Fiammetta Cirilli

Piuttosto restia a parlare di sé, Fiammetta Cirilli si riassume dicendo che è nata a Roma e che lí vive tuttora. Non ha lavoro né hobbies. Scribacchia di quando in quando, se le viene e le va. Alcuni suoi racconti sono comparsi sulla rivista Private (http://www.private.it).

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CUORE SOLITARIO

Il tipo in giacca bluette voleva convincermi che c’era modo  di dar fine ai miei guai, e intanto si passava la mano sui  due centimetri e mezzo di forfora che gli copriva i  capelli.  

"Guardi, è convenientissimo", diceva sfogliandomi sotto  il naso un opuscolo. Ma io che sono da sempre restio a  certe cose, tagliai corto dicendo: "Grazie tante".

Lo incontrai daccapo un martedí pomeriggio,  sull’autobus 63: sempre in giacca bluette, forfora a chili,  sorriso da ambulante spaurito. Il solito opuscolo nella  sinistra, nella destra il biglietto non ancora timbrato.

Buttai uno sguardo curioso. Avrei voluto sapere che  cosa diavolo reclamizzasse contro i marasmi del viver  moderno: religioni? amuleti? un corso di yoga? rivoluzioni?

Sbirciai meglio.

Assodai cosí che l’argomento dello stampato era  marinesco. La copertina titolava anzi: "Conosci Te Stesso.  Seminario di Esperienze con Le Aragoste Vive".

Di seguito, un elenco interminabile di dettagli. Tipo:  durata del corso, una settimana. Orari: da Lunedí a Venerdí  ore 9.00-18.00, Sabato e Domenica ore 9.00-13.00. Attività  previste: al mattino, apprendimento di tecniche utili alla  convivenza in vasca di uomini e aragoste; al pomeriggio,  sperimentazione delle stesse. Attività parallele: incontri  di gruppo tesi a raccogliere e confrontare le sensazioni  prodotte dalla convivenza medesima. Attitudini richieste ai  partecipanti: saper destreggiarsi anche in bruttissime  acque. Indicazioni: tutte. Controindicazioni: nessuna.  Effetti previsti: un invidiabile, duraturo umore salino.  Effetti indesiderati: in qualche caso (rarissimo)  amputazioni corporee varie (?). Costo complessivo del  corso: lire ottomilioniquattrocentomila iva esclusa,  inclusi iscrizione, buffet, costume da bagno ecc.

Costava dunque tutti quei soldi nuotare qualche ora  insieme a dei crostacei? Incredibile! Vero che da qualche  parte c’era scritto che gli organizzatori avrebbero  rilasciato alla fine del corso un diploma... Già me  l’immaginavo: grosso quanto una laurea, filettato d’oro e  di blu, con in alto centrale un gran ghirigoro. E dopo, di  seguito: l’Associazione Culturale "Viviamo Le Creature del  Mare Vive" Nomina il Sig. Caio Sempronio Dottore in  Esperienze Con Le Aragoste, bla bla bla.

Diedi un’altra occhiata al tipo in giacca bluette: non  aveva l’aria di essere riuscito a convincere un granché di  gente. Colpa di cosa?

Involontariamente, gli sorrisi. Ma lui pensò subito che  volessi iscrivermi al corso.

"Posso farle uno sconto, signore", ripeteva pur di non  mollarmi. Al che, glielo confessai.

Avevo alle spalle anni di convivenze in mono e  bilocali: con cozze, sogliole, alici, sirene, scorfani,  meduse, balene e persino con qualche orca. Mai una che  fosse andata come si deve.

A che pro tentare adesso in una vasca, con le aragoste?

 

UNA CARTELLA

Lo scrittore non voleva impiegare piú di due righe per  spiegare cos’era successo, e cosí fece in modo che il  personaggio del suo nuovo racconto indovinasse subito il  codice della carta di credito che aveva rubato: 11111.  Dopodiché, liquidò in altre tre righe la fuga: il  ladruncolo ritirava il contante, finiva alla stazione e di  lí saltava sul primo Eurostar per Bologna. Anzi, no: per  Torino, che è città da una lettera in meno.

Però il Piemonte è lontano: e dunque sarebbe stato un  pasticcio stringere il viaggio in cinque righe sí e no...  in cinque righe si arriva appena alla stazione Trastevere.  E lí infatti il personaggio scese: derubato a sua volta da  una donna in pelliccia il cui aspetto rimase un enigma  inasprito da un laconicissimo 'bona'.

Sei righe e un quarto dovevano bastare e avanzare per  dire: che lo sfigato aveva perso la testa e tutto il  denaro, che vagava tra i binari come un fantasma, che due  intercity stavano lí per schiacciarlo, che aveva fame, le  scarpe bucate, e che grandinava.

Ancora: un poliziotto lo fermò, gli intimò qualche  cosa, lo portò in un ufficio puzzolente di cicche e di  caffè annacquato. Lí, lo piazzarono accanto a uno molto  male in arnese che voleva a sua volta piazzargli in una  tasca certe bustine di polvere bianca...

Cinque righe, non piú: e il nostro si riprendeva,  capiva, scappava. Davanti alla biglietteria incrociava una  sua ex fidanzata: roba di poco e finivano a letto a  strapazzarsi. Ancora roba di poco, e la mamma della ex  fidanzata tornava a casa all’improvviso. Lui si travestí da  ragazza. L’ex fidanzata preparò da mangiare per tutti. Ma  proprio mentre scodellava nei piatti maccheroni fumanti al  ragú, il personaggio ebbe una crisi epilettica...

In ospedale lo curò un succianespole che stranamente  gli ricordava il tipo a cui aveva rubato la carta di  credito tre ore prima. Ma gli ricordava anche il  poliziotto, nonché l’individuo della polvere bianca. Avesse  avuto addosso una pelliccia, sarebbe stato la donna fatale  che gli aveva giocato in treno quel tiro meschino.

Ma poi un incubo breve, di tre righe nemmeno, tagliava  corto: e il poveretto si risvegliava ninnato tra le polpe  un tantino caprigne della mamma della sua ex fidanzata. La  quale non faceva che ridergli e dire: "Birbante! Ti eri  travestito eh? Malandrino!". Sicché, lui si sentí morire. O  forse morí veramente...

Non lo sapremo mai. Nella cartella non c’era piú  spazio per una parola, e cosí lo scrittore decise di saltare il finale.