Lorenzo Pezzato credo semplicemente che la letteratura -in generale- dovrebbe liberarsi
dall'influenza dei Classici ed abbracciare la Contemporaneità. Stili, storie e concetti
del tempo che viviamo, null'altro conta. |
LUNA PARK Mario era un vecchio signore, con la faccia tonda e la barba bianca folta
come una pelliccia di visone, la pancia enorme che lo faceva somigliare in tutto e per
tutto a Babbo Natale, gli mancavano solo la slitta e le renne Saetta, Baleno e Scintilla.
Aveva delle mani morbide, piccole ma con le dita lunghe, le unghie curate e nemmeno un
callo sul palmo, non aveva mai usato un martello o una pala in vita sua, neanche una scopa
o un trapano.
Per quarantasette onorevoli anni aveva compilato pratiche assicurative nella sua piccola
agenzia in Corso Garibaldi, al numero undici, un lavoro onesto e senza padroni a dare
ordini, a dire fai questo, prendi quello, sistema quell'altro. In ufficio c'erano solo lui
e la sua impiegata Marina, una donna bruttissima con un neo sulla punta del naso che la
faceva diventare ancora più brutta, ma era una brava persona e una gran lavoratrice,
esperta nell'uso del computer e della macchina da scrivere, sempre puntuale e precisa, non
dimenticava mai niente ed era gentilissima con i clienti.
Lui la pagava regolarmente e lei faceva regolarmente quello che doveva, molto spesso anche
di più, e così non avevano mai avuto un solo motivo per cui litigare, anzi il rapporto
tra loro si era sempre mantenuto come deve essere tra due persone rispettabili che
lavorano assieme.
Ogni giorno alle diciannove e trenta, quando l'orologio della piccola chiesa di S. Lorenzo
rintoccava, Mario chiudeva la serranda spaccando il secondo e andava a prendere
l'aperitivo sempre allo stesso Bar, all'Angolo tra il Corso e Via Carducci, a quell'ora
affollato di gente e di amici suoi: Caio il macellaio con l'accento romano, Luigino
l'imbianchino emigrato da Napoli, Severino il postino del quartiere, lo Zoppo -così lo
chiamavano- che faceva l'usciere comunale e per finire Gabriele il panettiere, un uomo
grosso come un orso bruno e con dei baffoni neri che gli coprivano perfino le narici.
Stavano assieme non più di un'ora, in allegria a parlar di tutto, dal calcio alla
politica, il traffico e i parcheggi sempre pieni, il superenalotto e le scommesse sui
cavalli: "Punta su Iperbole di Cassino, piazzato nella quarta corsa!", "Ma
no, cosa dici, metti tutto su Palombella, la danno sette a uno!", "Ma fammi il
piacere, se tu capissi qualcosa di cavalli scommetteresti su Cicciobello vincente, come ho
fatto io!"- dicevano tutti affannati agitando i bicchieri davanti al banco, e
ridevano, ridevano facendo dei brindisi e rovesciando gocce per terra.
Tra una discussione e l'altra bevevano qualche bicchierino, ma sempre senza esagerare,
altrimenti chi le sentiva le mogli quando tornavano a casa?
Già, perché erano tutti sposati con figli, eccetto lo Zoppo.
Anche Mario aveva una moglie di nome Caterina e una figlia di nome Arianna, sposata pure
lei e andata a vivere in Germania per seguire il marito, un ingegnere in carriera.
Caterina era morta dopo due anni che lui era andato in pensione, dopo quasi cinquanta di
matrimonio e ancora troppo giovane.
Tutto era successo improvvisamente, senza un motivo preciso: erano andati a letto la sera
e alla mattina lei non si era più svegliata, però aveva sulla bocca un sorriso
soddisfatto.
Mario aveva reagito bene, non si era lasciato cadere nella tristezza e nella solitudine
come la maggior parte delle persone, era in pensione - è vero- ma questo per lui non
significava non aver più niente da fare o vita da vivere, al contrario, poteva sfruttare
tutto quel tempo libero per inventarsi delle occupazioni sempre nuove, oltre quella di
andare ogni giorno al cimitero per cambiare i fiori e portare un saluto alla sua sposa.
Si faceva coraggio, si vestiva, si pettinava e poi usciva di buon'ora per fare la spesa e
comprare il giornale, passeggiando con la sua aria di signore distinto e ben educato.
A metà mattina si concedeva un buon caffè ristretto senza zucchero in quella pasticceria
famosa per le brioches con la marmellata e la glassa di sopra, lui non avrebbe dovuto
mangiarle per via del diabete, ma uno strappo alla regola ogni tanto non poteva fargli
troppo male.
Se il tempo lo permetteva, finita la colazione si dirigeva verso il grande parco pubblico
di Via Manzoni, lì a due passi, per leggere il quotidiano in santa pace.
La sua panchina preferita era quella tra il laghetto dove sguazzavano la papere e la zona
riservata ai giochi dei bambini, con il castello, il treno, la sabbia e lo scivolo. Poco
più in là era stata posizionata la nuova altalena con addirittura dodici seggiolini in
fila.
Il parco gli sembrava un posto meraviglioso, faceva scomparire la città attorno e gli
sembrava di tornare ai tempi della sua infanzia, quando per le strade non circolavano che
poche carrozze dei ricchi e la bicicletta era un lusso fuori portata per la maggior parte
delle famiglie.
Erano altri tempi quelli, le persone erano povere, più ingenue ed ignoranti ma più
spontanee e non si preoccupavano a girare per la strada, non c'era di che aver paura, non
esisteva tutta la delinquenza dei tempi moderni e ci si poteva fidare.
Adesso lui le vedeva le mamme, ogni giorno verso le dieci e mezza o le undici comparire
contemporaneamente dal nulla, piene di borse e di bambini urlanti vestiti all'ultima moda
da testa a piedi. Gli sembravano così carini, delle fotocopie rimpicciolite dei loro
papà ma più teneri, più morbidi e senza peli a rovinare la pelle liscia.
Loro, le mamme, si davano il turno per controllare tutto intorno, i loro occhi vigili
arrivavano in ogni angolo come il naso di un cane poliziotto, non li perdevano mai di
vista, attente come delle femmine di coccodrillo stavano sedute con la schiena inamidata e
il collo diritto.
A Mario facevano un po' pena, poverine, sempre tese ed apprensive, sempre pronte a
scattare per un nulla, e si chiedeva come facessero a sopportare quello stress.
Per fortuna lui non era compreso nella lista dei pericoli, lo conoscevano tutti nel
quartiere e nessuno si sarebbe sognato di dire che poteva essere pericoloso per
chicchessia, lui, proprio lui, che quei bambini li conosceva per nome ancora prima che
nascessero, che conosceva forse anche i genitori da prima che nascessero, che era stato
amico di molti dei loro nonni, lui che aveva sempre in tasca qualche dolcetto o qualche
caramella da offrire, lui che era meglio del circo quando si metteva a fare quelle sue
buffe espressioni gonfiando le guance, lui che era un vero mago e riusciva a farli
smettere di piangere in un attimo, che pericolo poteva essere per quelle dolci creature?
Lui li amava i bambini, soprattutto i maschietti, forse perché non gli facevano sentire
la mancanza del figlio che non aveva potuto avere.
Aveva sempre pensato che se gli fosse nato un figlio lo avrebbe chiamato Augusto, come gli
imperatori dell'antica Roma, e sarebbe stato il suo pupillo, il suo protetto, magari col
tempo avrebbe potuto diventare davvero un Imperatore e lui il suo schiavo personale,
magari.
Sarebbe stato sicuramente bello e forte, un bambino obbediente, intelligente e rispettoso
del padre, non si sarebbe mai permesso di contraddirlo o di fare qualcosa che potesse far
soffrire la famiglia.
Invece dopo il primo parto, che era stato molto difficile, Caterina non aveva più potuto
avere dei figli e le sue speranze di avere un discendente maschio erano sparite davanti
alle parole del dottore.
Nemmeno questo però era riuscito a togliere l'allegria a Mario, che rivolgeva ai figli
altrui tutte le attenzioni che gli erano rimaste dentro, pronte e confezionate per essere
regalate a chi le meritava, quindi non ai più furbi, non ai più forti o ai più belli,
ma ai più buoni e silenziosi, ai più fragili, a quelli che arrivavano sempre ultimi
nelle gare con le macchinine radiocomandate e che spesso giocavano soli in un angolo,
distanti dagli altri.
Lui li avvicinava piano piano, li accarezzava dolcemente sulla testa e bisbigliava loro
qualcosa nell'orecchio, ed era qualcosa di veramente strabiliante a cui non si poteva
resistere: un invito segretissimo per andare a visitare il posto più bello e divertente
del mondo, loro due e basta, come vecchi amici.
Il Luna Park di Carne, meglio del Paese dei Balocchi. Una casa intera piena zeppa di
bancarelle di dolciumi, festoni che penzolavano dal soffitto e palloncini colorati in ogni
stanza, l'ultimo disco dello Zecchino d'Oro a volume alto e fette di torta alla cioccolata
dappertutto, per non parlare delle sfogliatelle con l'uva candita e i bignè alla crema,
quella senza liquore.
C'era ogni tipo di giostra: il Bastone Cresci-Cresci che a toccarlo diventava sempre più
grande e se si riusciva a fargli superare il bordo delle mutande si vinceva un pesce
rosso, il Pisciainfaccia dove bisognava cercare di centrare un imbuto che Mario stringeva
tra i denti e il famosissimo BumBum, le montagne russe su cui si saliva in due per cabina
e a luci spente sotto le coperte si volava, si scendeva a destra girando improvvisamente a
sinistra, ci si trovava uno sotto e uno sopra, uno davanti e uno dietro, sbattuti di qua e
di là. A fine corsa facevano male le chiappe per le botte, ma il divertimento era
assicurato.
Il Bagno del Terrore era una prova che solo i più coraggiosi potevano superare senza
farsela sotto. Si entrava a piedi e dentro era tutto buio, i rubinetti della doccia aperti
facevano un rumore infernale che poteva confondere le idee anche ad un piccione
viaggiatore, la piccola luce sopra la specchiera lampeggiava ed era così poco luminosa
che non si riusciva a vedere a più di dieci centimetri davanti al naso. Ad un certo
momento saltava fuori Mario dalla vasca, vestito di pelle nera e con una maschera
terrificante piena di anelli di ferro, che lasciava intravedere solo gli occhi e aveva una
cerniera rossa al posto della bocca.
"Adesso ti mangio!"- urlava alzando le mani e mouvendo le dita.
A quel punto si poteva prendere qualsiasi oggetto, il frustino per cavalli, il candelabro,
il phon o il mocio e iniziare a picchiarlo con tutta la forza possibile dove capitava,
sulle gambe, sul sedere, sulla schiena, fino a che si riusciva a sfuggirgli e sgattaiolare
a quattro zampe dall'altra porta, con il cuore in gola.
L'ultima attrazione prima dell'uscita era il Mulo Monco.
In tre tentativi bisognava, rimanendo bendati, rimettere la coda all'asino che l'aveva
persa. Mario era l'asino, tutto nudo con due enormi orecchie di cartone legate sotto il
mento, e la coda era un pezzo di manico di scopa con dei ciuffi di lana ad una estremità
che doveva essere infilata nell'unico buco disponibile. Ma questo gioco non era tanto
bello, perché si vedeva attraverso la benda e tutti vincevano sempre il premio in palio.
Poi un giorno sono arrivati i Carabinieri a sirene spiegate, quattro o cinque macchine in
fila indiana, si sono fermati sotto casa di Mario, sono saliti e lo hanno accompagnato
giù tenendolo sottobraccio per aiutarlo a fare le scale, come si fa con le persone
importanti tipo i Senatori o i Presidenti della Repubblica, tutti i vicini erano
affacciati alle finestre sul cortile interno del palazzo e guardavano in silenzio il
vecchio assicuratore camminare veloce con le mani dietro la schiena, alla sua solita
maniera.
C'erano anche i giornalisti e la televisione, i fotografi con i loro flash abbaglianti,
tutti facevano domande e spingevano per avere l'inquadratura migliore, un vero trionfo
insomma.
Si, era stato un vero trionfo, ma era stato anche l'ultimo giorno in cui il Luna Park di
Carne aveva tenuto i cancelli aperti e l'ultimo giorno di Mario nel quartiere. Si era
trasferito in una lussuosa villa fuori mano, lontana dalla città, e gli avevano offerto
di essere per sempre ospite di quella casa, di avere chi gli serviva il pranzo e la cena,
di raccontare la sua storia davanti a Giudici, Avvocati ed altre personalità purché
chiudesse il Luna Park, perché i genitori avevano paura che i figli marinassero la scuola
tutti i giorni per andare a divertirsi a casa sua.
PLACENTA
Buongiorno dal TgRadio.
In apertura ancora la drammatica situazione in Medio Oriente, dove ormai è guerra su
tutti i fronti e con tutti i mezzi disponibili: da una parte le sofisticate tecnologie
militari dell'esercito con la stella di David, dall'altra poche armi automatiche, molto
tritolo e migliaia di kamikaze disposti al sacrificio.
Ogni tentativo di trovare una soluzione diplomatica è definitivamente naufragato dopo che
ieri un missile lanciato da un elicottero Israeliano ha fatto saltare la palazzina dove si
trovavano rinchiusi Arafat e i suoi più stretti collaboratori.
La Comunità Internazionale
- La Comunità Internazionale resta a guardare
cosa si
aspettano che faccia?
- Dai, spegni quella radio. Il Tg mi mette addosso un'ansia
sempre e solo brutte
notizie.
- Hai ragione, ecco fatto.
Tanto è sempre la solita storia, non finirà mai. Passami lo strofinaccio amore, già che
sei in piedi.
Come è andata oggi dalla ginecologa?
- Bene.
Ha detto che secondo lei siamo vicinissimi, forse un paio di giorni.
Mi ha visitata e ha detto che tutto procede per il meglio.
Mi ha anche chiesto che nome gli daremo: le ho detto Giulio.
- Allora hai deciso
benissimo. Giulio. Giulio mi piace.
Giulio è un gran bel nome.
Si, Giulio mi piace proprio.
Ma ti rendi conto?
Sarai madre
e io padre.
Ancora non ci credo.
- Io ho un po' di paura, Mauro.
- E' normale tesoro, tutte le donne che
- No, non è quello che volevo dire. Attento che strisci il lavandino così.
- Allora cosa c'è?
Di cosa hai paura? Che non riusciamo a mantenerlo dignitosamente?
- No, lo so che il tuo negozio inizierà a funzionare meglio tra qualche tempo e che
potremo finalmente comprarci la casa invece di stare in affitto, lo so.
- Senti Michela
sediamoci un attimo.
Ecco, mettiti qui.
Piano, piano, tanto ti reggo io. Male alla schiena? No? Perfetto.
Allora.
Sono quasi quattro anni che proviamo ad avere un figlio e ti ho vista piangere
disperatamente Dio solo sa quante volte, abbiamo fatto l'impossibile
ti ricordi
quella volta che ti sei messa al collo una ghirlanda di amuleti portafortuna mentre
facevamo l'amore? Mi hai fatto morire dal ridere, eri troppo ridicola. E quella volta che
hai comprato cinque test di gravidanza perché eri sicura che i primi quattro fossero
difettosi, talmente eri convinta di essere incinta?
Abbiamo consultato decine di medici e aspettato tanto.
Ora sei emozionata, lo sai che sei sempre stata sensibile, è per questo che ti senti
strana.
Ma non ti devi preoccupare, tutto andrà per il meglio.
- Lo so, me l' ha detto anche mia madre.
Oggi ho parlato anche con lei, una che ha avuto cinque figli di cui uno con il cesareo di
sicuro conosce tutte le virgole meglio di una ginecologa appena laureata e che forse è
ancora vergine.
Mi ha dato tanto coraggio e mi ha detto tante belle cose, mi ha raccontato di quanto mio
padre era agitato sempre come la prima volta e fumava una sigaretta dietro l'altra in sala
d'attesa. Non è mai andato in sala operatoria con lei, sveniva già se gli prelevavano il
sangue e diceva che gli sarebbe venuto l'infarto se avesse messo piede li dentro.
Quando sono nata io è arrivato in ritardo, faceva al notte al lavoro e mentre veniva
all'ospedale in macchina i dottori avevano già deciso che non si poteva più aspettare,
la mamma ha detto che è rimasto male perché non ha potuto baciarla e stringerle la mano.
Papà mi manca spesso sai, era un uomo fantastico e sempre sorridente. Ha lavorato tutta
una vita per mantenerci e mandarci a scuola senza mai lamentarsi, gli bastava la sua
numerosa famiglia. Mi sarebbe davvero piaciuto tanto fartelo conoscere, sareste andati
d'accordissimo.
Anche lui avrebbe avuto tante cose da dirmi.
- Sono sicuro che ti avrebbe detto di rilassarti, di stare tranquilla e non pensare a
niente se non a prepararti al grande momento - vedrai- sarà meglio del giorno del nostro
matrimonio.
Adesso ti preparo un pranzetto di quelli come dico
vuoi scommettere che come per
magia indovino esattamente di cosa hai voglia?
Dammi ancora un'oretta di tempo per finire e poi a tavola.
Ho comprato una bottiglia di rosso da favola
- Sai che non potrei
- Lo so, lo so, ma una goccetta giusto per fare un brindisi non ti può fare male, no?
- Beh, non credo proprio.
Per essere sincera non ho molta fame, sono stanca. È incredibile come ti stanchi in
fretta quando sei incinta, oggi non avrò camminato per più di cinquecento metri in tutto
e mi sembra di aver scalato una montagna.
E non ho neanche tanta voglia di brindare.
- Forza tesoro, è tutto a posto, dammi un bacio.
Buongiorno dal TgRadio.
È di qualche minuto fa la notizia che sarebbe stato arrestato l'uomo che martedì scorso
ha violentato ed ucciso Nicola Pietrostefani, il ragazzino di sei anni scomparso in
provincia di Parma mentre con i genitori si trovava all'interno dell'ipermercato
.
- Non è tutto a posto Mauro, io ho paura.
Non ho paura per me, per il male che sentirò, per i soldi, per la casa, non ho paura per
questo.
Ho paura per Giulio. Ho tanta paura per il nostro bambino.
- Paura per Giulio?
- Sarà così fragile e indifeso e piccolo, tanto piccolo. È così piccolo che riesce a
stare tutto nella mia pancia, e gli avanza anche spazio per girarsi.
Hai capito quanto è piccolo tuo figlio?
Non saprà camminare, non saprà parlare, non saprà difendersi. Se vuoi vivere devi
saperti difendere la fuori, tu lo sai meglio di me. Oppure ti sei dimenticato di quando
qualche anno fa scrivevi gli articoli di cronaca? Oltre a non pagarti ti hanno fatto
vedere cosa succede davvero la fuori. Non ti ricordi più di tutte quelle volte che ti
veniva da vomitare mentre mi raccontavi i particolari che non potevi scrivere?
C'è troppa violenza, troppa violenza, e lui sarà così piccolo e non potrà difendersi.
- Michela, calmati. Ti prego.
Ecco, bevi un po' d'acqua, da brava.
Così, brava.
Calmati.
- Non ci riesco, ho troppa paura.
Guarda, mi tremano le mani. Come facciamo? Come possiamo fare? Io non voglio che mio
figlio nasca in un mondo di merda, lo capisci?
Siamo degli incoscienti Mauro, degli incoscienti, dei pazzi, dei malati di mente, siamo
malati, ammalati, come si può fare?
- Non è vero, non siamo dei pazzi.
Cazzo, Giulio deve nascere perché noi ci amiamo Michela! Questo dovrebbe bastare, no?
Il mondo è una merda, è vero, ma nostro figlio no.
Lui sarà piccolo come siamo stati piccoli anche noi, e noi saremo genitori come lo sono
stati i nostri, lo proteggeremo e lo faremo crescere.
- Si, ma quando eravamo piccoli noi non c'era questa schifezza in giro per le strade.
Viviamo in una città Mauro, in una grande città, e tutti i giorni succedono delle cose
terribili alla luce del sole, davanti agli occhi della gente.
E siamo in Italia, in Italia.
C'è gente che muore sul marciapiedi o che piscia sui portoni dei palazzi, i tossici che
si bucano in mezzo al mercatino dei libri in pieno centro e la pattuglia della polizia a
dieci metri che guarda, guardano e non fanno un cazzo.
Cosa dirai a Giulio quando ti chiederà perché la polizia non fa niente? Cosa gli dirai?
- Non so cosa gli dirò!
Ma tu che ce l' hai in pancia e gli puoi parlare, cosa gli dirai se ti chiede perché non
gli hai dato la possibilità di decidere da solo se questo mondo è troppo marcio per i
suoi gusti?
Cosa
gli
dirai?
Avanti! Rispondi.
Cosa gli dirai?
- Non lo so, non lo so, io non lo so
- Non piangere amore.
- Come faccio a non piangere?
Lo senti? Ha cominciato a muoversi, ci ha sentiti discutere e non vuole, lui non vuole che
mamma e papà litighino, non è vero piccolo mio? Senti, ecco, senti come scalcia?
- Credo che ci stai dicendo che vuole uscire.
- Ma lui non sa. Come fa a sapere cosa succede qui fuori?
Come fa a sapere quanta cattiveria ci può essere in una sola città? E in una sola
persona?
- Ma lui nascerà in mezzo all'amore, tanto amore.
Vuoi dell'altra acqua?
- Smettila di trattarmi come una povera donnina con una crisi di nervi prima del parto!
Smettila!
Io dico davvero, no di più, cosa c'è di più di davvero?
Non mi trattare come una stupida, e l'acqua bevila tu se hai sete.
Pensi di riuscire a capire cosa prova una madre? Pensi di sapere cosa vuol dire avere una
creatura dentro? Pensi che potrai mai sentire la preoccupazione che ti stritola come la
sento io?
Rispondimi?
Chi credi di essere?
Io sono sua madre, e non si può fare meglio di così.
Io so cosa è giusto per lui, e nessun altro, e non mi farai sentire più sicura se cerchi
di addolcire la pillola.
Potrei morire solo pensando che gli può succedere qualcosa.
- Io, io
Anch'io sono preoccupato, te lo giuro, ma voglio un figlio almeno quanto lo vuoi tu.
- Anche tu sei preoccupato. Allora perché non mi capisci? Sei suo padre mio Dio, devi
fare qualcosa. Mi hai promesso mille volte che ci avresti sempre protetti, sempre. Questa
è la prima occasione in cui dovresti mantenere la tua promessa e già te la fai sotto. Te
la fai sotto. Lasci tua moglie e tuo figlio soli in un mondo di merda! Che uomo sei?
Che uomo sei?
- Non è vero!
Io non me la faccio sotto. Io vi proteggo, vi proteggo da tutto e da tutti.
Mi farei ammazzare per voi, lo sai, siete tutta la mia vita.
- Sei pazzo Mauro, adesso l' hai capito?
Come puoi dire queste cose e poi essere così egoista da volere tuo figlio ad ogni costo,
anche se vuol dire farlo nascere in una fogna?
Sei pazzo, pazzo.
- Non gridare, ti prego. Amore non gridare.
No, non cercare di alzarti.
Michela
Ma cosa ci succede? Io ti amo, perché sta succedendo questo casino?
- Casino?
Cosa vuol dire casino? Questo è un incubo. Il mio uomo è scappato via e mi trovo sola
con un figlio che non potrà difendersi.
- Ma io sono qui. Non me ne andrei per niente al mondo.
- Smettila di dire cazzate!
Non ti riconosco più, sei fuori di te. Forse è meglio se te ne vai subito.
- Che cazzo stai dicendo?
Io non mi muovo, questo è il mio posto e quello che hai in pancia è nostro figlio.
- Mi ami davvero?
- Da morire, da morire.
- Vieni qui, appoggia l'orecchio.
Giulio. Qui c'è Giulio, e tu devi pensare a lui prima di ogni altra cosa.
Prima di ogni altra cosa, hai capito? E poi a me.
- Hai ragione Michela, hai ragione. Scusami amore, e scusami anche tu Giulio. Papà è qui
per difendervi, voi siete la mia famiglia, siete tutto quello che ho in questo mondo di
merda e nessuno vi farà del male, lo giuro.
Mi potrai mai perdonare? Non so cosa mi è preso.
- Cosa fai? Adesso sei tu che piangi?
- Piango perché sono felice, felicissimo e vi amo, vi amo tutti e due da impazzire.
Guardami negli occhi amore, ti giuro sulla mia vita che nessuno vi farà del male, te lo
giuro.
- Allora ascoltami bene, devi fidarti di me e di quello che ti dico. Io non voglio che
Giulio corra dei pericoli, dobbiamo trovare il modo di tenerlo lontano dai pericoli,
lontano dalla gente. Ho paura della gente che cammina per la strada, hanno tutti una
faccia qualsiasi e un vestito qualsiasi, una macchina qualsiasi e un lavoro qualsiasi,
magari sono sposati, poi la sera vanno in giro a rapire e torturare i bambini o vanno in
vacanza in Thailandia per scopare le bambine di cinque di anni. E se le persone normali
sono così pensa cosa possono fare dei marocchini che vivono in una baracca e mangiano
immondizia, sempre ubriachi di quella schifezza di vino in cartone.
Ho paura Mauro, ho tanta paura della gente. Anche le maestre dell'asilo mi fanno paura, mi
fido solo di te. Non abbandonarmi, stammi sempre vicino e aiutaci.
- Non ti preoccupare, vedrai che troviamo il modo di proteggerci dobbiamo solo pensare,
pensare, pensare.
- Non abbiamo più tanto tempo, dovevamo pensarci prima.
- Non è tardi amore mio, possiamo ancora farcela ma dobbiamo stare calmi e ragionare, se
ti agiti è finita, non ti verranno mai delle idee. Calmi, dobbiamo stare calmi.
Buonasera dal TgRadio.
Un motoscafo con a bordo una quarantina di persone è naufragato questo pomeriggio nelle
acque al largo di Bari, mentre era inseguito dalla motovedetta della Guardia Costiera che
lo aveva intercettato poco dopo la partenza dal porto di Durazzo, in Albania.
Per il momento non sono stati trovati superstiti, ma le Autorità sperano che qualcuno sia
riuscito a mettersi in salvo raggiungendo le spiagge a nuoto. Sicuramente non c'è
speranza di trovare in vita i numerosi bambini che viaggiavano con le famiglie
- Si, devo cercare di calmarmi, ma appena chiudo gli occhi vedo
tutte le mostruosità che ormai sono normali, e mi sento anormale e non riesco a smettere
di piangere e la vita mi fa schifo e ci sputerei sopra. Dopo penso a Giulio e vedo
l'arcobaleno. Dopo penso a Giulio e alle mostruosità contemporaneamente e mi prende il
panico.
Ma gli altri come fanno?
Come fanno a essere così tranquilli?
- Sono loro i malati di mente!
Così fanno. Non c'è altra spiegazione. Sono loro i pazzi.
- Si, sono loro i pazzi. Ma noi no, noi abbiamo capito e forse riusciremo a fare
qualcosa
dobbiamo!
- Dobbiamo, per Giulio prima di tutto.
Hai fame adesso?
- Fame? Neanche un po', mi sembra di aver mangiato una scatoletta di chiodi. Tu hai fame?
- Mi è passata.
Pensavo a Stefano ed Elena. Li hai visti come fanno i disinvolti con quella carrozzina? E
pensare che dicono di amare Claudia più di qualsiasi altra cosa, poi escono e vanno in
centro a farle respirare i gas. E se ne vantano anche:
la bambina la portiamo con
noi dappertutto, non ci separiamo mai.
Coglioni.
- Non dobbiamo pensare agli altri adesso, non è importante.
- Scusa, hai ragione.
Non dobbiamo pensare agli altri, è che non sono dei coglioni, sono i nostri migliori
amici alla fine. Pensi che dovremmo telefonargli per spiegargli come stanno le cose in
realtà? Potrei parlare con Stefano, da uomo a uomo, e spiegargli che deve proteggere la
sua famiglia, che non deve farsela sotto. Tu potresti parlare con Elena, tra madri vi
capite, voi sapete cosa è meglio per i vostri figli.
Che ne dici?
- Che è troppo tardi per loro.
Claudia è già nata, e non si può tornare indietro. Se gli facessimo vedere la realtà
adesso cosa potrebbero fare? Cosa gli suggeriresti? Di impazzire d'apprensione fino a
morire o di ucciderla?
No, non possiamo, sono nostri amici. A volte è meglio non sapere.
Dobbiamo pensare solo a Giulio, lui prima di tutto.
- Prima di tutto.
- Levami le scarpe Mauro, ho i piedi che mi scoppiano e mi fanno male i polpacci. Ecco,
bravo.
Vedi qualcosa di strano? Mi fa malissimo la pianta del sinistro.
- Non mi sembra, vuoi un massaggio?
- Non ora, lo vuoi capire che dobbiamo cercare una soluzione subito? Non voglio trovarmi
nella stessa situazione di Elena e Stefano, hai capito?
- Scusa amore, scusa
ma ti prego: non gridare, mi fa innervosire.
- Ti fa innervosire? Tu ti innervosisci? E cosa dovrei fare io? Cosa dovrei fare secondo
te? Lui si innervosisce, poverino.
- Se mi innervosisco non riesco più a pensare.
- Tu non devi pensare a niente, devi solo fare quello che ti dico. Giura su tuo figlio che
farai come ti dico.
- Ma
- Giura!
- Giuro.
- Non ho sentito!
- Giuro.
- Di nuovo!
- Giuro! Te lo giuro!
- Perché io sono la mamma e so cosa bisogna fare.
- Tu sei la mamma.
- Ora dobbiamo prepararci, dobbiamo prendere tutte le precauzioni possibili per riuscire a
tenere Giulio in un posto sicuro fino a che non sarà grande abbastanza da potersi
difendere, lontano da tutti e vicino solo a mamma e papà, non voglio che qualcun altro
possa toccarlo, non deve succedere. Povera creatura innocente, non è ancora nato è già
deve trovare un rifugio.
- E dove sarà questo rifugio? Dove andremo? Forza dimmi! Non mi lasciare sulle spine.
- Lo porteremo dove la temperatura è costante, l'umidità ideale, il cibo assicurato e la
protezione garantita, e li crescerà sano e forte
soprattutto crescerà.
- E dov'è questo paradiso terrestre? In un'isola tropicale?
- Mauro, sei davvero un deficiente. Possibile che gli uomini non abbiano un briciolo di
sensibilità? Se questo mondo è un inferno la maggior parte della colpa è vostra, siete
animali incapaci di farla finita con la violenza, ecco cosa siete.
- Animali violenti, già.
- Giulio è un bambino fortunato, lui crescerà qui, dentro la sua mamma, dove nessuno lo
può trovare o gli può fare del male. Crescerà senza vedere gli escrementi umani che si
azzuffano per una scrivania. Crescerà dentro di me. Ti viene in mente un posto migliore?
- È incredibile amore mio, il cuore di mamma sa davvero cosa è meglio
geniale!
Buonasera dal TgRadio.
È morto in sala operatoria, mentre un'equipe di chirurghi cercava di salvargli la vita,
il giovane di Pescara accoltellato ieri durante una rissa in un locale notturno della
periferia. Pare che tutto sia cominciato da un pesante apprezzamento sulla ragazza
.
- Adesso stammi a sentire, prendi un sacchetto di plastica di
quelli spessi, uno di quelli per le immondizie che sono sotto il lavello, lo riempi di
ghiaccio, ci metti uno strofinaccio attorno e me lo porti.
Ah, non fare come al solito che mi lasci il contenitore per il ghiaccio vuoto
cerca
di riempirlo d'acqua e rimetterlo dove lo hai trovato. Sai che se poi ci serve e lo trovo
vuoto mi incazzo.
- Va bene, va bene.
- Forza, vai.
- Ma a cosa serve il ghiaccio? Hai preso una botta?
- Ma quale botta! Il ghiaccio serve perché non abbiamo anestetici in casa.
- Anestetici? Per fare cosa?
- Per non sentire dolore, per cosa se no?
- Per non sentire dolore? Stai male amore?
- Non sto male. Dammi questo ghiaccio!
- Ecco, tieni.
- Adesso lo metto tra le gambe.
Cazzo quanto è freddo!
Ora vai in sgabuzzino nel cestino dove tengo le cose per cucire e prendi un ago abbastanza
grande, anzi prendili tutti e poi scelgo quello giusto.
Hai un rotolo di filo da pesca?
- Si, ne ho comprati un paio due settimane fa.
- Benissimo. Portane qui uno, il più fino che riesci a trovare.
- Filo da pesca e ago? Non capisco.
- Come non capisci? La ginecologa ha detto che ci siamo e anche se non mi porti in
ospedale, le contrazioni sono un fatto naturale e Giulio cercherà di uscire. Se vogliamo
che resti dentro al calduccio e al sicuro dobbiamo chiudere l'uscita, no?
- Già, è vero! Amore mi stupisci. Io non ci avrei mai pensato. Ti meriti un bacio.
Ma non vorrai farlo da sola? Lo faccio io!
- Sei sicuro?
- Certo che sono sicuro. Sono o non sono il tuo uomo?
- L'unico.
Adesso muoviti. Non perdiamoci in smancerie, possiamo farlo dopo.
Sono fiera di te, sai? Credevo di averti perso. Per la prima volta ti ho sentito distante
ed estraneo, non mi era mai successo. È bruttissimo sentirsi soli in un momento critico,
ti mancano le forze per reagire e la cosa più facile è lasciarsi andare, deprimersi.
Mauro, visto che sei di la prendi anche la tua schiuma da barba e il tuo rasoio. Meglio
essere prudenti.
- Eccomi qui. Vuoi depilarti?
- Si è meglio. Non vorrei fare infezione, potrebbe essere pericoloso per Giulio.
- Ottima idea.
Aspetta che ti tolgo le mutande, alzati un pochino che te le sfilo.
Mettiti comoda ed allarga le gambe.
Come va il freddo?
- Bene. Comincia a fare effetto. Ho pensato che al limite posso prendere anche qualche
analgesico, ce ne sono in bagno nel cassettino dei medicinali. Ma aspettiamo, magari dopo.
Sono sempre stata contraria all'abitudine di prendere medicine ancora prima di sapere se
effettivamente servono, la gente ci scherza sopra e poi si ritrova con il fegato
spappolato. E la colpa è anche dei medici che non fanno altro che prescrivere,
prescrivere e far arricchire i farmacisti e le industrie farmaceutiche.
Giulio si muove, anche lui è d'accordo.
- Io ho finito. Sei liscia come quando avevi cinque anni.
Appena sei pronta inizio a cucire.
- Puoi iniziare quando vuoi, per una madre non esiste un dolore troppo forte da sopportare
se è per il bene di suo figlio, ricordatelo.
- Me lo ricordo, si.
- Cerca di tenere i punti vicini più che puoi e stringi bene, mi raccomando. Non devi
sbagliare, tutto dipende da questo. Ora hai una grossa responsabilità, come è giusto che
sia per ogni padre che si rispetti, un compito da cui dipende il futuro di questo bambino
che non è un bambino a caso, è il tuo.
- Nessuno sbaglio, non aver paura.
Lasciami sterilizzare l'ago e poi ci siamo. Questo va bene?
- Va bene.
- Ok, stringi questo straccio arrotolato fra i denti
è pulito, ti aiuterà.
- Non mi serve nessuno straccio. Cominciamo.
- Come vuoi tu. Volevo solo
- Cominciamo.
- Cominciamo.
Sei bellissima così. L'unico sbaglio che la natura ha fatto sulle donne sono queste
spruzzate di pelo che vi coprono delle parti del corpo stupende, ma che diventano volgari
con quegli arbusti neri ispidi e sgraziati. E non mi dicano che in origine erano necessari
per vivere in un ambiente diverso da quello di oggi ed altre balle varie, perché io non
faccio un discorso di evoluzione ma di semplice estetica della libidine e
- Ahi!
- Che succede?
- Niente, niente, continua.
- Ormai ho quasi finito, ancora un attimo.
Comunque io spero che tra qualche generazione i cambiamenti genetici facciano in modo che
le donne nascano e rimangano tutte completamente lisce. Mi dispiace per le fabbriche di
cerette e creme depilatorie che dovranno chiudere.
Sono all'ultimo, amore. Come va?
- Tutto bene, il ghiaccio ha funzionato.
- Passami la forbicina che è sul tavolino.
Là! Un lavoro degno di un sarto francese.
Una bella disinfettata
hai perso appena due goccioline di sangue.
- Sei stato bravissimo, davvero. Non ho sentito niente.
- Dici sul serio? Non stai cercando di farmi piacere?
- Sul serio.
Abbracciami. Siamo soli tu ed io a difendere Giulio, non c'è nessun altro in questo mondo
a cui interessi, dobbiamo restare uniti.
- Uniti.
TgRadio della notte.
Il Presidente della Repubblica parteciperà domani mattina a Sarajevo ad una funzione per
commemorare tutte le vittime della guerra che nel recente passato ha sconvolto la regione
balcanica, dove per altro gli strascichi del conflitto si fanno ancora sentire
soprattutto
.
- Prendimi una coperta Mauro, sento freddo.
- Ormai sono le due e trentacinque del mattino, il riscaldamento condominiale deve essersi
fermato da un pezzo. Non vuoi spostarti sul letto?
- No, sono comoda sul divano, ho solo qualche brivido.
- Vuoi un tè caldo?
- Questa è una buona idea, ma prendimi anche la coperta per favore.
- Torno tra poco, non andare via.
- Spiritoso.
È vero che è spiritoso papà? Quando sarai abbastanza grande da poter uscire da me e
vedrai che faccia ha, ti starà subito simpatico. Sai cosa mi dispiace? Dover aspettare
ancora prima di poterti guardare negli occhi, prima di sapere a chi di noi due assomigli.
Anche la nonna dovrà tenersi la curiosità, ma è meglio così piccolo mio, credi alla
tua mamma che fa tutto per il tuo bene.
- Attenta che la tazza scotta.
È davvero eccezionale il nuovo forno a microonde che ci siamo regalati a Natale, per fare
certe cose velocemente è perfetto.
Pensavo una cosa mentre ero di là.
- Cosa?
- Pensavo che se Giulio resterà al sicuro dentro di te, tutti i discorsi che avevamo
fatto sul dover cambiare la macchina per prendere una station-wagon più grande e più
sicura non valgono più.
- Già.
- Ti confesso che ero un po' preoccupato. Non siamo nella situazione ideale per fare un
altro debito, ma non avremmo potuto fare a meno, la nostra macchina ormai è ridotta ad un
rottame su ruote. Adesso non abbiamo neanche più questo problema. Tutto procede per il
meglio, no?
- Quando pensi solo al bene di tuo figlio non esiste nulla che possa andare male.
- Nulla.
- Quale Dio punirebbe due genitori che fanno solo il bene del loro bambino? Con tutto
l'odio che c'è in giro, come potrebbe? Noi abbiamo solo amore.
- Nessun Dio ci vuole punire, sono sicuro che il nostro futuro sarà meraviglioso. Noi tre
insieme, per sempre.
- È questo che deve fare una famiglia, amarsi e stare assieme, vero?
- Assolutamente, altrimenti che senso avrebbe la vita?
- Ma lo vedi in che mondo viviamo? Ormai non basta più amarsi e stare assieme, bisogna
anche stare attenti e non è giusto, non abbiamo neanche più la libertà di uscire la
sera per andare a mangiare un gelato e gli adolescenti sono rincoglioniti dagli scooter e
da internet e dalla televisione. Noi abbiamo fatto bene ad eliminarla! È una delle cose
più intelligenti che abbiamo fatto, ne sono orgogliosa perché Giulio non se la troverà
come abitudine appena messo il naso fuori e non diventerà un obeso dipendente come la
maggior parte dei ragazzini, gli faremo leggere tanti libri e imparare la musica, magari
il pianoforte.
- Io lo porterò a pescare, a vedere le partite e gli insegnerò tutto quello che so.
- Tu dovrai fare una cosa molto importante: dovrai insegnarli come difendersi e a non aver
paura, perché se un giorno avrà una famiglia sua dovrà proteggerla e non farsela sotto.
- Cosa stai dicendo? Giulio è mio figlio, lui non sarà un vigliacco, proprio come me.
- Lo so, lo so.
Io mi riposo un po' Mauro, ho voglia di chiudere gli occhi.
- Come vanno i punti?
- Mi tirano, ma è sopportabile.
- Perfetto.
Riposati amore. Io sono in cucina.
- Bene.
- Come si può pensare che mio figlio potrebbe essere un vigliacco? Devo avere pazienza,
povera Michela, in fondo è lei che sta subendo lo stress maggiore da nove mesi. Nove
mesi, cazzo se sono passati in fretta. Mi sembra ieri che siamo andati a fare l'ecografia
e che ci hanno detto che sarebbe stato maschio, invece era quattro mesi fa. Maschio. Sarei
stato felicissimo anche se fosse stata una femmina, ma forse Michela sarebbe impazzita di
preoccupazione, anzi no, avrebbe sicuramente preferito risparmiarle di venire al mondo e
l'avrebbe restituita al cielo come angelo, sono sicuro. È una donna così sensibile,
così tenera, così materna e premurosa, così bisognosa di protezione che
ma dove
sarà finito il salame? Ci metto anche un po' di maionese. Comunque tra qualche giorno
tutto sarà a posto e saremo più tranquilli, non vedo l'ora.
Dovrò anche pagare da bere a un sacco di gente, ma è giusto, quando si diventa padre
bisogna brindare e festeggiare adeguatamente ad ogni occasione e con tutti quelli che lo
vengono a sapere, è la tradizione e le tradizioni vanno rispettate. Lo diceva sempre la
mia povera nonna Gemma.
Col panino, un calice di rosso: a Giulio, salute!
Davvero di prima qualità questo Teroldego del Trentino, sembra di mangiare un grappolo
d'uva. Ottorino sa il fatto suo in materia vini, non c'è che dire. Quel vecchio ubriacone
almeno non beve così tanto solo per il gusto dell'alcool. Chissà se sua moglie si è
ripresa dall'ictus, devo chiederglielo la prossima volta che vado in negozio da lui, ma
non l' ho più vista e non vorrei che fosse finita male povera donna.
Non devo pensare agli altri adesso, non è importante, Giulio prima di tutto.
Buongiorno dal TgRadio.
Sono stati tutti assolti in primo grado i dirigenti del Petrolchimico di Porto Marghera
imputati nel processo che tenta di far luce sulle responsabilità dell'Azienda in merito
alla morte di 138 dipendenti dello stabilimento che nel corso degli anni
- Amore?
Michela? Sveglia.
La colazione è pronta.
- Ma che ore sono?
- Le dieci e tre quarti.
Come ti senti?
- Tutta acciaccata.
- Ci credo. Hai dormito sul divano sempre nella stessa posizione.
Giulio come sta?
- Bene. Senti, si muove.
- Come sono i punti?
- Adesso mi fa male, ma non ti preoccupare.
Dammi una mano ad alzarmi, mi sento la pancia gonfia e sto scomoda.
- Togliti la coperta che ti aiuto.
- Mauro! Sono bagnata!
Mio dio. Si sono rotte le acque!
- Come si sono rotte le acque? Non ti sei accorta?
Mettiti in piedi e fammi vedere.
Piano.
Cazzo! È vero. Stai gocciolando. Stai gocciolando!
Senti, io ti prendo gli analgesici
- Prima fammi distendere a letto, mi gira un po' la testa.
- Forse è meglio chiamare l'ambulanza.
- Non farlo!
No, non devi! Se arrivano i dottori Giulio è spacciato. Non ti azzardare. Io sto bene,
bene hai capito? Se voglio andare all'ospedale te lo dico, chiaro?
- Chiaro.
- Adesso mi stendo e passa tutto.
- Tutto quello che vuoi, ma non ti agitare. Ti serve un altro cuscino?
- No. Tutto quello che mi serve è di stare tranquilla finchè non passa.
- Ti prendo le pastiglie e una scodella di latte tiepido.
- Fai quello che devi.
Ah! Le contrazioni sono già diventate più forti. Devi legarmi le gambe insieme.
- Perché?
- Se le muovo troppo si aprono i punti, e anche se non si aprono mi fanno male.
- Ma sei sicura?
- Ti ho detto che so quello che faccio. Legami con la cintura dell'accappatoio, il tuo
possibilmente che il mio è nuovo.
- Vado.
- Tieni duro Michela, tieni duro. Devi essere forte e sopportare, anche tu Giulio, cerca
di avere pazienza e non ti muovere così bambino mio, cerca di stare buono e in silenzio.
Se stai fermo e in silenzio nessuno saprà dove sei, gli uomini cattivi non possono
trovarti qui dentro, ma tu devi aiutare la mamma e stare buono e zitto.
Ecco papà.
Mauro, diglielo anche tu che ci deve aiutare, che deve stare buono e zitto altrimenti i
cattivi lo vengono a prendere.
- Ascolta la mamma Giulio, la mamma sa quello che fa, ma tu devi darci una mano a tenerti
lontano dalle gente malvagia che potrebbe farti del male, d'accordo?
È troppo stretto così Michela?
- Allentalo leggermente.
È una bella giornata fuori?
- Fredda, ma c'è il sole.
- Allora puoi alzare la tapparella? Voglio vedere la luce del sole.
Ah! Merda!
Questa è stata fortissima.
- Respira a fondo, respira a fondo, cerca di ricordarti quello che ti hanno detto al
corso.
- Ci sto provando.
Mi sento la pancia rigida e tesa come un palloncino gonfiato al massimo.
- Ma ti fa male?
- Si. Molto più dei tuoi punti. Sai cosa penso?
- Cosa?
- Che è colpa del liquido che non è potuto uscire, per quello sono così gonfia. Può
essere pericoloso per Giulio, può soffocare, dobbiamo fare qualcosa.
- Qualcosa cosa?
- Qualsiasi cosa per far uscire il liquido!
- L'unica soluzione è togliere i punti.
- Sei pazzo? Se togliamo i punti esce anche Giulio. No! È fuori discussione, ci vuole un
altro sistema.
Buongiorno dal TgRadio.
Si inasprisce la polemica sulla sicurezza delle città italiane dopo il tragico scippo che
ha causato la morte di Mirella De Angelis, un'anziana di Brescia aggredita all'uscita
dell'ufficio postale in cui si era recata per ritirare la pensione. La donna
- Hai qualche idea?
- L'unica che si può realizzare. Devi bucarmi.
- Bucarti? Vuoi proprio morire?
- Certo che no. Se io muoio muore anche tuo figlio, se non mi buchi lui morirà soffocato
e sarà tutta colpa tua! Lo avrai per sempre sulla coscienza, sarai un padre che non ha
mosso un dito per salvare la vita di suo figlio!
- Ma sono preoccupato per te!
- Non succederà niente, fidati.
- E con cosa dovrei farlo?
- Forse è meglio se mi incidi. Se mi buchi rischi di colpire Giulio.
Intanto prendi il ghiaccio e fai come ieri.
- Va bene.
- Dio! Quanto odio le contrazioni! Fammele passare in fretta ti prego, non le sopporto
già più.
- Sono qui. Te lo appoggio sulla pancia?
- Si, qui. Mi devi incidere qui. Basta un taglietto, ma deve essere abbastanza profondo
altrimenti non serve a niente. Proprio qui.
- Ho capito, ma con cosa lo faccio?
- Cazzo Mauro! Si vede che non cucini mai, altrimenti sapresti che c'è un coltellino
appuntito e affilatissimo che ho comprato in un negozio specializzato in articoli per
cuochi. È l'unico che abbiamo tagliente come un rasoio, è in cucina sul secondo cassetto
a destra della credenza dove ci sono anche i mestoli e la grattugia. Usiamo quello.
Abbiamo bisogno anche di qualche asciugamano.
Pensi di potercela fare?
- Per voi riuscirei a fare qualsiasi cosa!
- Allora non aspettiamo.
- Tu continua a respirare a fondo, io preparo tutto l'occorrente.
- Bravo Giulio, così. Rimani immobile e in silenzio, buono buono dentro la mamma, lo so
che vorresti uscire e vedere il mondo ma devi aspettare, dobbiamo aspettare un momento
migliore, quando non ci saranno più pericoli per te. Un giorno capirai e ci ringrazierai,
quando sarai più grande. È normale che i figli non capiscano subito quello che i
genitori fanno per loro, è successo anche a me: se la nonna non mi avesse costretta a
finire la scuola adesso potrei al massimo lavare le scale di qualche condominio, invece
lavoro in un bell'ufficio con una bell'arredamento ed una collega simpatica, pensa che è
l'avvocato che paga i fiori che ordiniamo per lo studio. Sto bene adesso, ho il mio
stipendio dignitoso, le ferie, i contributi pagati che sono fondamentali, ma ti assicuro
che ho odiato la nonna almeno quanto odiavo la scuola. Però ha avuto ragione lei, ce
l'aveva fin dall'inizio, agiva per amore solo che io non potevo capirlo al momento.
- Sei pronta?
- Facciamolo subito, Giulio è tranquillo da un po' e sarà più facile.
- Come vanno le contrazioni?
- Sono sempre più frequenti e sempre più forti, per fortuna non sono continue altrimenti
morirei.
- Ok, ti sistemo gli asciugamani.
- Questa volta dammi lo straccio da tenere in bocca.
- Tieni.
Disinfettante in abbondanza, anche sul coltello.
Io ci sono.
Al mio tre, d'accordo?
Uno.
Due.
E tre!
- Mhhhhh!
- Finito! Ho finito amore! È tutto finito!
Cazzo guarda qui cosa sta uscendo. Hai sempre ragione, è incredibile, avremmo sporcato le
lenzuola senza gli asciugamani e il sangue non va più via, vero? Me l' hai detto tu
quella volta che mi sono schiacciato la zanzara sulla camicia bianca nuova, ti ricordi?
Era il matrimonio di tuo cugino mi pare, quella figlia di puttana aveva appena punto
qualcuno ed era piena di sangue fino all'orlo.
- Dammi un bicchiere d'acqua per favore.
- Subito piccola.
Come ti senti?
- Debole, ma passa.
- Giulio si è mosso?
- No. È rimasto immobile, credo che ormai abbia capito la situazione, è un bimbo molto
intelligente tuo figlio.
Non hai affondato troppo la lama vero?
- Scherzi? Sono stato attentissimo e preciso come un chirurgo professionista.
Ti senti ancora gonfia?
- Non lo so Mauro, mi sento tanto strana. Saranno gli analgesici?
- Può essere. In più non hai mangiato un granché ultimamente e sei sciupata, ma quando
sarà tutto finito ci aspettano tantissimi anni di felicità e serenità, magari un giorno
potremo avere una piccola casetta tutta nostra in campagna con qualche animale -che ne so,
galline, oche- e un pezzetto di terra con tanti alberi.
- Vorrei anch'io andare via dalla città, non mi ci trovo più bene, mi fa paura.
Buongiorno dal TgRadio.
Un pitbull fuggito da un allevamento illegale ha sbranato una bambina di tre anni che
giocava nel giardino di casa, in una tranquilla zona periferica di Torino. Quando sono
penetrati nel casolare sospetto, gli agenti della questura si sono trovati davanti una
ventina di cani rinchiusi al buio in gabbie piccolissime e in pessime condizioni
igieniche
.
- Non devi avere paura, ci sono io a proteggervi.
- Rimanere uniti è l'unica occasione che abbiamo di far crescere Giulio, e non bisogna
sprecarla, a tutti i costi, anche se dovesse costare la vita. Questa è l'unica
possibilità per dei genitori che si rendono conto del mondo che gli sta attorno.
- L'unica, senza dubbio.
- Il resto sono fantasie che servono solo a mettersi in pace la coscienza. Gli animali
abbandonano i piccoli al loro destino e alle regole della selezione naturale: se sono
abbastanza forti, sani e fortunati sopravvivranno, altrimenti peccato.
Ma noi non siamo bestie!
- Noi due no di sicuro amore. Noi sappiamo cosa bisogna fare per non dare nostro figlio in
pasto ai predatori che girano liberi fuori della porta di casa, noi non siamo bestie.
- Però mi sarebbe piaciuto sentire il suo primo pianto, invece quando uscirà non sarà
più possibile.
- Non è un problema, quando uscirà sarai talmente orgogliosa di lui che non ti servirà
altro per ripagarti di tutti i sacrifici che hai fatto.
Adesso fammi vedere la pancia, voglio controllare se si è sgonfiata.
Si, mi pare di si, è anche meno rigida. Secondo me stiamo andando benissimo.
Sai, ti ammiro. Davvero. Non so quante altre donne al posto tuo avrebbero avuto l'stinto
di fare tutto questo, e non solo di farlo, ma anche di pensarlo
l'istinto materno è
qualcosa di meraviglioso.
- E' triste pensare a tutti i poveri bambini delle altre coppie trascurati e lasciati in
balìa di una società perversa che si devono arrangiare, che devono sgomitare per
crescere e respirare, che devono sfuggire a miliardi di simili in preda a follia omicida.
Il feto è merda ormai, un rifiuto. Ha ragione quello della canzone, sai quello che dice
"..un cassonetto differenziato per il frutto del peccato"? Un feto dove lo
butti? Nel secco o nell'umido? Ha ragione
ci vorrebbe un cassonetto apposta, o il
buco del water più largo. Ma noi oggi abbiamo inaugurato una nuova era, abbiamo fatto un
passo più avanti nell'evoluzione del ruolo dei genitori -maledette contrazioni.
Oggi è un grande giorno anche per la medicina Mauro, ci telefoneranno da tutte le parti
del mondo per chiederci come nostro figlio è cresciuto dentro sua madre. Il mondo diventa
sempre più pericoloso? Allora è naturale che le specie si adattino no? Bene, allora io
mi adatto trovando un modo nuovo di svezzare Giulio. Se tutto finisce bene diventiamo
anche ricchi e famosi.
-Cazzo, è vero! Tutti vorranno intervistarci e comprare la nostra storia in esclusiva.
Pensi che dovremo andare in televisione?
- Credo di si. Dobbiamo usare qualsiasi mezzo a disposizione
tutti devono sapere cosa
si può fare per i figli.
- Magari in qualche talk-show.
- Ovunque: telegiornali, quotidiani, radio e internet, si soprattutto internet, voglio che
tutti possano sapere.
- Quando tra qualche giorno ti sarai rimessa, telefoniamo a un giornalista del Tg1 e gli
raccontiamo tutto. Quando avranno dato la notizia davanti a milioni di spettatori vedrai
che riceveremo centinaia di chiamate
forse dovremo assumere qualcuno per rispondere
al telefono.
- Forse si.
- Ma quelli che hanno i figli già nati -come Stefano ed Elena- cosa faranno?
- Avranno la possibilità di comportarsi diversamente alla prossima occasione. Di più non
si può fare.
- Non mi pare poco!
- Non è poco infatti.
Mi dai ancora acqua?
Grazie.
- Sei un po' pallida Michela, ti senti bene?
- Sono sempre più debole e ho la vista annebbiata, ma è normale.
- Giulio com'è?
- Bravissimo. Lui è bravissimo. Da quando gli ho spiegato perché è meglio se resta
fermo e zitto non ha più scalciato, non si è nemmeno mosso.
- Meglio così, le contrazioni sono già abbastanza da sopportare.
Ti fa male da qualche parte? La pancia o i punti?
- Non sento niente, sono troppo intorpidita, ma se mi facesse male davvero penso che me ne
accorgerei. Non stare in ansia, è tutto a posto.
- Una spremuta ti farebbe bene secondo me, hai voglia?
- Si, mi fa bene la spremuta, ha tante vitamine.
- Allora vado a preparartela. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiama.
- Ok.
- Diventare ricchi e famosi sarebbe troppo bello. Sarebbe la giusta conclusione di una
vicenda come questa, anche se solo l'amore di Giulio è abbastanza prezioso da ripagare
Michela
mia moglie è una donna fantastica, non avrei potuto trovare di meglio.
Ma dov'è finito lo spremiagrumi?
E la televisione? Chi avrebbe mai detto che saremmo potuti finire in televisione? Magari
al Costanzo, ospiti unici della puntata
chissà cosa direbbero gli amici e i parenti.
Al Costanzo? Perché al Costanzo? Vanno a finire li due che sono stati in copertina sul
Time? No, vanno alla CNN in mondovisione, come minimo.
E il film? Vuoi che con una storia così non ci facciano un film? Chi potrebbe essere il
regista?
e l'attore che fa la mia parte? Le vendite del negozio schizzeranno alle
stelle, ogni cento Euro di spesa l'autografo di Mauro, il padre dei padri. Però
cosa
me ne faccio del negozio? Se sono ricco non devo lavorare! Mai più al lavoro, sarebbe un
sogno.
Buonasera dal TgRadio.
Si riapre il caso dell'omicidio della giornalista Ilaria Alpi e del cinereporter Miran
Hrovatin. Un supertestimone il cui nome è top-secret avrebbe rivelato agli inquirenti i
legami tra il contrabbando d'armi, i rifiuti tossici e il Sismi -il servizio segreto
militare italiano- di cui pare i due avessero scoperto le tracce proprio in Somalia. Tutta
la documentazione relativa alla deposizione è al momento al vaglio della Commissione
Ministeriale
Michela?!
Michela, la spremuta è pronta. Guarda quanta ne ho preparata, così se ti viene voglia
anche più tardi ce l' hai qui sul comodino.
Michela?
Ti sei addormentata?
Amore!?
Michela? Oh cazzo! Michela!?
Michela, apri gli occhi. Che succede?
Merda! È svenuta.
Giulio? Stai tranquillo piccolo, non ti muovere! Adesso papà risolve tutto.
Risolve tutto.
Michela! Ti prego!
Il ghiaccio, il ghiaccio sulla fronte. Prima i piedi in alto, con i cuscini sotto, così.
Il ghiaccio.
Il ghiaccio.
Di la in cucina.
Veloce, veloce. Merda! Stava andando tutto bene!
Eccomi Michela. La fronte, il ghiaccio.
Svegliati! Apri gli occhi, forza. Ti sei stancata troppo amore, ma non è niente, niente,
ora passa ma tu devi aprire gli occhi.
Aprili!
Ti prego, aprili, la casa, la vita felice, nostro figlio
Io ti prendo a schiaffi! Per il tuo bene ti prendo a schiaffi, perdonami!
Schiaffo.
Schiaffo.
Schiaffo.
Cosa devo fare ancora? Aiutami! Sei così pallida, mi stai facendo preoccupare.
Michela cazzo!
Aspetta! Ho avuto un'idea
una grande idea!
Ora vado in garage e poi torno a prenderti quando è tutto a posto, d'accordo? Non fare
brutti scherzi, continua a dormire profondamente, anche tu Giulio, papà ritorna
prestissimo.
Le chiavi.
Torno prestissimo, neanche vi accorgete che sono stato via.
Un'idea. Una grande idea.
Tutto risolto, tutto sistemato, tutto semplice. Le soluzioni banali sono sempre le ultime
che ti vengono in mente, le hai sempre davanti agli occhi e proprio per questo non le
vedi. Ma io l' ho vista! Eccome se l' ho vista. Michela sarà fiera di me quando le
racconterò come sono andate le cose mentre lei era svenuta. D'altronde marito e moglie
devono guardarsi le spalle a vicenda, altrimenti che stanno insieme a fare? E poi questa
idea farà diventare il finale del film un finale degno di Hollywood ai tempi d'oro,
Michela sarà contenta anche di questo, lei che adora quel genere.
Forza, veloce, ultimi due gradini. Dai, dai, dai
ma quanti giri ho dato alla
serratura?
Finalmente.
Via, via tutta la carne da qui dentro, via il pesce, via le verdure, via tutto, abbiamo
bisogno di spazio. Poi c'è chi dice che le suocere non sono mai utili
se la mia non
mi avesse fatto questo regalo adesso saremmo fottuti, invece no. E pensare che mi
domandavo a cosa potesse servire un arnese così ingombrante per chi ha una casa piccola
come la nostra, fortuna che la macchina è un blocco di ruggine e possiamo lasciarla fuori
dal garage.
Via, via tutto.
Ma quanta roba ci sta?
Via, via.
Bene, questo è l'ultimo.
Adesso di sopra, Michela non deve stare sola troppo a lungo.
Eccomi.
Sono vecchio ormai, quattro scalini in salita e ho già il fiatone. Sai cosa facciamo
amore quando questa faccenda sarà conclusa? Andiamo a fare footing almeno tre-quattro
volte la settimana, così tu riprendi la linea, io il fiato.
È da quando ho smesso di fare i tornei di calcio a cinque con i ragazzi che non mi muovo
più dalla poltrona, forse sarebbe il caso che riprendessi gli allenamenti con loro. Se
tutto fila liscio, solo con le percentuali sulla vendita delle nostre magliette potrai
pagarti un istruttore personale per almeno quattro millenni, se credi. Dobbiamo solo avere
ancora un po' di pazienza e tutti i nostri sogni si realizzeranno come per magia. Ci
pensi? Io, te, Giulio e tutto quello che abbiamo sempre desiderato.
Va bene, non perdiamo altro tempo.
Sai qual è l'idea che ho avuto?
Ho liberato il freezer che ci ha regalato tua madre, se ci stringiamo ci stiamo dentro
tutti e due.
Buonasera dal TgRadio.
I Carabinieri di Nola hanno scoperto nell'entroterra un laboratorio clandestino dove
venivano prodotti capi di vestiario risultati perfette imitazioni di quelli griffati. Gli
operai, circa trenta cinesi tra cui undici donne, lavoravano e vivevano all'interno dello
stabile in condizione di schiavitù e con orari massacranti. Le indagini erano partite da
una segnalazione
.
Ma prima manca una cosa importantissima. Tu non l'avresti
dimenticato, una madre non dimentica niente che riguarda suo figlio.
Cosa posso usare?
In bagno.
Lo scovolino.
Una lavata veloce, un po' d'acqua dentro.
Mettetevi composti. Papà sta per officiare la Santa funzione.
Io, con i poteri che mi sono stati concessi, ti battezzo Giulio e ti benedico,
nel nome del Padre
del Figlio
e dello Spirito Santo.
Amen.
Ora possiamo andare.
Tieniti forte amore, devo portarvi in braccio giù per le scale, l'ultimo sforzo e poi
potremo riposarci.
Riposarci.
Riposarci.
Riposarci.
Riposarci dentro questo congelatore fino a che il mondo non sarà diverso.
TgRadio edizione della notte.
Le cattive condizioni atmosferiche che si sono protratte durante la stagione hanno
significativamente compromesso i raccolti di olive da spremitura.
La Regione Toscana ha chiesto al Governo ed alla Comunità Europea i fondi per
fronteggiare l'emergenza che rischia di mettere in ginocchio la produzione del rinomato
olio, recentemente certificato
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