Hugo
Bandannas
LA PAROLA CONVERTITA
"Sono infinite le vite che nel grande
fluire del tempo noi abbandoniamo e perdiamo, e le apparizioni della luce
sono così numerose da non potersi contare; tuttavia la luce è offuscata
dalla spessa nube congenita nelle creature, le quali perciò vagano nella
spirale senza fine né limiti delle nascite e delle morti. E' dunque
importante che l'uomo provveda subito" dal Libro Tibetano dei Morti
"E' preferibile non viaggiare con un morto" Dead Man
Ho fatto un muto e doloroso viaggio negli
inferi della mia soggettività/pluralità? grammaticale, smarrendomi nel
gelo dispersivo delle matrici paleo-ontologiche e scartavetrato da una
tentacolare afasia cariatide: sono stato un segno latteo e ombelicale
prima che ogni codice sistemico, inventato dall'uomo al solo scopo di
proteggere se stesso dal tedio del caos dei segni insignificanti, finisse
per corrompere e imbalsamare anche la mia parola premonitrice e tribolata.
Solo dopo una tanto indecifrabile quanto estenuante discesa nel labirinto
sezionato dei sintagmi scoperchiati ho raschiato via la polvere della
antica babele glossolalica scorgendovi lì un Calvino ormai mummificato e
putrefatto, raggomitolatosi su impercettibili puntini di sospensione (…)
e un Borges il cui corpo penzolava, come un ghirigoro, appeso ad un punto
interrogativo (?) ma di Eco, neanche l'eco, eco, eco. La mia parola
finalmente si era convertita! |
LAGHERVILLE
Ma il nazismo è veramente stato sconfitto dopo la
seconda guerra mondiale?
Eppure in giro per l'Europa si aggirano indisturbati ormai da tempo gruppi
di naziskin con tanto di rappresentanti politici che operano all'interno
delle varie Istituzioni nazionali d'Europa raccogliendo consensi e facendo
propaganda tra quella che a tutt'oggi è definita una società
democratica. E se non operano direttamente hanno comunque dei buoni
agganci con determinate zone influenti di potere. Il fenomeno naziskin non
è semplicemente folklore nostalgico. Nel nazismo non c'è nulla di
folkloristico e tanto meno di nostalgico.
Il nazismo è nell'attuale, nel presente, il nazismo ha il nome di
intolleranza, supremazia della razza e di brutalità, negazione di ogni
diritto civile individuale.
Se il fascismo o il leghismo bossiano prevedono atteggiamenti nostalgici e
folkloristici, poiché tali movimenti non agiscono nell'attuale ma si
riconoscono in un accettazione del proprio passato storico, e possono
quindi dirsi pressoché innocui da un punto di vista sociale, il nazismo
si serve del proprio passato per rinvigorire ed esaltare la violenza e
l'intolleranza presente, di quel momento preciso in cui decide di agire.
Se nel leghismo e nel fascismo prevalgono appunto degli atteggiamenti,
delle pose, divise e slogan, nel nazismo prevale l'azione violenta sopra
ogni cosa. Mentre il leghismo ed il fascismo sono per natura
anacronistici, appartengono inesorabilmente ad un passato ormai archiviato
e codificato, il nazismo è un pericolo attuale perché ha in se una
natura incentrata sull'azione e non sulla reazione. E tutto ciò che
agisce vive nel presente storico, e tutto ciò che agisce con violenza
indiscriminata rappresenta un male ed un pericolo per la società fondata
su valori democratici di fratellanza e soprattutto per l'incolumità
individuale.
Il Nuovo nazismo europeo comprende, per citarne i maggiori, l'attualissimo
fenomeno scandinavo, quello tedesco, francese, inglese,austriaco ed
italiano (vd. Forza Nuova).
I movimenti dell'estrema destra partitici ed eversivi hanno comunque un
minimo comun denominatore: l'esaltazione dell'ideale nazista, per
l'appunto, ed in questo si riconoscono ed attraverso questo comunicano tra
loro attraverso una rete transnazionale.
Il nuovo nazismo europeo ha la continuità ideologica con il vecchio
movimento nonostante il contesto storico-geopolitico sia profondamente
mutato dai tempi di Hitler e soci. Allora dove risiede questa continuità?
Il nazismo serpeggia per l'Europa attraverso questa rete transnazionale di
movimenti skinhead che fanno del nazionalismo, dell'intolleranza razziale,
dell'odio indiscriminato i loro punti di forza.
Se le camicie verdi e quelle nere fanno ormai parte di un guardaroba
demodé, la svastica mantiene una propria efficacissima forza negativa
ovunque e comunque.
Allora il nazismo non è stato sconfitto del tutto.
E' paradossale il fatto che la matrice nazista (la metodologia crudele e
lucidissima applicata nei lagher) si sia insediata anche in un paese come
Israele: il popolo ebreo che del nazismo è stato vittima prescelta, ha
riportato da Auschwitz e Mathausen non soltanto i propri sopravissuti
insieme ai nobilissimi valori di pace e di tolleranza ma anche i feroci
metodi S.S. per farne un arma da utilizzare sia come offesa che come
difesa:
la questione Palestinese.
Gli ebrei perseguitati sono diventati nel corso di questi 50 anni degli
spietati predatori incalliti e cinici cecchini del popolo Palestinese
mettendo all'opera una metodologia politica-militare di memoria nazista in
quanto a continuità ed efficacia oltre che precisione non sempre
chirurgica. Bizzarro rovescio della medaglia che testimonia ancora una
volta quanto poco la storia insegni all'uomo. In fin dei conti spesso Uomo
e Storia coincidono perciò non sussiste alcun rapporto dialettico tra
loro.
Altro fondamentale residuato nazista, che in realtà più che un residuato
è una componente vera e propria, è dato dal controllo sociale da parte
di un Sistema Imperiale Dominante e Globale che partendo da un dispositivo
di tipo disciplinare nei confronti del singolo e della moltitudine si è
evoluto/involuto progressivamente in un ordine di totale controllo sociale
a tutti gli effetti. Non soltanto ognuno è potenzialmente sotto gli occhi
di chiunque, ma "qualcuno" mette gli occhi dove vuole e a suo
piacimento oltre agli occhi ci aggiunge spesso le mani.
Nella strategia nazista applicata soprattutto ai campi di sterminio era
presente una precisa e codificata standardizzazione a compartimenti stagni
verso i prigionieri al fine di sopprimere ogni spinta collettiva e singola
di rivolta al sistema.
In altri termini, il prigioniero oltre ad essere isolato fisicamente e
mentalmente dagli altri veniva des-umanizzato con tecniche di alta scuola
psico-sociale al fine di cancellare ogni germe di resistenza alla
crudeltà a cui era sottoposto. La crudeltà diventa normalità laddove è
perduta ogni forma di resistenza.
L'individuo nei lager veniva essenzialmente resettato. Azzerato. Privato
del suo destino di uomo. Fino alla totale trasformazione in un mero
ingranaggio privo di storicità-identità-finalità.
"L'azienda totale" di Renato Curcio evidenzia ed analizza in
dettaglio le sorprendenti similitudini tra il sistema dei campi di
sterminio nazisti ed il sistema di lavoro (precario e non) nella società
contemporanea con tanto di ruoli, gerarchia e strategia del terrore.
Ed il discorso potrebbe ampliarsi anche al di la della sfera lavorativa
comprendendo l'intera sfera sociale del soggetto e della moltitudine
sottoposta, come detto sopra, ad un asfissiante e sistematico controllo
attivo e passivo da parte del Sistema. Dall'imbonimento televisivo, al
bombardamento massmediologico in generale ai controlli polizieschi sempre
più preventivi ed immotivati.
Fortunatamente il nazismo non ha vinto e non vincerà fin quando
esisteranno persone pronte ad opporsi e a resistere con ogni mezzo alla
sua ferocissima persistenza, ma soprattutto, questo è l'imperativo più
urgente oggi, persone, capaci di riconoscerlo, riconoscere i luoghi
spaziali e mentali dove il nazismo si insinua con sempre nuove e subdole
strategie che hanno sempre e comunque la medesima disumana finalità di 50
anni fa.
ORA E SEMPRE RESISTENZA.
I "NUOVI PARTIGIANI"
LA MORTE DELLO
SPIRITO parte III
Verso una nuova militanza
"Coloro che sono contro, mentre fuggono dalle
costrizioni locali della loro condizione, devono continuamente cercare di
costruire un nuovo corpo e una nuova vita" ( da: Impero - il nuovo
ordine della globalizzazione- di Antonio Negri, Bur Ed. 2001)
Il Sistema, oggi più che mai, favorisce e promuove
l'individualismo, e dalla somma dei molteplici individualismi è
alimentato.
L'individualismo promosso dal Sistema serve a scoraggiare in partenza ogni
forma di consociativismo; esso mette al bando ogni manipolo di militanti
che prende posizione e tenta di cambiare le regole del gioco imposte da
tale Sistema, attraverso la propria esistenza-resistenza, attraverso la
propria militanza.
Lo Stato persegue chiunque voglia ribellarsi e liberarsi dal proprio
individualismo coatto e sia mosso dalla necessità della nuova militanza.
Lo Stato elogia la decadenza dell'essere, il solipsismo, il lirismo
interiore e fornisce il soggetto di ogni mezzo utile affinché egli si
rivolga al proprio se, al proprio spirito piuttosto che al di fuori di
esso, perché, afferma il Sistema, nel mondo esterno non c'è nulla che
possa ormai interessare il soggetto: il Sistema è già bastevole!
Provvede a ogni cosa, dalla culla alla tomba… nel mezzo nulla o quasi:
il Sistema.
Questa forma di decadenza del soggetto è mossa dallo spirito,
dall'illusione del soggetto di ambire a vette di illuminazione
trascendente per realizzare se stesso su un piano superiore, ma decadendo,
in maniera inversamente proporzionale, su un piano politico-sociale.
Il Sistema ammicca ai nuovi santoni, mistici, new-agers, organizza yoga
party, alimenta buddha sempre più obesi che vanno diffondendo il verbo
conservatore della spiritualità. Essi in realtà sono figure innocue per
lo Stato, che sottraggono energia militante al soggetto, ne diminuiscono
il potere storico-politico per farne un fantasma di luce disarmato, in
termini più chiari: fanno lo sporco gioco dello Stato.
La globalizazione promossa dal Sistema, esalta l'individuo singolo, lo
incita ad ambire ad una moltitudine virtuale imbevuta di decadenza come
lui e rivolta al proprio se, piuttosto che incitarlo a resistere, a fare
barricate, a tornare nei bar a parlare di come non vanno le cose nel
mondo. L'uomo sociale rischia di scomparire a scapito dell'uomo virtuale,
imbevuto di spirito e di lirismo ma poverissimo di diritti, in balia del
Sistema.
Se questo è più un uomo…??
Che sia morte allo spirito allora! Che sia morte al Sistema che si nutre
di esso!
Usciamo dalle cantine della nostra individualità, compagni, torniamo alla
luminosità sociale delle piazze (società), l'intimismo porta ad un
vicolo cieco sociale e sottrae energie al nuovo militante.
Siamo veramente esclusi dalla nuova resistenza! Forse si è in tempo per
occuparsi del proprio destino storico, politico e sociale.
Si abbandonino le alte vette della spiritualità se non si vuol fare il
gioco del Sistema. Le risposte che ci illudiamo essere in noi, in realtà
risiedono al di fuori, nel mondo che ci circonda e che ci appartiene,
perché la realtà appartiene a noi, così come le strade, le piazze i
monumenti e tutto il resto! non proseguiamo a rimuovere le ingiustizie
sociali, smettiamola di nutrire la tirannia dello spirito-sistema!
Finiamola di essere corrotti!
La via della decadenza imposta dal Sistema prima e da se stessi poi, è in
atto da almeno un decennio, l'uomo virtuale, psiconauta alla deriva nel
proprio universo-spirito, sogna un nuovo medio evo ed uccide più o meno
consapevolmente l'uomo politico che risiede in lui.
Lo Stato si compiace di celebrare in maniera occulta miriadi di funerali
al giorno, esaltanti lutti di coloro che hanno definitivamente perso il
proprio potere di resistenza, che non rappresentano più un pericolo
positivo per il Sistema, che sono integrati negli ingranaggi, zombie del
sistema, in una parola: amorfi tutto spirito e resistenza zero.
Uscire da questo onanismo dello spirito è l'imperativo attuale, sfuggire
a questo pericoloso Decadentismo, rischiare di essere un ostacolo per il
Sistema, un ingranaggio rotto, fino a trasformarsi in un soggetto-oggetto
per la nuova militanza, resistere al presente, farsi mezzo di
disobbedienza ad ogni livello, mascherarsi tra la moltitudine ma esserne
comunque parte, essere nel sociale per avere un valore di opposizione
attivo e attuale.
Se il mondo va all'inferno non è un motivo ragionevole ricercare dentro
se stessi tale inferno, meglio resistere in modo attivo e positivo,
esponendosi alle fiamme reali piuttosto che bruciarsi in quelle virtuali
dello spirito.
Nuove Strategie Militanti:
1) Abbigliamento militare per ricordare a noi stessi e agli altri che si
è in guerra permanente contro un regime-sistema-stato che limita il
proprio modo di vivere-agire-pensare-esprimersi. Quando è possibile, tale
abbigliamento è da mantenere anche sul posto di lavoro. Luogo criminale
per eccellenza in cui l'individuo diviene un mero ingranaggio produttivo
dello Stato/criminale.
2) Boicottare ogni forma di lavoro interinale attraverso:
A) Partecipare a colloqui di assunzione in aziende che propongono
sfruttamento interinale. Prendere la parola e farne un veicolo di
militanza atto a diffondere agli altri partecipanti in maniera il più
sintetica e chiara possibile lo sfruttamento di cui saranno vittime.
Mettere in difficoltà il proprio interlocutore aziendale con domande
dirette sul sistema criminale che reclamizza, sempre con educazione.
Dissuadere i potenziali assunti singolarmente sulla propria potenziale
assunzione, se possibile sabotare P.C., ed imbrattare la
struttura/penitenziario.
B) Altra strategia è farsi assumere, fingendosi partecipi al piano di
sfruttamento imposto dall'azienda in questione, per poi agire dall'interno
cercando di convincere quante più persone possibili del crimine a cui
vengono costantemente esposti. Deve essere un bombardamento psicologico
progressivo.
C)Dopo essersi fatti assumere, partire con le operazioni di sabotaggio,
come ad esempio estenuare con domande continue il proprio team leader, non
lasciargli respiro, almeno quanto lui vi sta col fiato sul collo.
Perseguire prima di essere perseguiti e controllati. Manomettere
tecnologie varie, da impianto luci a parco p.c.
D) Quando si è vittime di adescamenti telefonici da parte di operatori
call-center di varia natura, cercare di instaurare un dialogo militante e
convincerli sinteticamente dello sfruttamento di cui sono vittime. E del
fatto che sono potenziali obiettivi terroristici, quindi pagherebbero come
innocenti al posto dei loro padroni aziendali.
E) Telefonate anonime ad aziende leader nello sfruttamento - minaccia di
ordigni all'interno di tali aziende. Creare con ogni mezzo possibilmente
innocuo panico ed agitazione aziendale sottraendo il più possibile
l'energia produttiva.
3) Il Sistema si difende con la propria polizia.
Anzi si potrebbe dire che più un Sistema è totalitario più la Polizia
è globalmente diffusa. Gli sbirri sono gli sceriffi della metropoli,
coloro che rappresentano ed abusano del potere del Sistema. La paranoia
sociale ha il colore delle divise delle varie polizie di Stato. La nuova
militanza si pone come paranoia al quadrato delle polizie di Stato,
cercando di ripeterne le traiettorie sottoforma di inseguimenti e
pedinamenti ripetuti. Controllare chi è tenuto e pagato a controllarci.
La polizia deve sentire che non è tutto lecito per coloro che sono al
gradino più infimo del potere ma che garantiscono sopravvivenza allo
Stato.
E' implicito il fatto che queste sono soltanto delle idee molto empiriche
su una strategia che per avere una propria efficacia deve essere diffusa
su larga scala, una strategia anti-globale che utilizza gli stessi canali
del Sistema per cercare di affondarlo e sovvertirlo. Ma la novità prima
della Nuova Militanza è il fatto che queste strategie possono scambiarsi
con altre, mutare forma e contesto, oppure ampliarsi con altre idee di
resistenza possibili.
GRAMMATICA
DEGENERATA
(come liquidare definitivamente il discorsetto e il linguaggio)
"Le parole son meravigliose finchè non escon
dal sogno…" Celine. Mort a credit
In principio fu la grammatica strutturalista di
Saussure, poi venne la grammatica generativa di Chomsky, in questo terzo
millennio l'attenzione si focalizza sulla grammatica degenerata o
degenerativa.
Lo strutturalismo si concentrò sul linguaggio intendendo questo come un
apparato organico, una struttura in cui fossero evidenziate delle
direttrici cardine secondo una metodologia di catalogazione per
similitudini, analogie e differenze (significato-significante-fonetica-funzioni
del linguaggio), la struttura finale pur funzionando ed essendo
convincente lasciava presagire l'imminente catastrofe, l'implosione .
Infatti lo strutturalismo non si è mai posto la domanda sull'origine del
linguaggio, da dove esso viene e si genera. Fu proprio questo scarto
meta-linguistico, colmato in seguito dall'approccio della grammatica
generativa, a dare inizio alla detonazione di questa ordinata struttura
linguistica, al suo inevitabile crollo.
Il linguaggio, secondo le teorie generative o evolutive, si origina nel
nostro cervello, in una zona specifica finalizzata alla funzione fonetica
e linguistica-grammaticale e si sviluppa come ad esempio un arto, col
maturare dell'età.
Lo psicoanalista Lacan fece propria questa teoria, anzi egli si spinse ben
oltre, egli difatti affermò che linguaggio ed essere coincidono o almeno
sono strutturati allo stesso modo: l'essere come il linguaggio.
Secondo Lacan un essere si svela per come parla, ogni disturbo, devianza,
manchevolezza dell'essere trova riscontro tangibile in un corrispettivo
"errore ortografico-fonetico" specifico, ripetizione, lapsus,
inceppi, afasie, glossolalie etc.
Furono soprattutto i filosofi Deleuze e Foucolt ad intuire che sia l'
approccio strutturale che quello generativo si fondavano su un assioma non
universalmente riconosciuto: fu posta la domanda: chi è che parla? Parla
veramente l'essere? O è la parola a parlarsi, a dire se stessa, o meglio,
essi si posero questo dubbio essenziale, e Nietsche prima di loro: se il
linguaggio fosse una struttura a se stante, svincolata dall'uomo, se fosse
un errore, un inciampo che non è nato con l'uomo ma gli era pre-esistente
e l'uomo stesso se ne è appropriato?
La grammatica generativa decade sotto l'incedere di tali domande, a meno
che non si ponesse neanche il problema, divenendo dogma.
Il quesito è: come può l'essere umano porre se stesso come animale
superiore in base all'esclusività umana dell'ars oratoria ?
E se invece il linguaggio fosse un handicap esclusivamente umano rispetto
al resto del mondo animale che non lo utilizza, se attraverso una
"prospettiva rovesciata", ma altrettanto valida rispetto quella
"ufficiale", il linguaggio divenisse una anacronistica stampella
grammaticale, inutile, scomoda, iper-articolata, rispetto la comunicazione
antilinguistica, pressoché telepatica, degli altri esseri viventi?
In fin dei conti esprimere un'idea, o ancor peggio un concetto, attraverso
il linguaggio, districandosi nella giungla sintattica è un impresa, uno
sforzo disumano che priva l'uomo di una quantità di energia psico-fisica
che potrebbe essere senz'altro utilizzata per una causa migliore.
Ecco dove si sgretola del tutto la tesi della grammatica generativa.
L'uomo compie comunque uno sforzo nell'articolazione fonetica, produce
energia, la disperde, questo è il motivo per il quale l'uomo non possiede
il linguaggio, come imprinting, come istinto, come qualcosa che è parte
integrante della sua natura biologica.
No, l'uomo percepisce il linguaggio, lo sconfinato mondo dei segni, che
diventano parole e fonemi, al di fuori di se, lo avverte come un mondo a
parte, estraneo. Ed è questa remotissima torre di babele, questo oceano
semantico che attraversa l'uomo, a trapassarlo, ed egli, l'uomo, non può
far altro che cercare di sopravvivere, di dare un ordine al linguaggio, di
strutturarlo per l'appunto, per poi tentare di originarlo (causa-effetto
metodis), come se fosse veramente l'uomo il protagonista e non la parola
medesima. Qui comincia la grammatica degenerata.
Un altro quesito interessante e specifico attorno al linguaggio è:
perché si parla?
Le tesi strutturaliste ed evoluzioniste affermano che l'essere parla per
esprimersi, per comunicare con i propri simili.
Le tesi degenerate affermano altresì che l'essere si appropria del
linguaggio non per esprimersi ma per reprimersi.
Per reprimere il vuoto atavico e primigenio da cui è nato, per dar
sollievo all'angoscia di un silenzio indeterminato. L'uomo reprime con il
linguaggio i propri sentimenti veri, puri, li corrompe con le parole; il
linguaggio diventa nel migliore dei casi una difesa all'incedere del caos
dei segni, della solitudine e del silenzio, nel peggiore un mezzo infido
che filtra e sterilizza le prorompenti emozioni che egli porta dentro di
se. Il linguaggio nasconde l'autenticità dell'essere.
Secondo queste tesi di grammatica degenerata il linguaggio si distaccherà
progressivamente dall'uomo, fino a ricondurlo alla sua origine prima, al
suo vagito iniziale, alla sua grandezza che ha perso nel corso del tempo
che lo ha portato a divenire ,come ora è, l'essere più abietto del regno
animale.
CARIEPISTOLARI
"La parola per me non rappresenta altro che un
mezzo, soltanto un infimo mezzo, di pari dignità e forza espressiva di un
rotto o una scorreggia, anzi, a pensarci bene, questi ultimi sono
estremamente più nobili e comprensibili, per intenderci. Nella parola
sussistono due scarti preliminari che come due parassiti in un organismo
biologico ne sottraggono linfa vitale e forza rivelatrice: prima della
parola pre-esiste "la cosa dicibile" e di conseguenza "una
idea della cosa dicibile". Essa è un mezzo iper-rappresentativo ed
in quanto tale è debole di natura dunque: se paragonata ad una scorreggia
è sicuramente meno di una loffa. Può la parola sverniciare via del tutto
le carie dell'anima che il tempo ancora non si è portato via? Se tali
carie/crepe rappresentano una testimonianza inumana o appunto, lo scarto
di essa, questo non mi interessa. "Rappresentare" qualcos'altro
è compito della letteratura: compiacersi di un rimando perpetuo verso un'alterità
generica, in un infinito ed irresponsabile gioco di specchi formalmente
inecceppibile. Mi interessa piuttosto sapere quello che esse
"sono": le mie carie corrosive, le mie crepe dentarie che
attraverso una luminiscente ortopanormaica si lasciano fosforizzare in
questi scritti senza esserne curate!"
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incipit: AMORFISMI
"L'amore è un alternarsi di passione e
devozione: In erezione è passione, devozione quando è in
re-cessione"
"I politicanti sono una compagnia teatrale stagionata e litigiosa in
cui ogni componente mira ad accaparrarsi la parte migliore. La Commedia
dell'Arte è l'esempio emotivo più eloquente per comprendere le passioni
da cui sono animate le singole maschere politiche. I politicanti attuali
sono così incapaci nell'arte di recitare da annoiare persino il pubblico
più volgare: questa è la causa dell'insuccesso della politica di adesso,
la mancanza di parti e di grandi attori"
"I teatranti sono degli inconsolabili politicanti mancati che si
nascondono questa intima verità con l'alibi della vocazione per la scena
"
"I preti sono degli scaltri pedofili che la gente comune tende ad
accettare censurando e rimovendo in continuazione la morbosa attrazione
del prelato per i giovincelli attraverso l' a-moralità crisitana"
"Dio risponde sull'Himalaya! Ma chi l'ha chiamato…"
"Tra l'essere ed il linguaggio c'è un Lacan di troppo. Il linguaggio
si parla da solo: chi è che parla? la parola medesima! L'essere non viene
neanche sfiorato e assolutamente mai intaccato da tali dinamiche esclusive
dell'apparato psico-linguistico. Il povero Jacques si è affannato ad
inseguire sequenze semantiche e fonetiche fino a tentare di possederle ma
ha finito per nascondere il proprio essere tra le parentesi di una tosse
catarrosa."
" Gli analisti sono peggiori degli illusionisti, poiché questi
ultimi, almeno, ammettono sfacciatamente la loro ingannevole e pirotecnica
arte ; i primi, invece, spillano un capitale di sudore al povero derelitto
in "sedute sdraiate" di becero contorsionismo a-fonetico. E'
tempo di rimborsi!"
"Si può tentare di raddrizzare il lessico di un individuo ma non la
sua anima che resta un orrore ortografico incorreggibile"
"La comprensione della sproporzione esistente tra essere e linguaggio
ed ogni altro codice prestabilito trascritto dalla civiltà umana, che
tende maldestramente a rappresentare l'essenza insondabile e profonda
dell'uomo stesso, può considerarsi come un evento favorevole per accedere
alla prima e vera essenza da cui l'essere è originato"
"Laddove c'è troppa vitalità o troppo poca, si trova l'istinto
suicida: esso predilige, in ogni caso, gli eccessi oltre che i
decessi"
"La "pisichiatria" è un paradosso ermeneutico: nasce come
una pseudo-scienza, che si è letteralmente inventata il concetto di
malattia mentale per perseguirlo e specularci sopra in modo da nutrire ed
autoalimentare la propria leggitimità pseudo-scientifica; la deduzione i/llogica
consequenziale è che la "pisichiatria" è l' unica malattia
mentale incurabile ancora in circolazione!"
"Se ritieni che il cristo fisso in croce (+) sia il primo caso di
isterismo conclamato e il budda un esempio folgorante di catatonia non
trattata, allora hai un futuro da "pisichiatra"!"
"Più ci si allontana dalla realtà più si avvicina l'autenticità
di questa inaspettata"
15-4-'98: "Molte persone, personaggi sono
simili fra loro, è la loro vera natura a somigliarsi o il ruolo che
rappresentano per chi li osserva?"
14-5-'98: "Riportare ed annotare eventi privi
di significato sarebbe come copiare un elenco telefonico cimiteriale"
11-8-'98: "Il dinamismo è a volte fastidioso,
fuori luogo, è un cliché sociale che serve per sembrare vivi"
16-9-'98: "Credo che la parola "alternatività",
di questi tempi, abbia perso di significato, perché non si vede in giro
alcuna moda o tendenza dominante a cui essere alternativi, o meglio, il
problema è: si può essere alternativi al nulla evitando di essere
proprio quel nulla?"
5-10-'98: "L'equilibrio è un crimine!"
23-9-'99: "Un rapporto autentico con la
realtà: senza sovrastrutture, distrazioni, analgesici, sarebbe così
doloroso! Chi riuscirebbe a sopportarlo? qui ed ora e basta! Un hic et
nunc che può essere anche per sempre…"
28-9-'99: "A volte la vita assume le sembianze
di un allenatore severo che non vede l'ora di metterti in panchina, per
poi sghignazzare alle tue spalle con quelli che invece ha convocato"
27-1-'00: "…le immagini che si susseguono
afone su di un muro bianco possono somigliare ai demoni interiori così
raggomitolati e destrutturati,ombre cinesi che sono esattamente l'opposto
della gabbia linguistica che tenta di reprimere ed opprimere queste
deformità dello spirito in una struttura di convenzioni
preconfezionata"
23-2-'00: "Quello che ci lega all'altro è
soltanto la convenzione imposta dalle regole sociali, un oceano interiore
sconfinato è quello che ci divide…cavalieri nella tempesta
elettrica"
23-3-'00: "Un diario è un reportage
dell'instabilità e dell'umoralità narcisista, uno sbieco sotterfugio per
dare ordine al disordine attraverso la metodicità più stantia imposta
dal calendario: r-i-p-e-t-i-t-i-v-i-t-à. Un diario forse serve soltanto
ad annoiare se stesso."
16-6-'00: "A contemplar l'infinito si diventa
stupidi, eppur non si diventa infiniti a contemplar stupidità"
10-7-'00: "La paranoia è un meta pensiero,
quindi un pensiero più nobile perché ha una coscienza propria
indipendente dal soggetto pensante, è un pensiero che si pensa, ultima
stazione dell'Io introflesso ancora non imploso"
2-7-'01:" Certe parole andrebbero usate
esclusivamente per il suono ed il colore proprio che producono nel momento
in cui la corda vocale, da cui sono mediate e prese in prestito, le fa
vibrare ed affettare nell'aria, le parole normalmente vagano come
astro-sintagmi nello spazio xilofono, è la trachea diaframmatica
individuale che si illude di appropriarsene"
divagazioni - SORTILEGIUM ANIMI
"Guardo il mio volto allo specchio per sapere
chi sono, per sapere come mi comporterò tra qualche ora, quando mi
troverò di fronte alla fine. La mia carne può aver paura; io, no."
(Deutches Requiem" in L'Aleph di J.L.Borges)
"L'Inferno è più reale che mai, appartiene a
questa vita, a questa carne, a questo spirito! L'Inferno col suo carico di
dannazione e la sua carovana di roulottes rubate con a bordo demoni zigani
e sghignazzanti raggiunge lo spirito di un uomo per poi capovolgerlo,
perché in verità è l'Inferno che sceglie i propri eletti da possedere e
non viceversa, questo sia chiaro da subito!"
"L'Uomo non ha ancora trovato un antidoto, una soluzione efficace,
una cura a tutto ciò che sottrae energia alla vita e che viaggia
contromano sull'autostrada dell'istinto di sopravvivenza.
Egli fugge la propria coscienza in maniera tanto vile quanto ostinata, si
affanna a rimuovere emozioni e dannazioni, iberna sensibilità e pensa ad
altro, come se veramente al di fuori di tutto questo possa esistere un
altro!"
"Può finire il mondo? Questa domanda nella
misura in cui è denominata dal terrore della fine, costituisce uno dei
prodotti estremi dell'alienazione e quando diventa esperienza della fine
del mondo si confonde con l'esperienza dello schizofrenico" E. de
Martino
"Quando l'esperienza visionaria è terribile e
il mondo è trasfigurato nella maniera peggiore, l'individualizzazione è
intensificata e il visionario negativo si trova associato a un corpo che
sembra diventare progressivamente più denso, più strettamente compatto,
finchè alla fine si trova ridotto a essere la coscienza in agonia di un
blocco di materia condensata, non più grande di una pietra da tenersi tra
le mani" A. Huxley
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"…( dopo lunghissima pausa ed un sospiro profondo quanto
evanescente) Il "se" non è un'entità inviolabile blindata in
qualche cassetto astratto della coscienza umana: anche la innata ed
insondabile alchimia che contraddistingue l'anima può trasfigurarsi e
cariarsi nella immota giostra delle morti e delle rinascite".
(la corda - il frate impiccato - la figura geometrica del cerchio/cappio).
Le ossessioni, fobie, possessioni, fissazioni sono lo squaglio surrealista
degli arcani maggiori, il sortilegium animi che irradia la spina dorsale
in una sorta di anti-kundalini atto ad essiccare e vampirizzare le energie
seminali dell'essere"
" Non dormire per alcuni giorni di seguito causa una serie di eventi
indecifrabili nell'essere: si avverte la realtà in maniera distorta,
allegorica, non è un caso che molti mistici pratichino il digiuno e si
oppongono volontariamente al sonno prima di giungere ad esperienze
extra-sensoriali (visioni di varia natura o premonizioni). L'insonnia
prolungata genera un intorpidimento mentale ed una stanchezza cronica a
cui si oppone parossisticamente un iperattivismo turbato, difficilmente
gestibile dall'individuo, commisto ad un tipo di ideazione disordinata ed
incongrua che si alterna in senso opposto a momenti di completa catalessi.
E' probabile che l'insonnia prolungata inneschi nello stato chimico di un
organismo una sovraproduzione di adrenalina o di serotonina, qualcosa di
molto simile avviene negli stati di alterazione di coscienza per induzione
da scorie psicotrope."
"Oltre a se stessi c'è anche un nostro doppio perduto che si aggira
nel mondo."
"Canto dell'Aquila in Volo"
I raggi del sole sulle mie ali riposano si
allungano pigri. Un piccolo tornado grigio tenta di prendermi, si avvita
incessante sul mio sentiero celeste. (Navajo)
"…c'è un ragazzo malato che si aggira dalle
vostre parti/la cui memoria ha perso aderenza/ragazza voglio portarti via
con me/lungo il mio viaggio di morte…" Death Trip (Iggy Pop)
"L'ansia di capire, che per molte anime nobili
sostituisce l'ansia di agire, appartiene alla sfera della sensibilità.
Sostituire l'Intelligenza all'energia, rompere l'anello fra la volontà e
l'emozione, spogliando d'interesse tutti i gesti della vita materiale:
questo vale più della vita, che è così difficile da possedere
completamente e così triste da possedere parzialmente." F.Pessoa
"Ogni "animo sognante" ha
l'inclinazione naturale a dare più importanza e significato al proprio
universo interiore piuttosto che alla vita comune, esso da maggior rilievo
alle proprie visioni ed ai propri ectoplasmi onirici rispetto a qualsiasi
accadimento della sua vita esteriore. Fin qui tutto bene, il problema
insorge quando in questo "animo sognante" i sogni e le visioni
beatifiche mutano in incubi irriconoscibili, allora la strada per trovare
una qualsiasi uscita di sicurezza diviene tutta in salita, le porte del
mondo interiore si chiudono, cala il sipario."
"La superstizione e la magia intaccano lo spirito già spaurito fino
a sostituirlo con altre "entità non precisate" . Queste
entità/forze compromettono e modificano ad ogni livello l'identità, in
quanto essenza che restituisce soggettività, in maniera tale che
progressivamente questo soggetto diviene "altro" da se. Esiste
un momento decisivo in cui l'individuo diventa preda dell'occulto, un'esca
naturale per i demoni, il più delle volte l'essere si accorge di questa
trasformazione innaturale ma può capitare che non se ne renda conto
completamente"
"Il sortilegium animi conduce ad una sensazione di assenza dello
scopo delle azioni, si fallisce, per questa ragione, in una qualsiasi
proggettualità ordinaria; la geografia dei codici che regolano la vita di
un individuo diviene improvvisamente incomprensibile, ciò che prima si
dava per scontato è causa dubbio : allora, che ogni cosa umana muta in
estranea e pericolosa oltre che spaventevolmente e crudelmente autentica;
perché non esiste alcun senso/significato indotto dell'esistenza stessa
se non quello che il soggetto medesimo ricerca e si impone, facendone
convinzione prima e verità della propria esistenza poi."
"Chi si sente ovunque come in un paese
straniero è superiore a chi si sente ovunque come a casa propria"
Ugo di S.Vittore
"Non si guarisce dai propri mali, ci si vive a
fianco" A. Camus
"Vorrei avere un po' di luce intorno a me,
starmene con persone illuminate che emanino essenze candide e profumate…eppure
mi ritrovo a finire sempre con anime nere e puzzolenti." Hugo
(Diario, 8 dicembre '01)
"La Stregoneria è un viaggio di ritorno…"
(Don Juan, Il Potere del Silenzio)
"Le anime inquiete vagano da qualche parte
portando sulle spalle il pesante carico di disperazione…" (IL Corvo
II)
"C'è un ordine che premia i più ubbidienti,
ma noi siamo stati chiamati a partecipare a un'altra festa" E. Brizzi
HAIKU-Z
Sbriciolo molliche di me sul tuo davanzale/ e gli
occhi carichi di lacrime da dissetarmi quasi stanno per commuovermi/
vorrei scrivere per sempre dimenticandomi chi sono/ e trovandoti ad
aspettare/nervosa/ Ho tutto il tempo che voglio ma non ne ho
bisogno/adesso/ Prova a spingermi più in là/non cambierà molto/ In
fondo alla bottiglia c'è sempre il peggio/ il meglio l'ha bevuto qualcun
altro alle nostre spalle/ Nutrendo la tua paranoia raddoppierai la mia e
ci eviteremo con gli sguardi semmai ci incontreremo e così via…/Quando
tramonta il sole non me ne accorgo/ spesso ogni cosa è uguale a un'altra
presa così/neutra/ So che ci rimarrai un giorno prendendo quella roba/ ma
non sarà né colpa tua/né mia/ma solo della roba/ Muto dolore nel tuo
mondo/fatto/ di tarli a tarsie policrome/ ma l'arte mi fa schifo come
tanta gente/comparse e ri-comparse/ raramente s-compaiono/Musica techno a
palla// Sale il malessere sale/ E' fuori il mio controllo/adesso/ Hai
nascosto quel mezz'etto nel cassetto?/ Il solito conflitto è morto/sui
binari del metrò/ l'hanno spinto sotto/ il blues è caldo - il jazz è
freddo/ e nel bel mezzo di una frase/ mi sono perso/ non arrivo alla fine/
melodie dal Brasile/ Una distesa di semafori in fiore/ mi tende la mano/
gli tendo la mano/ lei è sola/ e se ne sta la dentro/Ha paura di uscire/
Là fuori non c'è niente di buono/ meglio stare fermi/ se hai paura/ devi
nasconderti/ il disordine è contagioso e libero/ Viene a liberarci il
disordine… ho un po' paura adesso…// Non ci sto a pensarmi/come essere
pensante/e gli elementi alchemici che complottano alle mie spalle/saprò
dominare anche voi un giorno!/Questo giorno di ansia si contorce/rettile
nel cuore e nelle viscere/Lo ascolto lamentarsi/ il suo liquido mi inonda/
impuro/ e non c'è nulla di psicoanalitico/Psiche torpida e sconfitta/ ti
celebri in un cesso a pagamento con altre volgarità riflessive ed
intellettuali/Non amo compiacermi come essere pensante/ che grava greve
sulle medesimi gracili gravità/I tuoi occhi/forse i miei/anzi i suoi/ma
insomma decidiamoci,no!?/ hanno quella lucentezza opaca di intelletti
sprecati nella noia/trenta settembre duemilauno//Orizzonti
lontani/perduti/nell'ordinario caos di ore trascorse/A volte un riflesso
vorrei mi abbagliasse/come in un bagno luminoso/Accanto ad una
lanterna/scorgere il tuo viso/Confondersi/con l'ordinario caos di ore
trascorse/a giocare con me/nel ricordo di un sé/ormai logoro-sfilacciato
brandello/Di un tutto/Di un niente/Di un forse/Quando fuori il freddo
picchiava alle porte di ossa stecchite/nei rovi del cuore/capivi il dolore
e la gioia/Senza parlare/Ti ho vista volare/In questo caos di
ordine/forzato/di colore sbiadito/ Macchiato da urla/ Psicotiche-reattive/
a nenie cantilenanti/In un cortile /Isolato/ da mura quadrate// Vomito
tutto il male /fuori di
me/quello che era già dentro/ quello che è venuto
da fuori ed è rimasto lì a ristagnare/ Non c'è più
spazio/qui dentro/ E' uno scompartimento pieno/ di
nefandezze/ accumulate/essendo vivo/ Il male è
la fuori/è la somma di tutte le singole
malvagità/ che non avevano più spazio/qui dentro/ Eppure
dicono/ sia il bene/ a mandare avanti il mondo/Ma
di quale mondo parlano!?// Schizzo nel bosco
fiotti di vita/ assaggiando muschiose ciliege che/
la tua fica mi imbocca/una gioia improvvisa
esplode/ e implode/ per sempre/ come una cicatrice
interiore/e le anime dannate hanno visto la
luce/ la luce!/post lux tenebra//
IL VIAGGIO MAGNETICO
"Il tempo mi confonde completamente. Quando
uno perde il baricentro emotivo ecco cosa gli succede. I miliardi di anni
e le frazioni di secondo si scambiano di posto. Si esce dal mondo normale
di contare" R. Lehhmann
Esistono quei luoghi che, anche se non si è dotati
di estreme sensibilità, si avvertono come carichi di energia,
polarizzati; tale fenomeno si situa nella zona liminare tra l'evento del
magnetismo proprio della fisica e la stregoneria, intesa come conoscenza
del soprannaturale. Questi luoghi, che hanno una loro precisa collocazione
geografica, solitamente si riconoscono perché attraverso quel potere
magnetico attirano l'essere verso di se, per mezzo di un richiamo che va
ben oltre la sfera sensoriale comune. Sono luoghi in cui il codice di
orientamento spazio-temporale si dissolve in breve tempo fino a decadere,
luoghi in cui l'essere avverte delle vibrazioni a cui alla fine, sebbene
si sforzi di resistere da vero volenteroso, è costretto ad abbandonarsi
privo di energie, la maschera sociale si sgretola e resta nudo e inerme,
ma lo sfinimento risultante è più una sensazione piacevole che un vero e
proprio affaticamento dell'animo. E' bene specificare che tali meccaniche
ultrasensoriali il più delle volte non sono avvertite dai protagonisti
dell'evento magnetico, ma vengono vissute inconsapevolmente. Dunque in
questi luoghi magici, le corde dello spirito diventano più suscettibili e
ricettive per ogni minimo cambiamento interiore e l'attenzione si
focalizza vivida su ogni elemento circostante, cosa questa assai
miracolosa, se rapportata alla vita ordinaria in cui non si vive sotto
vetro e si da tutto per scontato. La routine a cui si è assoggettati e
prigionieri fa capo ad un sistema meccanico che si subisce anziché
riuscire a farlo vibrare e brillare, questo accade perché il mondo
urbano, a parte rarissime eccezioni è composto da tanti luoghi aridi e
asettici privi di energie e magneticamente parlando a-polari, per rendere
l'idea i cimiteri sono assai più vivi che le metropoli.
In verità non si può con certezza stabilire il perché alcuni luoghi
siano polarizzati ed altri non lo siano, e neanche perché alcuni siano
catalizzatori di energia positiva ed altri di energia negativa, ma stando
alle leggende degli sciamani, è la presenza dello "spirito" che
rende più o meno "fertili" certi spazi; e la medesima teoria è
applicabile all'uomo. Si tenga conto che gli sciamani non identificano lo
"spirito" con Dio, lo spirito è un concetto astratto che
attraverso l'uomo diviene estremamente concreto, quando l'uomo per
l'appunto diviene stregone-sciamano. Dio in un certo senso rimane
un'entità astratta, e nonostante le liturgie continuative in suo nome
resta indefinito in una non precisata dimensione, ma forse è meglio che
resti lì.
Questa premessa è doverosa per meglio comprendere perché in talune
circostanze dell'esistenza di ogni essere umano e non, ci si senta spinti
verso dei luoghi e in taluni altri momenti si è spinti verso lidi
diversi. Il rapporto tra essere e movimento, essere ed ambiente, nel senso
antropomorfo del termine, è alla base dell'esistenza stessa, forse è il
mistero primo dell'uomo. Il misticismo ad esempio consta di due opposte
pratiche relative a questo rapporto: esiste l'etica del viandante che, da
vero girovago randagio vive nell'ovunque ed è sempre in continuo
movimento, questo perché lo spostarsi nello spazio fisico è associato ad
un dinamismo sinonimo di ricerca interiore, in questo caso si pensi a
molti mistici cristiani. Ma è altresì vero che all'estremo opposto si
trova la pratica dell'immobilità spaziale, solitamente associata a
mistici di grande illuminazione, e a volte conseguente al misticismo
randagio, ne rappresenterebbe l'ultima tappa di questo: l'immobilità, la
catatonia assoluta, caso esemplare il budda. All'immobilità fisica per
l'illuminato si associa una mente ormai ferma, emancipata da ogni legame
con i codici prestabiliti, dai lacci del bisogno di sempre dell'uomo alla
semplice formulazione ideativa. Tornando all'etica del viandante, come
chiave di volta per comprendere il comportamento umano, questa è altresì
propria di molti filosofi e strani personaggi da cui è popolata la storia
dell'umanità e della letteratura. Il filosofo che sceglie come propria
casa il mondo stesso è spinto dal fuoco della conoscenza e per mezzo di
questo annota differenze e analogie che legano gli individui, ma proprio
perché il mondo intero è divenuto la sua dimora egli nonostante si muova
in più direzioni sente comunque di essere nella sua accogliente casa,
questo calore domestico si deve alla capacità del filosofo di ricondurre
le molteplici differenze ad una sola essenza-verità (il molteplice ad un
unicum). In termini antitetici è posizionato quello che la tradizione
definisce il foul, il giullare, lo stradaiolo, che come il filosofo fa del
mondo intero la sua dimora ma invece di lasciarsi dei sassolini dietro
come un novello e saggio pollicino, guidato dall'istinto e dai bisogni,
preda delle passioni si perde in un gomitolo di incroci e crocicchi, per
cui finisce col fare di necessità virtù: della precarietà fa la sua
filosofia e del contingente la propria ragione. Egli vaga, nel senso
letterale del termine, senza una meta definita, senza uno scopo, il
viaggio da mezzo diviene fine medesimo. In questo senso è il caso di
introdurre uno dei personaggi più rappresentativi di questa "poetica
esistenziale" il Don Chisciotte di Cervantes ed attraverso
l'esemplare discorsività di Foucoult, confermare il punto di vista sui
due diversi ed antitetici modelli di errabondi, il filosofo ed il folle o
il giullare stravagante:
"Con i loro giri e rigiri le avventure di Don Chisciotte tracciano il
limite: in esse hanno termine i giochi della somiglianza e dei segni; in
esse già nuovi rapporti si stringono.
Don Chisciotte non è l'uomo della stravaganza ma piuttosto il pellegrino
meticoloso che fa tappa davanti a tutti i segni della similitudine. E'
l'eroe del Medesimo.
Non riesce ad allontanarsi dalla familiare pianura che si stende attorno
all'Analogo, proprio come non riesce ad allontanarsi dalla sua angusta
provincia".
In tempi più recenti, nell'America anni '50 è la
figura del beatnick a dare enfasi alla poetica esistenziale del
vagabondaggio che si trasforma in un'etica con radici più profonde che
coinvolge la complessa struttura sociale ed è per questo che da puro
"vagabondaggio" si trasforma in poetica del "dis-inserimento".
Ai medievali canti giullareschi si sostituisce prima l'aritmia spezzata
del free jazz, colonna sonora naturale che scandisce le gesta sghembe e
borderlaw degli errabondi yankees, poi la psichedelia lisergica dei
cavalieri di metallo che hanno smarrito la bussola. Ma la fine di un
viaggio senza meta ha sempre un tragico epilogo per i viandanti-centauri;
metafora palese del tramonto degli ideali di libertà e della conclusione
della contro-cultura hippy americana di fine anni sessanta, i loschissimi
hell's angels ruberanno chopper, droghe ed ideali ai meno smaliziati easy
riders, è l'inizio della fine.
Fino ai nostri tempi, in cui l'ultima esangue arteria di questa etica
vagabonda è rappresentata dallo zapping televisivo (la poetica del blob),
sconcertante proiezione/volizione bulimica del singolo di "essere
nell'immediato", attrazione irresistibile verso una frammentazione
dell'unico nel molteplice per fare compagnia ad un "se" non più
bastevole, circondandolo di innumerevoli "petit se"; la
frammentazione/disintegrazione minimalista dello spirito come gesto
estremo di rifiuto e di opposizione per la temutissima esclusione
catodica, e, di conseguenza esistenziale, causata dalla molteplicità
oggettiva, infinita, degli eventi che visibili ed invisibili stanno
accadendo. Trapassato ormai l'incubo atomico e quello post-atomico,
l'umanità sta, nel momento in cui scrivo, temendo l'incubo atomistico di
non poter essere e sentire nell'immediatezza, di fallire il proprio, ed
altrui, gerundio presente.
DECEPIT
"La mia condanna è quella di non sapere nè
pensare nè scrivere al di fuori di me, sono completamente involuto a
causa del mio magnetismo interiore che fa girare ogni cosa attorno a me,
è per questa ragione che se dovessi scrivere, per caso, di te…scriverei
in ogni caso di me"
"Sempre meglio un buon trailer ad un pessimo
film, no?"
"Oh ma…mamma! Butta giù la pasta che c'ho
fame, ma…"
17/5/93
Oggi è il suo compleanno, ha ricevuto il permesso di uscire a pranzo con
la mamma.Ha manifestato intenzioni autolesionali è stata fatta una fiala
di Valium i.m. quinto tentativo di suicidio
18/5/93
Stazionaria
19/5/93
Ha manifestato intenzioni autolesionali è stata fatta una fiala di
Largactil i.m.
20/5/93
Alle ore 9.10 viene trovata dal personale medico riversa in fondo alla
scala, riferisce essere stata una caduta accidentale, viene trasportata al
Policlinico ove viene riscontrata una distorsione rachide cervicale e
consigliata applicazione di collare Philadelphia per 10 gg.Si dispone
comunque la sorveglianza continua da parte del personale infermieristico
per tutta la giornata e per tutta la notte.In estemporanea viene eseguita
una fiala di Farganesse alle ore 19.30. "Un movimento si compie in
sei stadi, il settimo implica il ritorno" I-Ching sesto tentativo di
suicidio
"E' preferibile non viaggiare con un
morto"
Dead Man
SULL'EFFICACIA DELL'AZIONE CREATIVA
Una qualsiasi creazione artistica per essere
efficace deve essere più forte della realtà stessa. In altri termini
essa deve porsi su un livello di maggior significazione della vita
soggettiva di chi ne fruisce. Lo spettatore ipotetico deve essere
conquistato ed avvinto dall'azione creativa affinché egli smetta di
identificarsi con un "se stesso" abituale e cominci, invece, ad
identificarsi con la dimensione dell'atto creativo. Se si inventa e si
plasma della materia in forma espressiva ed artistica è necessità prima
dell'artista portare i suoi possibili fruitori dalla sua parte, nel suo
mondo arte-fatto.
Lo spettatore deve allucinare, in maniera del tutto inconsapevole, di
fronte all'azione creativa perché un'allucinazione non è altro che una
sortita psicofisica del soggetto in una dimensione aliena da quella
abituale, aliena ma anche incredibilmente convincente e verosimile da
impressionare il soggetto che ne fa esperienza a tal punto da fargli
ritenere che la realtà e l'essenza stessa del lavoro dell'artista siano,
e non rappresentino, che la sola ed unica realtà autentica che ha di
fronte.
Torna alla mente l'asserzione/condizione necessaria e sufficiente per
l'esistenza-sopravvivenza di ogni forma espressiva: ripetere
l'irripetibile.
Ripetere l'irripetibile è un imperativo pressoché irrealizzabile da un
punto di vista della logica comune entro i parametri della
spettacolarizzazione creativa intesa come lo è stata sino ad ora. Entro
tali parametri fino a questo momento, si è assistito ad una comoda
ripetizione del rappresentabile e si sta volgendo in tempi strettissimi
verso una ancor più comoda ripetizione del ripetibile. L'artista si siede
ormai stranito accanto allo spettatore e, per paura di essere scoperto e
distinto in quanto "creatore di materia", si mimetizza con esso,
si confonde e osserva distratto e vacuo uno spettacolo, un quadro, un
romanzo, un film che non è opera sua bensì appartenente alla indistinta
ripetizione del ripetibile, all'industria dei consumi triti e ritriti.
A queste condizioni l'arte non può essere credibile, essa rinnega il
postulato di autenticità ed unicità, e ogni ambizione di esistere in
quanto costola della realtà e quindi di esistere ad uno stato superiore
ed antecedente.
L'azione creativa è in quest'epoca nient'altro che un prodotto che si è
svincolato progressivamente in due momenti distinti sia dal suo creatore
che dallo spettatore, per questa ragione tale azione sarà destinata a
ripetersi all'infinito, perché nessuno la possiede più, nessuno ne è
più partecipe e si attende soltanto il terzo momento in cui l'opera
medesima si emanciperà da se stessa!
Se ogni cosa è rappresentabile e spettacolarizzabile, allora nulla può
essere autentico ed unico, nulla può essere detto credibile.
E' un dato di fatto che il processo di omologazione espressiva
globalizzata non può che annientare in partenza una qualsiasi spinta
volta all'efficacia e alla detonazione di un'azione creativa.
In uno scenario simile può apparire come logica conseguenza il fatto che
un evento come l'attentato alle "Twin Towers" dell'11 settembre
possa considerarsi come un'azione creativa pura, convincente a tal punto
che neanche l'ossessiva ripetizione tele-visiva ne sminuisce il
significato originario ed autentico o ne può comunque svolgere una
funzione catartica sul soggetto massificato: finalmente un' azione accade!
Avviene qualcosa a turbare l'obsoleto meccanismo della
ripetizione/clonazione del ripetibile, la temporalità sospesa dalle leggi
sistemiche si corto circuita.
Questa azione si impone sulla realtà soggettiva/comunitaria e la invade
così che lo spettatore/soggetto ne viene destabilizzato e poi soggiogato,
conquistato a tal punto da essere gettato in uno stato di angosciosa e
primigenia incertezza dovuta alla consapevolezza che niente sarà più
come prima .Qualcosa di più efficace della realtà ma che ha a che fare
con essa, ha scardinato le convenzioni e le abitudini che si prospettano
nella regolarità vivendi dello spettatore/soggetto/comunità globale.
L'esempio "Twin Towers" è un caso limite. Ad ogni modo essa
potrebbe, proprio per tale limite, considerarsi un'opera d'arte abortita,
perché l'autore di tale opera non aveva ne mire artistiche ne tanto meno
la consapevolezza di questo processo creativo/distruttivo che si è
innescato clamorosamente.
Ma l'efficacia di un'azione creativa deve assolutamente suscitare nello
spettatore una esclamazione radicale dello stesso genere che in questo
caso limite: niente sarà più come prima!
Il carattere allucinatorio, suggestivo, clamoroso di un evento artistico,
di qualsiasi forma espressiva si tratti, si instrada su quella direttrice
che conduce all'efficacia dell'azione creativa.
Per colpire dritto lo spettatore nel suo modus vivendi, per tirarlo dalla
propria parte, dalla parte dell'artista, ci vuole qualcosa che sia al di
sopra della realtà e nello stesso tempo al di sotto del sogno.
Il problema della creazione artistica non è da porsi su questioni
relative all'estetica, ai contenuti, al messaggio, ma piuttosto sulla sua
credibilità, sulla sua forza di ostinata convinzione di esistere come
unica ed autentica realtà per coloro che parteciperanno all'evento, le
altre questioni sono secondarie.
Non è neppure il carattere abominevole o fiabesco a decretare l'efficacia
o meno di un'azione creativa, ma sarà soltanto l'impatto che l'azione
avrà sul collaudato mondo dello spettatore, sarà la natura dirompente a
decretarne l'efficacia e non il genere o le variabili emozionali che si
promette di suscitare.
Un esempio di azione creativa efficace è l'intera vita/opera di V.Van
Gogh, la sua realtà seminata su tela è senz'altro più forte della
realtà che circonda la tela, a questo si deve la straordinarietà del
fatto che dopo la visione delle azioni espressive di Van Gogh la
prospettiva soggettiva dello spettatore sul proprio reale non può essere
più la stessa; come si potrebbe fingere di non aver visto? Oppure a che
servirebbe bendarsi gli occhi?
Van Gogh possiede lo spettatore, lo fa suo, lo incatena al suo mondo
pensato/creato. Attraverso le sue azioni intelate egli è come se
affermasse: la mia realtà è autentica, è la sola possibile, è più
forte di ogni altra realtà, è quella a cui ho creduto e a cui mi sono
sottomesso per sottometterla nella mia arte e per questo resterà impressa
sullo spettatore, per questo ne sarà corrotto fino all'osso.
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