Juan
Carlos Calderón
Sono nato a Città del Messico nel
fatidico anno di 1968 (milioni di messicani pensano 'saggiamente' che fu
fatidico perché abbiamo vinto poche medaglie nei Giochi Olimpici). Sono
stato obbligato da mia madre a fare l'elementare, la media ed il liceo
classico, ma, visto l'alto grado d'auto distruzione che c'è in me, ho
continuato per conto mio a studiare Filosofia nell'Universidad Nacional
Autónoma de México. Ho deciso, all'età di 24 anni, di conoscere
l'Italia (curiosità che porto da dieci anni) per sapere di più di questa
cultura, come la lingua, la sua Storia e la gente, ma è proprio in questo
luogo dove ho cominciato a scoprire l'arte e la forza della fotografia e
della scrittura. Ho iniziato con una piccola machina fotografica e, nella
misura in cui comincio a fare un diario di viaggio (sempre in Italia), me
ne rendo conto che accumulo centinaia di fotografie e di tanti racconti
brevi. Da allora le immagini e le parole sono inseparabili in qualsiasi
mia attività. Per pagarmi questo 'Hobby' (come lo chiamano i mie amici
per non ferirmi), lavoro da nove anni com'educatore presso il Villaggio
del Fanciullo (Opicina, Trieste), una Comunità di giovani con disturbi
sociali. |
Il
Feticista
A Cartier-Bresson
per la sua fantastica fotografia
Il feticista va nei negozi di calzature
nello stesso modo in cui un pornodipendente si avvicina al sex-shop: con un
forte senso di colpa ma senza poter evitarlo, compulsivamente, quasi ogni
giorno, con occhiali scuri e baffi finti per non essere riconosciuto dalle
commesse.
Nervoso, gira per i centri commerciali come un cane, odorando il sesso e
l'età delle donne che desidera. Il feticista è un degenerato ed un malato
sessuale, ma è molto selettivo ed esigente al momento di creare le sue
fantasie per cui non accetta la prima donna che vede entrare in un negozio
di scarpe. Deve essere una donna giovane e bella, anche se in fin dei conti
finisce sempre per desiderare una cosa in modo costante ed ossessivo.
Il suo modus operandi è quasi sempre lo stesso. Arriva nei negozi di
calzature soltanto nelle ore di punta, quando le commesse sono rimbambite
dal carico di lavoro portando, su e giù scarpe, ansiose e premurose verso
le loro clienti - in questo caso donne - che hanno tutta la buona volontà e
necessità di comprarsi un paio di scarpe comode, apparentemente di lusso e
se è possibile - ma non indispensabile - economiche.
A volte, il feticista fa finta di comprare delle scarpe e mentre una
signorina frastornata si allontana a ritirare una mezza dozzina di modelli,
nel frattempo, lui si siede a guardare estasiato le scarpe che entrano ed
escono dai piedi delle ragazze in tutto il negozio.
Il feticista non ama i piedi di per sé. Né tantomeno il tipo di scarpa che
indossano le donne. Lui ha bisogno di osservare il momento giusto in cui il
piede della 'vittima' entra od esce dalla scarpa. Non c'è altro da fare. Se
si perde quell'istante - di al massimo quattro secondi - il feticista si
scoraggia e non trova il minimo motivo di gioia né di eccitazione. Non
osserva mai altro nelle donne, e quelle che conosce più o meno bene - le
sue colleghe di lavoro - le guarda sempre in faccia soltanto per qualche
secondo, per poi deviare lo sguardo verso la parte più attraente dei loro
corpi: i piedi con le rispettive scarpe.
Il feticista non colleziona mai delle scarpe. Per saziare il suo desiderio
sessuale ha bisogno di fotografie che mostrino quel meraviglioso istante in
cui una giovane-giovane o matura-giovane si disfa della scarpa che
ingabbiava i suoi piedi. A volte sbava come un idiota fuori da una vetrina
illuminata di un negozio di scarpe e, in un momento di disattenzione delle
commesse fa alcune fotografie a raffica delle donne che si tolgono le
scarpe. Se viene scoperto dal padrone del negozio scappa via di corsa, ma se
viene fermato per dare una spiegazione, dice mentendo, che voleva rubare
l'idea della vetrina per il suo negozio di calzature che possiede dall'altra
parte della città. E nonostante questa sia una bugia, non smette di
sognarsi - nelle notti febbrili di insonnia - la gestione d'un enorme
negozio di scarpe specializzato in calzatura femminile, ma dopo, nelle prime
ore dell'alba - e della ragione - si rende conto del disastro di quel sogno:
sarebbe come mettere un alcolizzato alla gestione di un bar di lusso e ben
fornito.
In altre occasioni, quando la giornata è buona ed il coraggio è temprato,
il feticista entra in un negozio di calzature per scegliere una giovane
commessa - se possibile la più inesperta - e le racconta di avere una
figlia della sua età alla quale vorrebbe regalare, a sorpresa, un paio di
scarpe. Pregandola - perché 'ovviamente' non è sicuro della scelta - di
provare ella stessa una mezza dozzina di modelli per essere così sicuro del
regalo per la sua assente - ed inesistente - figlia. Alcune commesse
consigliano di portarla di sorpresa e che sia lei a scegliere le scarpe,
altre si limitano a dargli un consiglio di 'stile' evitando così di
provarle; e le ultime - che sono in poche - cedono alla sua lagnosa
richiesta e si provano velocemente quel mucchio di modelli, mentre il
feticista emozionato e con calma, osserva quello spettacolo unico e divino.
A volte va sul sicuro. In una fina agenda non scrive numeri telefonici o
indirizzi privati. Ha soltanto il nome delle sue colleghe di lavoro più
giovani e le rispettive date di compleanno. Orgoglioso, il feticista regala
sempre loro delle scarpe. Senza che gli importi il costo o ciò che
potrebbero pensare di lui. Soltanto scarpe. Gliele regala così,
argomentando - di fronte allo stupore delle giovani - che da bambino, a
causa della guerra, lui e le sue sorelle vissero un'infanzia in sostanza
misera - senza cibo né scarpe - e per questo gli sembra un regalo
originale. Perciò alle sue colleghe offre soltanto scarpe.
Ogni anno, quello di Alma è il compleanno che aspetta con più ansia. La
porta sempre al negozio di calzature più esclusivo della città
assicurandola che le regalerà tutte le paia che lei desidera, a condizione
di fare una scelta 'serena ed accurata', visto che i piedi sono la porta
dell'anima. E lei che d'anima - a parte il nome - ne ha poca e di corpo ne
ha tutto, ma tutto in abbondanza e perfezione, divertita lascia ammirare le
sue lunghe, prosperose ed abbronzate gambe, con i piedi perfettamente curati
che entrano ed escono da dozzine di scarpe, mentre il feticista stordito e
contento, tra una prova e l'altra, chiede arrossito alla commessa di
utilizzare il bagno del negozio.
Ma se il giorno è sfortunato e si trova nel mezzo di una cattiva stagione,
quando i negozi di scarpe vendono pochissimo - perché allo stesso modo dei
cinema, delle piazze o dei mercati, esistono giorni in cui non c'è anima
viva che li visiti - il feticista, nella semioscurità della sua stanzuccia,
tira fuori la sua collezione di fotografie per eccitarsi, e se è possibile,
anche masturbarsi. In altri giorni, quando le foto sono state riviste come
un ossessivo rituale e i suoi negozi di scarpe continuano ad essere spazi
vuoti, a malavoglia - come quando mettiamo in atto un piano alternativo - il
feticista chiama per telefono una prostituta. E qualche ora dopo, prima
stupita e dopo con sincera noia, quella prostituta non offre il suo sesso
allo strano cliente, già che le viene chiesto di togliersi e di mettersi le
scarpe una volta dietro l'altra. Così, e per più di un'ora, se le toglie e
se le mette addosso, se le toglie e se le mette, mentre il feticista
sorridendo si tocca sotto la luce di una lampada fioca. Ma quando non ce ne
sono più di fotografie né di puttane per i suoi sporchi e brutti giochi,
il feticista affronta il giorno di tristezza in modo poetico, cioè, tira
fuori un enorme libro maltrattato dove in caratteri grandi e con attraenti
disegni per bambini, si legge il titolo della favola:
'Cenerentola'
Non è che il feticista si emozioni per
la bellezza dell'eroina o della nobiltà del principe, né per la storia
tragica ed il lieto fine. No. Il feticista se ne frega di questi dati
superflui del racconto, ma piange di allegria e di eccitazione ogni volta in
cui arriva al capitolo in cui il principe, per tutto il suo regno, parte
alla ricerca della sua amata facendo provare a tutte - dico tutte - le donne
del feudo, quella scarpa elegante ed unica. Che meraviglia! pensa il
feticista, se il paradiso avesse una forma concreta, così dovrebbe essere!
Ed emozionato riguarda i disegni dove quel principe innamorato mette e
toglie scarpe per giorni e giorni a centinaia di migliaia di donne.
Consolandosi così, in quei giorni di triste inattività.
Ma come nella Storia dell'umanità e dei
paesi, anche per i feticisti esiste un giorno di gloria. Irripetibile,
perfetto e meraviglioso.
Il feticista si alza e come ogni mattina, mentre beve il caffè, legge il
giornale della sua città. Nervoso, ha la conferma di ciò che da tanti anni
si progettava senza che si vedesse la realizzazione dell'idea, quello che
sarà il culmine dei suoi sogni, il miracolo in vita.
Tremante, lascia da parte il caffè ed avidamente si immerge in quel
giornale. I suoi occhi illuminati - si direbbe anche umidi - ripetono una
volta ed un'altra ancora la notizia del giorno:
OGGI SI INAUGURA IL SISSI CENTER®
Finalmente e dopo innumerevoli ritardi,
questo pomeriggio la città, rappresentata dalle autorità, inaugurerà il
negozio di scarpe più grande d'Europa.
Per l'emozione il feticista sente di
svenire, gli si appannano gli occhi, ma cerca di reagire respirando
profondamente per poter così continuare a leggere l'articolo:
La città festeggia il suo record
continentale nell'inaugurare il centro commerciale più grande specializzato
in calzature. Di facile accesso - situato accanto alla stazione dei treni -
nella zona morta ed inservibile del porto vecchio, il SISSI CENTER® si
eleva in un imponente e moderno palazzo, capace di ricevere migliaia di
clienti da tutto il mondo. Con nuovi ed ampi orari, cinque piani di
calzatura, tre di parcheggio ed uno per multipli servizi, il centro possiede
la capacità commerciale di 30 000 m² (Mio Dio! 30 000 m²!) dove entrambi
i sessi, tutte le età e qualsiasi attività o sport specifici saranno
rappresentati in questa meraviglia della città. Da oggi e per la
posterità, il SISSI CENTER® sarà riconosciuto come la cattedrale della
calzatura europea.
Questa ultima frase, il feticista la leggeva disteso a terra mentre urlava
Grazie!! Mio Dio, tante grazie!!
Il feticista oggi canta mentre seleziona
con cura il suo abito più elegante, si fa la doccia e si rade con solerzia,
sceglie un paio di baffi posticci che siano in tonalità con la cravatta (?)
e alla fine, si bagna in litri e litri di profumo. 'Sarà il mio giorno. So
benissimo che oggi sarà il giorno più bello della mia vita', ripete mentre
esce di casa ed allegro si incammina verso il suo lietissimo destino.
Per la prima volta in tanti anni, il feticista saluta la fruttivendola
all'angolo, dopo, compra dei fiori - lasciando il resto alla fioraia - e
mentre cammina regala le rose alle persone che incrocia, ne dà una ad un
poliziotto che sta facendo una multa, una ad un tossico che chiede
l'elemosina, regala un fiore ad un vecchio che bestemmia mentre picchia sua
figlia per la strada, a camerieri, spazzini e altri pedoni, 'buon
pomeriggio' dice educato alle signore che escono dai supermercati
maledicendo i prezzi ed il servizio, addirittura saluta gli uccellini di un
albero, e nonostante non ne veda nessuno - già che secondo dati
scientifici, l'ultimo uccello in vita visto in città risale al 1974 - lui
in ogni modo se li immagina e ridente dice loro: 'Buon pomeriggio adorati
angioletti!'
Il feticista cammina leggero. Per la sua mente passano immagini di migliaia
di piedi e di scarpe che si muoveranno per quei benedetti 30 000 m² del
Sissi Center. Andare su e giù in uno spazio gigantesco dove non sarà mai
riconosciuto e poter fantasticare liberamente. E' senza dubbio l'inizio
della felicità eterna.
Attraversa viali e piazze godendo ad ogni passo visto che sa perfettamente
che sarà ricompensato infinitamente. Quando arriva vede a fianco della
stazione dei treni, quel moderno ed imponente cubo di acciaio, cemento ed
enormi vetrate. Emozionato, guarda come centinaia di persone incuriosite e
contente - mai quanto lui - si avvicinano al centro commerciale.
Mentre attraversa la piazza della stazione, il feticista scorge una giovane
che lotta per tirare fuori da un tombino il tacco incastrato della sua
moderna scarpa. Quella ragazza si accanisce nella lotta tirando con le
braccia la scarpa intrappolata. E quando finalmente ce la fa è soltanto per
scoprire che il tacco si è rotto esattamente a metà. Sconsolata -
piuttosto spaventata - incomincia a piangere. Cristo, non adesso! Non posso
arrivare in ritardo! E mentre piange disperata guarda verso la stazione dei
treni.
Il feticista la vede sorridendo e pensa che il giorno più glorioso della
sua vita non poteva cominciare in modo migliore. Si avvicina alla ragazza
che guarda attraverso le lacrime la scarpa inservibile e senza poterlo
evitare osserva i suoi piedi per poi individuare che sono di una bellezza
insolita. Il feticista si presenta. Si scusa di intromettersi in faccende
che non gli competono. Ma dice di non aver potuto evitare di vedere quel
penoso incidente e si offre di accompagnarla - guardi signorina che
coincidenza - nell'enorme negozio di calzature che si trova di fronte. La
ragazza risponde con ansia - guardando di nuovo verso la stazione - che non
ha né tempo né soldi per comprarsi delle scarpe. Il feticista, con la
sicurezza di un uomo di affari di Wall Street, si permette di insistere,
argomentando che con il suo aiuto potrebbero scegliere un paio di scarpe in
tempo record, e che la questione dei soldi non ha importanza - me le
pagherà in un altro momento - La ragazza è disperata. Sa bene che non ha
tempo di ritornare a casa e cambiarsi un'altra volta, e decide - sebbene non
troppo convinta - di accettare l'aiuto di quell'uomo amabile.
Il feticista entra nella sua nuova reggia commerciale nel miglior modo mai
immaginato: appoggiandosi al suo braccio, zoppica quella bella donna.
Osserva di sfuggita quello spettacolo meraviglioso: sale e sale illuminate
con centinaia di commesse di scarpe e clienti che, fiduciosi ed incuriositi,
si muovono a migliaia dappertutto. Il feticista legge le indicazioni:
Calzatura Femminile 1° e 2° piano sotterraneo. Con l'aplomb d'un esperto
propone alla ragazza di cominciare dal primo. Lei cerca di dire che non ha
tempo, che deve prendere un treno importantissimo e mentre lo dice, il
feticista nota il suo tremore nel braccio. La tranquillizza dicendole che
sicuramente troveranno qualcosa di buono al primo colpo. Prendono una scala
mobile e scendono al primo piano. Entrano in un negozio di calzature
moderne, e gioviale, il feticista mostra alla commessa la scarpa rotta della
ragazza, per dopo domandare con sicurezza 'avete qualcosa di simile a questa
scarpa?' 'Certo - risponde la commessa - abbiamo proprio quel modello.' Il
feticista si gira vittorioso verso la ragazza chiedendole il suo numero. La
ragazza risponde con una voce spezzata e mentre la venditrice s'allontana
alla ricerca delle scarpe ella si lascia cadere sconsolata su un divano di
pelle. Il feticista si inginocchia e con modo cordiale dice 'mi permetta di
aiutarla' togliendole l'altra scarpa dal piede. E qui, uno direbbe che quel
maiale si godeva alla grande tutta la sua oscenità. Ma succede, che in quel
momento il feticista non osserva né il piede né la scarpa.
La ragazza piange di nuovo mentre stringe con forza l'orologio in una mano e
nell'altra un biglietto del treno sgualcito. Il feticista scopre il suo bel
viso che risplende tanto nonostante le lacrime, si rende conto che i suoi
capelli - di un rosso tenue - cadono sottili sulle spalle, e i suoi seni
tondi e tremanti sono di una bellezza infinita.
Si dà il caso insomma, che il feticista si è innamorato.
E mentre la commessa ritorna con le scarpe nuove, il feticista vorrebbe
accarezzare quell'essere disperato e fragile, e poi dirle che lasci perdere
il treno assurdo e che rimanga con lui per il resto della sua vita. Osserva
i suoi occhi verdi che nuotano tra le lacrime, volendo asciugarli con baci e
innaffiare finalmente in questo modo, la sua arida anima. Ma non dice nulla.
Lo pensa solamente mentre paga, e quando si gira è solo per vedere la
ragazza che lo ringrazia con un bacio sulla guancia e senza una spiegazione
scappa via di corsa verso l'uscita di quel centro commerciale. Il feticista
grida Aspetta!! E non per le scarpe o i soldi, ma per sapere il suo nome e
cercarla dopo in tutto il mondo. Ma lei corre. Non si gira né si ferma.
Corre e nient'altro.
Il feticista la vede allontanarsi e decide di correrle dietro, ma quando
sale per la scala mobile e intravede il piano di sopra, riesce solo a
scorgere migliaia e migliaia di scarpe e piedi che camminano per il centro
commerciale e che bloccano il suo sguardo mentre la sagoma della ragazza
scompare velocemente. Il feticista per la prima volta, maledice tutti quei
piedi che saturano il suo campo visivo, ma soprattutto lo feriscono i piedi
di lei, che agili e veloci la allontanano per sempre da lui.
Il feticista arrivò disperato e sudando
all'ultimo binario della stazione. Vide in un cestino il paio di scarpe
rotte, ed un treno che mentre si allontanava, si cancellava lentamente tra
le sue lacrime.
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