Federica Cavalli ho sempre sospettato di essere una pittrice di successo, purtroppo non sono
ancora riuscita a provarlo. Per ingannare il tempo (e soprattutto il denaro, in modo da
infilarmelo in tasca senza che lui se accorga) mi adopero come grafica pubblicitaria.
Scrivo da sempre e sempre lo farò. Haimé, anzi Haivoi che mi dovete sopportare. |
Ciro 4.117
CIRO 4.117 É UNA BUGIA. Ma non sa
ancora di esserlo, cioè non è ancora venuto alla luce come tale.
Ciro 4.117 è ancora un embrione, una particella di spazio-tempo-futuro. Qualcosa che più
o meno assomiglia al nulla.
Vaga, gironzola, nel limbo dell'irrealtà. Oppresso, soffocato, da questa condizione
immobile. Cerca qualche svago, qualche possibile gioco, ma questo spazio
compresso-dilatato, illusorio, è completamente privo di qualsiasi energia, di qualunque
agglomerato di qualcosa con cui possa interagire, di qualunque qualcosa. È evidente,
nonostante la sua stessa natura effimera, questa monotona inesistenza lo annoia
mortalmente, freme dal desiderio di esprimere tutto se stesso. C'è un unico aspetto che
lo affligge: per quanto si possa sforzare, impegnare, per la buona riuscita della sua
nascita, il suo inesorabile destino si compirà in pochissimo tempo. Troppo breve per
rendersi conto di ciò che significa ... esistere.
Loris ha 41 anni. È un uomo dall'indiscutibile fascino. Capelli
completamente bianchi, taglio corto e spettinato, fisico asciutto e abbronzatura sempre
perfetta. Abbigliamento impeccabile, elegante ma non troppo. Possiede: una discreta
dialettica, una buona dose di fantasia, che sfrutta solo in determinate circostanze, una
bella macchina, un appartamento "segreto" a Milano Marittima, una moglie e due
figlie adolescenti.
Sfreccia sull'Adriatica, lasciandosi la riviera e la ventiquattrenne mora, inguainata,
sorridente, mancata velina, alle spalle. Sono le 20.15 di Venerdì sera. È terribilmente
in ritardo. Stasera si festeggia il quindicesimo compleanno della figlia più grande. Ha
abbassato la cappotta. Il sole sfiora la linea dell'orizzonte. Ancora un'ora per trovare
una scusa plausibile. Tamburella con la mano sul volante, la passa fra i capelli.
Ciro 4.117 vagabonda, come sempre, nella landa desolata
dell'inesistenza. A un tratto si ferma, impietrito. Una strana vibrazione si sta
impossessando di lui, una specie di formicolio. È confuso. Un sospetto irrompe, in caduta
libera, nella sua piccola, inesistente mente: forse sta per nascere! Forse è così che
succede! Lo assale una gelida ondata di paure mai provate: sarà doloroso? Sarà
pericoloso? Sarà freddo là fuori? Sarà in grado di sostenere il suo compito? Intanto il
formicolio si è tramutato in solletico. Un irresistibile solletico pervade il
noncorpicino, attraversato da improvvisi fremiti e violenti scoppi di risa. Pare calmarsi
quando, un'intensa vertigine, come una repentina caduta nel vuoto, gli attanaglia le
viscere. Ciro 4.117 è disorientato e atterrito. Cosa gli sta accadendo? Ha l'impressione
di essere al centro di un vortice, in un frullatore. Un'improvvisa e brusca frenata lo
immobilizza, capogiro e nausea. Lo spazio si sta comprimendo. Inesistenti pareti si
chiudono, schiacciandolo in una morsa dentro cui comincia a scivolare, risucchiato in un
punto sempre più stretto da una forza estranea.
Lentamente quell'inspiegabile imbuto si sta di nuovo allargando e la sua essenza comincia
ad acquisire peso e velocità. Scivola sempre più velocemente. Poi, la folle corsa si
interrompe.
Ciro 4.117 rimane sospeso, in attesa, di nuovo immobile...
- Dove sei stato?-
- Scusa tesoro ... - Distrattamente le sfiora una guancia con le labbra.
- ... ho avuto un impegno improvviso in ufficio e non sono riuscito a avvisarti ... - Le
mostra il cellulare aperto in due.
- Non la bevo stavolta! Voglio sapere dove sei stato! -
- Non ti agitare! Te l'ho appena detto, ho avuto una riunione imprevista! -
- Non dire balle! Ho chiamato in ufficio, sai! Ha risposto la segretaria nuova, non avrai
avuto il tempo di darle istruzioni ... mi ha detto che sei stato inspiegabilmente assente
tutto il pomeriggio! E ho anche una mezza idea di sapere dov'eri!!
Istanti di assoluto silenzio. Dall'alto si leva un'impercettibile vocina:
- Però così non vale! Dopo tutta la fatica che ho fatto, potevi almeno trovare una scusa
meno banale...-
La vocina si spegne, per sempre.
Addio Ciro 4.117. |