Maya

Io sono la parte nascosta di un desiderio Sono la polvere rinchiusa in un libro dalle pagine ingiallite, mai aperto Sono una lettera d'amore dimenticata nelle pagine di un manuale Sono una lacrima caduta sull'inchiostro della parola amore, Sono la polvere di un cuore usato.

Sono Maya. Per amore. Maya per cultura universitaria con una laurea in antropologia. Sono nata per caso con una lettera d'amore. Un amore a senso unico, il mio, la dicotomia tra sesso e amore, tra desiderio del corpo e affetto del cuore. Non mi ha amato. E ho cominciato a scrivere. Per catarsi. Per liberarmi l'anima da lui. Che era rimasta attaccata al suo corpo. Per pulire la mia pelle dal suo odore. Una poesia, un racconto, la solitudine, il tentativo di riaverlo.Nessuna risposta dal suo cuore. Ma centinaia di altre. Ho cominciato a spedire on line, nell'universo solitario di un computer collegato a centinaia di altri la mia ricerca di un nuovo amore. Scrivevo di getto, la mattina, dopo una notte in cui i pensieri si mischiavano ai sogni, ai ricordi. Racconti, fantasie, ogni giorno un uomo o una donna mi scrivevano le loro fantasie su un indirizzo di posta creato apposta. Ero diventata Maya, non piu' per amore ma per me stessa, per liberarmi dalle catene del desiderio che mi legavano. Tanti messaggi nella bottiglia lanciati da naufraghi del cuore. Tante diverse identita' le mie, diversi desideri i loro. Ero un'amica, una confidente, una amante, una fantasia, un desiderio represso, un probabile amore; ognuno di loro cercava in me solo la proiezione dei desideri. Ed io li ho accontentati. Scrivendo per loro.

CUORI IN VETRINA

Aikeem voleva scrivere una poesia sul cuore della sua terra, ormai presente solo nei ricordi sparsi chissa' dove nell'etere : l'India. Una poesia che facesse sentire l'odore della miseria, quando il cuore batte accellerato insieme ai crampi dello stomaco che ha fame, una poesia che facesse penetrare nella mente il colore rosso dell'amore e dei vestiti delle donne, una poesia che facesse sentire l'odore della paura quando i monsoni spazzano la sua terra, una poesia che facesse penetrare nella mente e nel cuore le nenie cantate, trascinate, lamentose, monotone, ripetute mentre gli uomini si purificano nel Gange, una poesia che facesse sentire l'odore acre del corpo defunto e della legna che brucia sulla pira …. La terra lontana, la terra del cuore. Ma non ricordava piu' nulla, era passato cosi' tanto tempo, e cosi' dovette cercare di scrivere un racconto sul cuore dei suoi amici. Poteva tentare di scrivere del cuore di Luca che in ogni donna cercava un nome dell'amore non solo un corpo, ma si illudeva di poter amare solo attraverso l'orgasmo del corpo e allora scopava tutte le donne per sperare di provare qualcosa. Lo eccitava la conquista di poter avere Emanuela, Sabrina, Laura, Sofia, poteva donare il suo corpo ad ogni donna, ma loro erano solo un guscio, un guscio di uovo senza albume o pulcino, erano solo labbra umide e vagina bagnata ; lo eccitava la confusione dei loro cuori, il poterle portare al parossismo del desiderio per poi scoparle, il cuore di Luca batteva ogni giorno per un'avventura diversa. Ma poi la notte si ritrova solo nel letto. Il suo cuore vagava, a piedi, nudo, nel deserto dell'amore, faceva finta di essere forte, di non provare nulla se non desiderio fisico, eccitazione, ma Luca voleva una donna accanto. Voleva una donna che fosse solo sua. Poteva cercare di ricordare il cuore di Mauro, che ad ogni incontro si illudeva di trovare l'amore perfetto, dopo che il suo amore Elis l'aveva abbandonato per un altro uomo, un uomo sposato, preferendo fare l'amante piuttosto che la moglie. E da allora Mauro passava da una donna all'altra, incontrandole, adulandole in chat, o sui siti di incontri o nei caffe' del centro o alle feste tra amici. Aveva una bella voce, Mauro, profonda, come il timbro di un tamburo, e con quella si illudeva di conquistare il cuore delle donne. Ora aveva incontrato Lucia e per un attimo il suo cuore aveva smesso di pensare all'amore. Il cuore non aveva importanza in quel momento. Viveva alla giornata i loro incontri amorosi, cucinava per lei, si preparava per lei, in attesa di sentire il suo corpo strusciarsi contro il suo. Era felice di farla godere.
Aikeem poteva tentare di scrivere un racconto sul cuore falso di Andrea che amava la sua ragazza ma sognava il pene di Francesco dentro di lui e una volta alla settimana cercava sesso con i gay nei giardinetti del parco. Il corpo di Andrea gemeva di piacere al solo pensiero di Francesco che lo penetrava, il solo immaginarlo dentro di lui lo faceva fremere di desiderio. E cosi' amava la sua ragazza. Pensando ad un altro uomo. Quando Andrea penetrava la sua ragazza, la sua fantasia si rivolgeva a Francesco, immaginava il pene del suo amante entrargli dentro , immaginava i muscoli dell'ano stringersi di dolore per poi allargarsi al piacere e quando godeva, gridando, si mordeva la lingua per non urlava il nome del suo amante uomo. Il cuore falso di Andrea, chissa' per quanto tempo avrebbe retto.
C'era poi il cuore imperfetto di Sabrina che batteva, batteva, sembrava volesse scappare dal petto, per poi fermarsi a tratti all'improvviso, come le lancette di un orologio, per una aritmia congenita e riprendere a battere chissa' fino a quando. Aspettava un trapianto. Aspettava che si fermasse per un momento il cuore di un altro per poterlo fare suo. E vivere ancora.
Non poteva tralasciare il cuore di Roberto, il suo pompare lento, come un rintocco di campana, ogni volta che sperava di incontrare la donna giusta. Lentamente studiava la persona che aveva davanti, la analizzava, razionalizzava il sentimento e sperava. Ma Roberto aveva paura delle donne, della vita, troppo controllato il suo sentimento per poter amare. Roberto sperava di unire passione ed amore ma aveva paura di ogni cuore che batteva per lui. E allora scappava preferendo rifugiarsi nell'amore effimero delle prostitute. Li' non doveva domandare per chi batteva il loro cuore. E c'era poi il cuore di Marco, il suo convincersi di amare Tania, perche' la passione e' solo senza amore e la cercava in altre donne mentre lei era il suo amore ma non facevamo piu' sesso da tanto tempo.

E chissa' cosa provava il cuore di un moribondo, quando il respiro diventa sottile e il cuore sta per fermarsi per sempre. Il cuore non vuole lasciare i suoi cari e si attacca agli ultimi istanti di vita mentre gli occhi cercano la luce e le mani un conforto. Aikeem cercava di scrivere un racconto sui pensieri del cuore e quelli del corpo, ma il cuore estremizza, si suicida ogni volta che ama.
E c'erano poi i cuori dei bambini, piccoli cuori nelle minuscole casse toraciche, i cuori che pompavano sangue veloci sperando di crescere, di vivere, i cuori che hanno fretta di imparare ad amare. E il cuore di un uccellino caduto dal nido dopo un temporale che un bambino ha raccolto sotto un albero. Un minuscolo cuore che trema, batte di paura all'impazzata, smuove le piume del petto, impazzisce di paura, scoppia e si placa solo se sente i cinguettii acuti della mamma che lo cerca. Solo se la madre riuscira' a riportarlo al sicuro nel nido il suo cuore cessera' di tremare. E il cuore del cacciatore che insegue la preda. Cuori accelerati entrambi. Il cacciatore che insegue e la preda che fugge a nascondersi. Hanno entrambi paura: l'uomo di fallire e il cuore pompa l'adrenalina, la scarica d'energia, la preda paura di morire e il cuore pompa il terrore nei muscoli. Il cuore accelera i pensieri, tutto sembra velocizzato cosi' come nel momento del piacere ogni carezza deve essere lenta, ripetuta, in modo che il cuore rallenti il tempo del desiderio.
Ed infine c'era il cuore dei poeti, quel cuore che non e' mai slegato dalla parola amore. E' il cuore delle parole che diventano reali in sogno, dove l'amore non muore mai, dove si ride e si piangono lacrime di rugiada, dove la luna si regala all'amata, dove i corpi si uniscono in un piacere eterno, dove la gelosia non esiste ed ogni bacio ci fa precipitare nell'oscurita', nella dissoluzione del piacere, dove la disperazione, la solitudine si possono cancellare con un tratto di matita.

Ma Aikeem non poteva piu' scrivere. Il suo cuore non gli apparteneva piu'. Era rinchiuso dentro una scatola di metallo tra ghiaccio fumante. Freddo il suo corpo. Tra poco sarebbe entrato nel corpo di Sabrina, avrebbe sentito i suoi pensieri, letto i suoi sentimenti, ascoltato i suoi gemiti.
Era il cuore del trapianto.