fatica a immaginare in che razza di gentilezze si dibatteva Marinella, roba da dar di stomaco! Ciascuno se ne sbatte a questo mondo delle disgrazie altrui, a ognuno non resta da far altro che chiudere la finestra e tracannare drammi a pagamento, quel che ti offre limmaginazione in cinemascope! E a che cosa ha portato quella mia specie di omertà, il non voler guardare per non averci conti con la coscienza e via di seguito? Bè, mi han mollato il benservito Senza tanti complimenti Per farla breve si sono accorti che bevevo sul lavoro e non combinavo un accidente, ciarla tu che ciarlo io, ne uscivo come una specie di delinquente screpolato! Non mi han pagato manco tre settimane; - ringrazia il padreterno che non ti chiediamo i danni - hanno concionato. Una bella schifezza! La meschinità non ha limiti su questa terra! Non è che avessero tutti i torti, per carità Però me la pigliavo con la gente che incenerisce lumano patire sotto una regola di scartoffie da cancellare; ipocriti rimbambiti che il diavolo se li porti! Però Marinella non me la son scordata. No, per niente! E ne è passato di tempo, non per dire. Tre anni Certo! Tre anni senza misericordia a chiedermi di tanto in tanto se una buona volta si era ribellata la mia amica Ma quando mai? Non sè mai vista una cosa del genere! Però è arrivata quasi sul punto di diventarmi unossessione, almeno ci fosse da parte mia una specie di rassegnazione , macchè, niente. Allora porcomondo un bel giorno mi son deciso ad andarmene a spasso pel centro, e ripassando davanti a quel vecchio palazzo del secolo scorso proprio mi è passata per la mente di fare una roba da matti! Sono entrato col piglio deciso di chi vuole liberarsi una volta per tutte della propria ossessione e sono andato su per le scale. Gli uffici del sindacato erano stati trasferiti, al loro posto ci stava adesso unagenzia di spedizionieri doganali; lo confesso, avevo ancora un po di rancore per il modo con cui mavevano sbolognato! Le ginocchia mi sbattevano luna contro laltra, non mi ricordavo a che piano abitava Sicchè ho suonato a caso. Ho indossato la voce gentile - Buonasera. Chiedo scusa per il disturbo ho detto alla donna che mi ha aperto in vestaglia. Cerco una ragazza che abita in questo palazzo, il guaio è che non ricordo esattamente a quale piano, e neppure ricordo il suo cognome dovrei dire! È da un sacco di tempo che non la vedo! Marinella si chiama! Questo lo so per certo Lei non saprebbe mica indicarmi? La donna mi ha squadrato di sghimbescio. Ho cercato di rimediare alla mia follia
Questo le è piaciuto. Lho dedotto da come ha cambiato espressione. A donne come quella basta che gli dici che hai un lavoro serio, o quantomeno che ce lhai avuto, e subito ribaltano lopinione che si son fatte di te Il lavoro nobilita luomo; oh si, certo
- Marinella, certo. Lho vista crescere Son tanti anni che abito qui io. Ah, se lei vedesse sua madre adesso!
- Nessuno ve ne avrà parlato, immagino! Daltronde vorrei risparmiarle certe noie... Le consiglio di piantar tutto finchè è in tempo.
- Le premetto che sarebbe un sollievo per me se ciò che sto per dirle rimanesse fra di noi. Lei mi capisce, sa faccia conto che lo abbia saputo da qualcun altro
- Marinella si era sposata con un ragazzo di poco più grande di lei. Così, di fretta; che non si erano risparmiati le dicerie della gente. Di questo lei non ne era a conoscenza, suppongo... Erano da poco fidanzati. Dio sa cosera tutta quellansia di andar via di casa! Le nozze le han celebrate al municipio... Si dice che fosse felice, una così buona e cara ragazza Lhan ritrovata due mesi fa. Si era impiccata! Oh, nessuno immagina che cosa le sia passato per la testa, o bè a dirla tutta un poco stranuccia lo è sempre stata, ma da qui a fare una cosa del genere, suvvia Suo marito è un bravo ragazzo, si è preso le sue responsabilità. Erano andati a vivere a due isolati da qui. È ben strana tutta questa faccenda sa, era amata e ben voluta da tutti, dalla sua famiglia poi oh, non le dico guai a chi gliela toccava la Marinella! È stata una disgrazia enorme, ancora adesso non riesco a crederci! Si è ammazzata come una sciocca, una follia belle buona, certe ragazzate vanno oltre la mia comprensione... non si può fare quella cosa quando si hanno delle responsabilità verso i propri cari; non si può... Nessuno ha capito perché lo ha fatto Nessuno Non lho lasciata continuare. Subito mi sono scusato per il fastidio che le avevo procurato e me ne sono andato riscendendo le scale di corsa. La nausea mi tormentava in modo insopportabile. |