Chacma
travolgente passione letteraria, autrice
in attesa di esordio, amante autori rispettabili di tutte le età e le
epoche, fantasiosa, autoironica, intimista, a volte paradossale, alle
spalle tomi e tomi di narrativa e poesia scritta e letta, cerca editore
attivo, innovativo, creativo per instaurare rapporto di collaborazione. |
CHIAMARLO
Rifletté. Si diresse in cucina. La situazione era
complessa. Non avrebbe mai dovuto richiamarlo. In frigo c'era solo del
latte. E dei limoni marci. Doveva pensarci bene a questa cosa, perché poi
non si torna indietro. Erano le cinque del mattino. Ci stava pensando più o
meno da dieci minuti. Si fece una cioccolata calda. Il che la aiutò a
riflettere. Ma su un'altra cosa. Stava ingrassando.
Non dormiva dal giorno di Natale. Pura coincidenza. Forse. Era uscita alle
sette del mattino a scattare delle foto. Poi, aveva bruciato il rollino.
Cercando di svilupparlo da sé. Passava le notti fra le carte a contrasto
variabile e le torte. Per noia, aveva imparato a farne di diversi tipi.
Ultimamente si era data da fare pure con i biscotti. Ne faceva di così
buoni che avrebbe potuto aprire un locale. Notturno. "Pizze e
dolci." Era brava pure con le pizze. Questo bisogna dirlo. Ma quelle
erano esperienza di vecchia data. Chi avrebbe acquistato i suoi biscotti
alle cinque del mattino? Fatica sprecata. Per questo finiva col mangiarseli.
Non avrebbe mai sfondato come pasticcera. Né come pizzettaia. Continuò a
sorseggiare la cioccolata. Che non era più calda. Faceva un po' senso.
Quando il latte tira fuori quella pellicola appiccicosa. Non piace a
nessuno. A lei non piaceva. E la faceva solo ingrassare. Lievitava come il
lievito che metteva nelle torte. In alcune. Non tutte. La situazione
rimaneva complessa anche se lei non ci stava riflettendo da un po'. E poi
comunque sapeva già cosa non avrebbe dovuto fare. Chiamarlo. Ma sapeva pure
cosa avrebbe voluto fare. Chiamarlo. Era difficile capire a cosa dare retta,
quando la parola finale era sempre la stessa. Chiamarlo. Quella parola le
ticchettava in testa più o meno dal momento della pellicola fluttuante nel
suo latte parzialmente scremato. Ne fu disgustata una seconda volta. Iniziò
a pensare NON chiamarlo. Cosa avrebbe comportato? Era quello che avrebbe
dovuto fare. Non chiamarlo. Non era senz'altro quello che avrebbe voluto
fare però. Chiamarlo o non chiamarlo. Le parole chiave di tutti i suoi
ragionamenti. Se non fosse riuscita a dormire nemmeno quella notte, avrebbe
fatto degli altri biscotti. Per spezzare il ritmo delle fotografie e della
navigazione internet. Il che poi l'avrebbe fatta ingrassare. Qualcuno
avrebbe dovuto mangiarli, se non si vendevano. Iniziò a pensare a chi
poteva regalarli. Regalargli dei biscotti. Cosa avrebbe pensato? Li ho fatti
stanotte. MA SE NON ERA NEMMENO IN GRADO DI CHIAMARLO? Non dormiva perché
non aveva sonno. Ma era tanto stanca. Le orecchie le ronzavano. Non sapeva
se per via della stanchezza o del computer. Ci passava troppo tempo. A
scrivere delle stupide storie e a navigare su internet. Chiamarlo. La sera
dopo l'avrebbe senz'altro chiamato. Se si fosse svegliata in tempo. No, no.
Non l'avrebbe fatto. Sarebbe stato uno sbaglio. Lo sapeva. Ne era certa. Non
avrebbe fatto che complicare le cose. Se lui non le avesse risposto poi non
avrebbe dormito. Il che non cambiava nulla, in effetti. Ma sarebbe stata
molto più agitata. Perché non doveva risponderle? Chiamarlo. Avrebbe
risposto per forza. Non aveva fatto nulla di così grave. Oppure sì. Se lui
non le avesse risposto certamente sì. No. Non l'avrebbe chiamato. C'erano
troppi rischi da correre. Buttò il latte avanzato nel lavello. La pellicola
rimase attaccata al fondo della tazza. Provò ribrezzo per la terza volta.
Meglio che mi invento qualcosa altrimenti fra un'ora mi metterò a fare i
biscotti e poi non saprò a chi darli. NON chiamarlo. NON chiamarlo. Si
disse. Aveva tanto tempo davanti per decidere. Almeno dodici ore. Poteva
riflettere. Non sono decisioni che si prendono con leggerezza. Ma si sentiva
grassa, questo la scocciava. No. Non avrebbe fatto altri biscotti se non
avesse trovato a chi darli. Lui non se li sarebbe neppure mangiati. Non
amava i dolci. Avrebbe fatto una pizza. Perché poi avrebbe dovuto dargli
una pizza? Ho fatto una pizza per te. Poi gli avrebbe dato quell'altra
pizza.* Perché lui non aveva risposto alla sua chiamata. Ma come avrebbe
fatto a vederlo? Non poteva dargli le due pizze se prima non prendevano
appuntamento. I problemi si moltiplicavano. Le pizze pure. Decise di non
fare nessuna pizza. Tanto era finita la farina. Non avrebbe potuto fare
neanche i biscotti. E nemmeno la torta. Almeno avrebbe potuto chiamarlo.
Dopo tante privazioni. Non sapeva cosa fare. Non c'era nulla da fare. Meglio
non chiamarlo. Poi se ne sarebbe pentita. Se avesse risposto e si fossero
incontrati lui le avrebbe chiesto: non mi hai portato niente? Nemmeno la
pizza era riuscita a fare. Ma probabilmente lui non l'avrebbe apprezzata.
Voleva solo i suoi soldi. Che ne sa uno di notti in bianco a cucinare per
non annoiarsi? Chiamarlo. L'avrebbe chiamato sì, senza dolci e pizze di
mezzo. Se voleva mangiare poteva andare al ristorante! Avrebbe dovuto
dormire invece di pensare a chiamarlo. Ma era proprio questo che non la
faceva dormire. Forse. Quindi, non avrebbe dovuto chiamarlo né pensarci,
così avrebbe risolto il problema del sonno. No. Non aveva sonno comunque.
Forse se lo chiamava risolveva il problema del sonno. Anche se finora non
aveva risolto un bel nulla. Guardò il calendario. Erano passati due giorni
dall'ultima volta che l'aveva chiamato. Poteva ancora aspettare. Chissà.
Tutto sommato, si disse, lo pago. Anche se l'ultima volta non l'aveva fatto.
Forse era questo il motivo per cui poteva non rispondere, quando l'avrebbe
chiamato. NON chiamarlo. Tanto non cambiava nulla. Si mise a letto. Chiuse
gli occhi e respirò a fondo. Continuava a non avere sonno. Rifece il
calcolo dei soldi che stava spendendo. Troppi. Guardò l'ora: le sette e un
quarto. Tirò su il piumone e si coprì la faccia. Lo spiraglio di luce
poteva non farla dormire ancora a lungo. Ma respirava male. Per questo si
rigirò a pancia in sotto. Immaginò tutte le persone che conosceva con gli
occhi di una paura fottuta. Un'espressione che ti cambia lo sguardo.
Cominciò ad avere sonno. Tutto sommato è un vero spreco chiamare lo
psicologo. Si disse. Sono pronta. Ho deciso. NON chiamarlo.
E inspiegabilmente poi si addormentò.
*In dialetto romano: pizza= schiaffo
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