Fabio Ferton

"Lo scopo della vita è lo sviluppo del proprio Io: realizzare perfettamente la propria natura è il motivo per cui siamo qui. Al giorno d'oggi l'uomo ha paura di se stesso e sembra aver dimenticato il più nobile di tutti i suoi doveri, quello che ha nei propri confronti.". (da "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde.)

Io resterò solo. Lo so. Ora lo so con certezza. Per questo me ne vado in giro per le città, nascosto dietro i miei occhiali scuri con quell'aria distaccata che agli altri appare sempre superba. Vida es suegno. Non vedo l'ora di svegliarmi. Quando sarò vecchio siederò su di una morbida poltrona in camera di mio padre, fumando la pipa, osservando il boschetto da lui creato durante gli anni della mia infanzia. E sarà allora che, immerso nella quiete domestica, scrutando l'orizzonte, ripenserò alla mia vita con inquietante lucidità, ricordando tutto quanto ho fatto e farò. A quel punto la mia vita avrà avuto un senso.

LA SCATOLA ROSSA

Lui era li' ad aspettarmi, ora lo so. Aspettava che io scoprissi il suo segreto e che versassi lacrime amare per lui. Sean mi aspettava a casa, la mia nuova casa.
E' l'accogliente depandance di una grande casa in stile vittoriano all'estremita' meridionale del centro cittadino.
La cosa che piu' mi entusiasmava di questo appartamento era che, dopo molte convivenze, fossi l'unico inquilino. Ben presto, pero', ho scoperto di non essere solo in casa. E' come se in un certo senso lui ci sia ancora.
Sean.
E' ancora nella sua stanza, la stanza chiusa a chiave. Ci sono voluti un paio di giorni perche' mi accorgessi della sua esistenza: la porta era nascosta dietro la libreria del salotto e Bridget, la padrona di casa, non mi aveva menzionato una seconda stanza da letto. E' successo per caso: stavo cambiando la disposizione dei mobili e, spostando la libreria, l'ho trovata.
Chi resisterebbe alla tentazione di aprire una porta segreta?
Appena riuscii ad aprirla fui investito da una zaffata di aria umida e stantia. Tastando le pareti di fianco alla porta trovai l'interruttore della luce e la accesi. Non avevo mai visto un tale disordine: scatole, vestiti, mobili, libri e cartacce erano sparpagliati per tutta la stanza. Mi aprii un varco nel caos e voltai lo sguardo. Il letto era coperto di lenzuola sporche: le macchie grandi e scure avevano forme irregolari. Quando potei osservarle da vicino mi accorsi, con orrore, che si trattava di sangue rappreso.
Sean era solo.
Bridget lo trovo' morto una mattina di due anni fa: giaceva disteso sul fianco sinistro, esangue, con i polsi tagliati e da allora non ha mai trovato il coraggio di tornare nella stanza. Ha preferito chiudere la porta a chiave e nasconderla dietro la libreria.
Mi sentivo triste e a disagio ma mi rendevo conto della necessita' di ripulire la stanza e tornare alla mia quotidianita'. D'altro canto non riuscivo a smettere di pensare a lui e a chiedermi cosa lo avesse spinto al suicidio. Forse la risposta era a portata di mano, nascosta nel marasma della sua stanza. Improvvisamente fui travolto dall'impulso di scoprire la verita'. Da dove potevo cominciare? E, soprattutto, cosa dovevo cercare? Decisi di concentrarmi su fotografie, corrispondenza e documenti. Non era un lavoro semplice: la stanza custodiva frammenti di una vita intera.
La vita di Sean.
Birra, vodka, sigarette: migliaia di scontrini per questo genere di acquisti. Sean spendeva un sacco di soldi per i suoi vizi. Sean fumava e beveva troppo. Acquistava alcolici tutti i giorni e fumava almeno quaranta sigarette al giorno.
Luce, acqua, gas, telefono: le bollette erano sparpagliate ovunque. Tutte pagate. In ritardo.
Divieto di sosta, guida in stato di ebbrezza, eccesso di velocita'. In due occasioni gli fu ritirata la patente.
In uno dei tre armadi presenti nella stanza trovai una miriade di schizzi e bozzetti di abiti da sera. C'erano ricevute fiscali di fornitori, fotografie di modelle in passerella e ritagli di giornali che parlavano di lui.
Era uno stilista.
Per nottate intere non ho fatto altro che proseguire nella febbrile ricerca di un indizio e, a mano a mano che passavo a setaccio la stanza, la mia curiosita' nei confronti della sua vita cresceva. Mi sentivo eccitato dal ritrovamento di un brandello della sua vita e, come un voyeur, indulgevo su ogni singolo elemento impossessandomi della sua intimita'.
Sean aveva buon cuore e tutti lo amavano e rispettavano. Riceveva molte lettere e cartoline da ogni parte del mondo e ogni missiva portava con se' gratitudine, riconoscenza e affetto.
Era una brava persona Sean.
Capace di dare buoni consigli, di rincuorare amici in difficolta' e, stando ai suoi aforismi, dotato di uno stravagante senso dell'umorismo.

"La passione degli idioti e' per l'eccentricita'."

Ancora non riuscivo a comprendere, pero', le ragioni del suo suicidio. Doveva esserci una motivazione per un gesto cosi' folle e io dovevo trovarla. Cosa si nascondeva dietro il suo sguardo tormentato? Le sue fotografie lo ritraggono sempre con la stessa ombra nello sguardo, l'ombra del tormento.
Tra la corrispondenza burocratica mi incuriosirono particolarmente le missive dello studio legale Murphy&Sommers. Si trattava di comunicazioni formali il cui oggetto era sempre il medesimo: ALICIA. In alcune di queste missive Murphy e Sommers informavano Sean che le ricerche effettuate dall'investigatore privato assunto per lavorare al suo caso non avevano ancora ottenuto alcun esito. In quella piu' recente gli avvocati gli suggerivano di rivolgersi personalmente all'ambasciata inglese di Cipro in quanto risultava ufficialmente la presenza del soggetto a Nicosia e che, per ragioni giuridiche, era impossibile proseguire nella risoluzione del caso.
Quale caso?
E il soggetto?
Era forse Alicia?
Chi era Alicia?
Questi interrogativi cominciarono ad accavallarsi nella mia mente allorquando vidi, per la prima volta, nascosta sotto una pila di coperte, la scatola rossa.
Al suo interno c'erano dozzine di fotografie. A differenza delle altre viste fino a quel momento, in queste Sean sorride. E' felice e gli occhi gli brillano di una luce estatica. Le fotografie lo ritraggono spesso con una bambina bionda e riccioluta tra le braccia. La mia preferita li ritrae abbracciati in primo piano. Lei lo bacia delicatamente sulla guancia. E' una bambina bellissima con gli stessi meravigliosi occhi azzurri di Sean. Sul retro, scritto con un inchiostro sbiadito, c'e' un nome:
ALICIA.

 

Memorie di una sgualdrina cibernetica

BOLOGNA

#1
Sto per ricevere un uomo a casa. Tutti i preparativi sono espletati: ho cambiato le lenzuola, piegato i vestiti e riordinato il salotto. Mi piace presentarmi bene nel mio delizioso appartamento. Lui si chiama Mike. Ventisei anni, laureando in Scienze Politiche. Bello. Ci siamo conosciuti in chat qualche sera fa. Per rilassarmi ho fumato un paio di spinelli. Hashisch. Lo so, è una delle mie debolezze. Un giorno o l'altro devo smetterla. Smettere di adescare uomini in Internet. E, soprattutto, basta con il solito nickname: Sukkiocongusto. Che te ne pare? Ad effetto. Chiaro, diretto, allettante. Andrea, l'uomo con il quale vado a letto da un paio di mesi, è fuori città: organizza un concerto a Milano. Non se lo immagina neanche cosa sto per fare: una scopata coi fiocchi. Lo so. Sono erotomane. Altra debolezza.

#2
Incredibile. Mi ha seguito. Sono le quattro del mattino e sto cercando di seminare un barbone feticista. L' ho incontrato sulla strada di casa, sotto un portico. Non conosco il suo nome ma mi ha detto di essere un pittore. Me lo immaginavo. Sono mesi ormai che lo vedo mendicare tutti i giorni sotto lo stesso portico. A Natale gli ho anche regalato tutti i miei spiccioli in Lire:
- grazie! - rispose.
Indossa un completo gessato con un buffo cappello a cilindro. Porta gli occhiali e la barba. Un cliché. Un clochard di memoria bohemien. Cerco di dargli dei soldi ma rifiuta. Ma cosa fa?! Si inginocchia e comincia a leccarmi i piedi implorandomi di accondiscendere. Vuole masturbarsi leccando i miei piedi.
- Sono salati - dice.
Certo! Ho camminato tutto il giorno nei sandali e i piedi sono sporchi, sudati e polverosi. Mi allontano in fretta declinando la sua offerta. Sono quasi arrivato a casa quando mi sento chiamare. E' lui. Incredibile. Mi ha seguito. Gli regalo dieci euro e lui riprende a leccarmi i piedi. Insisto e finalmente mi lascia andare. A casa mi torna in mente la mia ultima avventura. Ne ho sedotti quattro stanotte: un'orgia voluttuosa, languida, effimera. E' ora di dormire, click!

#3
- Ciao! Sei arrivato! Io sono Jenny...-.
Non posso crederci. Le porte dell'ascensore si aprono e io sono attonito. Lui è sui cinquanta, piuttosto bruttino, quasi nudo. Ma che significa? Sono stato invitato da un amico a casa di quest'ibrido sessuale: un avvocato di successo, amante del travestitismo, ricco e perverso. Mentre il suo autista mi accompagnava al suo attico in centro ho cercato di immaginare, invano, cosa e, soprattutto, chi avrei incontrato stasera. Oltre ogni immaginazione mi ritrovo in questa casa stupenda, finemente arredata e piena di gente: avvocati, chirurghi, giornalisti. C'è anche una donna, questo non me lo aspettavo. Jenny fa gli onori di casa e mi presenta a tutti i suoi ospiti. Lo champagne è favoloso, perciò ne bevo diverse coppe, tanto per sciogliermi un po'. L'atmosfera è febbrile. Non c'è più cocaina. Jenny e il suo socio decidono di andare a Milano in Porche per prenderne dell'altra. Bene. Posso approfittare della loro assenza per defilarmi. La donna, una brunetta di trentacinque anni abbrutita dall'alcool e dalla coca, si offre di farmi accompagnare a casa dal suo autista. Niente sesso stasera. Uscendo dal palazzo, il portiere mi lancia un'occhiata ambigua ma sono troppo esterrefatto per fare alcunché. La notte è calda e l'insolito silenzio mi inquieta, non so perché.

#4
Il sole è splendido, fa caldo e spira una brezza leggera. Sarebbe un pomeriggio piacevolissimo se non fosse il 2002. Se non fossimo a Bologna. E, soprattutto, se io fossi un'altra persona. L'adescamento di questa mattina non è andato a buon fine. Loris, 25 anni, palestrato bolognese. Una vera checca. E' stato molto meglio andare a pranzo fuori con la mia amica Damy. Peccato che il pranzo è stato rovinato dall'incontro con Keiko.
- Amooore!! Da quanto tempoooo!
- Ciao bella!
- Ma daaaaai! A cosa stai lavorando adesso?
- Beh, devo fare un casting per il nuovo film di Kevin Love.
- Noooooo!!!! Io mi sto scopando il produttore! Sai, Haller.
- Haller? Grandioso!
- Dai, mi vedrai presto sul grande schermo!!!!!
- Wow! Strabiliante...
- Tesoro adesso scappo. Ciaaoooooo!!!!!
Keiko, 25 anni, italo-nipponica, attricetta. Il suo sogno è lavorare con Mario Rossi, il celebre regista di commedie old style. Damy è sbigottita: ma chi è quella?! A volte la celebrità è un fardello difficile da portare. Specialmente quando hai deciso di mangiare una pizza a mezzogiorno con la tua amica porno star. Lei non ha di questi problemi. La gente non la ferma per strada dicendole "ciao bellezza, tu sei quella di Orge languide?. No, lei non deve fingere. E' libera di mangiare una pizza a mezzogiorno senza che nessuno la importuni o che qualche collega le reciti la solita commedia.
E' proprio un pomeriggio del cazzo! Il Pc si è rotto, perciò non credo che sukkiocongusto farà gli onori di casa in chat.

#5
Adoro le esperienze forti. Sono le cinque del mattino di lunedì e sto attraversando la città deserta a bordo di una cabriolet nera con due uomini. Quello alla guida è silenzioso, l'altro, accanto a me, parla a profusione. So riconoscere una persona a disagio e lui è evidentemente imbarazzato. Sarà per la situazione in sé o magari per il fatto che ha una gamba ingessata e io glielo sto prendendo in bocca. La mia amica Silvia mi ha sconsigliato di accettare un passaggio da questi due strani figuri, ma non sa che stavo cercando proprio loro. Sto tornando a casa da una festa noiosissima e non c'è modo migliore per chiudere la serata.

#6
- Marcel Duchamp ha ucciso l'arte...-.
Non sono assolutamente d'accordo ma questo, ovviamente, è irrilevante. Al di sopra della mia spalla destra vedo una barba muoversi. Mi giro, sposto lo sguardo e lo vedo. Sessanta anni, brizzolato e con dei bellissimi occhi azzurri. E' un critico d'arte ed è evidente che non apprezza molto l'arte concettuale. Il museo d'arte moderna è gremito di celebrità in occasione di quest'ennesimo vernissage. Uno stuolo di ignoranti modaioli sta sorseggiando champagne dietro di noi. L'immancabile Eva Martin's indossa un abito mozzafiato e chiacchiera con un attempato biondino. Il mio amico Franz mi ha piantato nel bel mezzo della serata perché la sua amante è stata nuovamente arrestata per atti osceni in luogo pubblico. Che birichina! Stando così le cose non mi resta che accettare le avances di quest'individuo. E' affabile, educato e, nonostante cerchi di nasconderlo, bramoso. Scambiamo qualche battuta e si offre di accompagnarmi a casa insieme al suo amico Davide, un noto chirurgo del Policlinico. Adoro le Mercedes, sono spaziose ed eleganti. Davide è un abile guidatore e il tragitto verso casa mia è allietato dall'Opera 100 di Schubert. L'idea di fare sesso con questi due mi tenta per una frazione di secondo ma poi desisto.
E' scoppiato un temporale e nel mio appartamento il silenzio è rotto dal fragore con cui la pioggia batte sugli infissi. Matisse, il gatto, sonnecchia sul divano: non si è accorto della mia presenza. E' un micio bellissimo e dopo aver rollato uno spinello me ne resto lì a guardarlo mentre dorme. Fa le fusa. Forse sta sognando un grande topo allo spiedo. Ma i gatti sognano?

#7
OrasexBO>180*80, occhi chiari, carnagione scura, 32 anni.
Fuori sta nevicando senza tregua da stamattina. Oggi non ho lavorato e ho trascorso il pomeriggio in
chat. Non so come si chiama ma la descrizione è allettante: l'idea di incontrare uno sconosciuto in macchina sotto la tormenta di neve mi procura un intenso brivido di piacere.
Sukkiocongusto>Porta Mazzini - 19.00.
Carino. Lavora come assistente in uno studio notarile. Si chiama Claudio. La bufera è implacabile e la città è ovattata e surreale. Claudio è impacciato, nervoso, eccitato: è la sua prima volta. Fantastico. In un angolo del pianeta, sotto la neve, in giro per le strade della città sto spompinando un giovanotto alla sua prima esperienza omosessuale. Sukkiocongusto ha colpito ancora.

#8
Apro gli occhi, sono sveglio. C'è uno strano odore nella stanza: un odore indefinibile, vago ma persistente. E' il suo odore. Giace disteso accanto a me in un grande letto, volgendomi le spalle. Ma un momento...è nero! Sono attonito: dove mi trovo? Lui chi è? E, soprattutto, io che ci faccio qui? Il party di ieri sera e' stato ad alto contenuto di stupefacenti, non ricordo un granchè su come sia andata sul finire. Sto cercando di concentrarmi, di fare mente locale mentre si sveglia.
- Good morning, honey...- .
Devo avere un'espressione molto confusa perchè lui mi guarda divertito, sorridendo. Il mio sguardo si posa sulla sua dentatura bianca, perfetta. Anticipando la mia prevedibile domanda mi spiega dove mi trovo e si presenta. Linell, trentacinque anni, afroamericano, vetrinista. Sembrerebbe che lo abbia rimorchiato al party, con una certa insistenza. Ci troviamo nel suo loft in centro, non lontano da casa mia. Sono sconvolto. A poco a poco tutti i tasselli di questo confuso puzzle si collocano al loro posto e, lentamente, i ricordi riaffiorano nella mia mente. L'ho letteralmente trascinato fuori dal locale bisbigliandogli frasi più o meno sconce nell'orecchio. Abbiamo camminato fino a casa sua per fumare un po' d'erba e, a giudicare dal tasso di dopamina nel mio organismo, il sesso deve essere stato favoloso.



DUBLINO

#1
- Smettila di infastidire il signore, ok? -.
Il bimbo nel passeggino è tremendo: mi ha spalmato il suo sandwich sui jeans. Cerco di abbozzare un sorriso e lancio un'occhiata all'autista.
- E' lontana Monastery Road? - chiedo.
Forse non ha sentito.
- Scusi, quanto manca per Monastery Road? - insisto.
Sto per ripetere la domanda quando l'autista si decide ad informarmi che mancano 25 fermate.
Cooosaaa? Se avessi saputo che era così lontano non avrei accettato di incontrare Tony. Tony ha 32 anni, è irlandese e anche lui ha risposto al mio cyber annuncio.
Il bus è stipato e un gruppo di ragazzine in divisa scolastica urla e ride sguaiatamente.
Tony mi chiama al cellulare e mi chiede che fino ho fatto.
- C'è traffico, ok? - replico - e tu abiti in culo al mondo! Rilassati, manca poco...- .
Non è stata una buona idea accettare di incontrarlo: vive in periferia, non lo conosco e io sono a Dublino da troppo poco tempo per sentirmi a mio agio nei suoi deprimenti sobborghi. Quando arrivo a casa di Tony vorrei sparire. Ma è troppo tardi.

#2
A volte, se fissi intensamente il tuo cellulare sperando che squilli, può succedere che un estraneo ti chiami. Certo, devi prima aver dato una mano al caso lasciando il tuo numero sul sito internet giusto.
C'è qualcosa nella sua voce che mi elettrizza. Non ho capito tutte le cose che mi ha detto ma non esito ad accettare di incontrarlo.
Ore 22 davanti al Bleeding Horse.
Favoloso! Sembra un modello di Calvin Klein: alto, biondo, occhi azzurri, mi viene incontro con una falcata decisa, cool, leggermente dinoccolata. La sua stretta di mano è energica e morbida allo stesso tempo. Mi ci vuole qualche secondo per capire cosa mi sta dando alla testa: il suo odore.
Eamonn: 32 anni, veterinario, irlandese, ha sempre vissuto a Dublino. Faccio del mio meglio per sfoggiare un inglese brillante e lui pare apprezzare lo sforzo. E' chiaro che mi inviterà da lui. Detto, fatto. Mi sto preparando per una lunga camminata quand'ecco che arriva, del tutto inaspettata, la sorpresa:
- ti presento la mia Mercedes 007...-.
La sua cosa? Capisco cosa intende quando, seduto in una lussuriosa Mercedes SLK color champagne, la cintura di sicurezza mi si chiude addosso senza che io muova un dito. Lui sorride.
- Bene James Bond, adoro la tua macchina. Posso essere la tua Bond girl?- .
Ridiamo. Eamonn mette su un cd di Mary J Blige assicurandomi che mi piacerà senz'altro. Ha ragione. Mi piace. Sfrecciamo lungo il Gran Canal e dopo un paio di svolte a destra e sinistra ci fermiamo.
Ranelagh: un bel quartierino in stile georgiano. Eamonn ha una casa bellissima, accogliente e arredata con gusto. Non so perché ma sento che il commento musicale più adatto alla situazione è George Micheal. Lui sembra gradire e mi mostra il suo tatuaggio: un piccolo omino che balla sul suo inguine. Bene, ho colto l'allusione.
Quando mi sveglio nel suo letto mi sento felice. Il sole splende e per un momento spero di rivederlo al suo ritorno da Londra. Andrà a trovare un'amica per il week-end, dice. Capisco che non lo rivedrò mai più quando, scusandosi, mi dice che non può accompagnarmi a casa e che non dovrò camminare per molto. Peccato.

#3
Vorrei tanto capire perchè quando sei single amici e conoscenti, ciclicamente, cercano di aiutarti a trovare una sistemazione affettiva. E' come se si sentissero in dovere di salvarti da una condizione esistenziale precaria.
-Ti vedi con qualcuno in questo periodo? Nooo?? -.
Allora devono assolutamente farti conoscere qualche loro amico fantastico. Ogni volta la stessa storia. Stesso copione, stessa inflessione nella voce.
E' da quando ho conosciuto Avery, il mio coinquilino americano, che sento parlare di Robert, di quanto è simpatico e di come sarebbe bello se io lo conoscessi e magari ci uscissi insieme. Fino a quando ieri sera Avery, tornando dal lavoro, mi mette in mano una salvietta con su scritto il numero di Robert.

Se pensate che Babbo Natale sia lappone, vi sbagliate. Se credete che sia vecchio, con la barba e un cappotto rosso, siete in errore. Se ve lo immaginate a bordo di una slitta, ricredetevi. Babbo Natale vive a Dublino ma è originario di Chicago. No, non è vecchio! Ha 30 anni e veste casual. Non guida una slitta trainata da renne, gira a piedi. E, soprattutto, non va in giro per case a dispensare regali. No, a mezzanotte bussa alla mia porta per regalarmi l'orgasmo dell'anno. E' come una consegna a domicilio. Avery aveva ragione: Robert è davvero fantastico. Il mio Babbo Natale a stelle e strisce.


#4
Non riesco a tenere gli occhi aperti. E' come se fossero incollati e se mi sforzo di spalancarli mi bruciano da morire. No, non sono malato. Sono solo le sei del mattino e sto correndo al lavoro: niente di anomalo. Il punto è che sono andato a dormire un paio di ore fa ubriaco e in uno stato post orgasmico. Ieri avevo proprio bisogno di divertirmi perciò sono andato al George. Quando ho deciso di tornare a casa ho preso l'uscita sbagliata, su Dame Lane. Lungo il vicolo c'erano diversi ragazzi in piedi, fermi sul marciapiede, con quella finta aria di chi è li ad aspettare un taxi o un amico. Conosco perfettamente quella posa e ho deciso di approfittarne. Ne ho rimorchiato uno che mi ha portato dietro all'Olympia Theatre: scopro così che si tratta di una cruising in pieno centro. Proprio come i vecchi sottopassaggi di Via Rizzoli a Bologna. Per un attimo mi sono sentito come a casa. Vecchi tempi. Interi pomeriggi a camminare nervosamente nelle gallerie semibuie del sottopasso inalando un'aria satura di lisoformio, sesso consumato e sigarette fumate a metà...

#5
Nel locale c'è un'atmosfera tranquilla e distesa. Le persone sembrano essere a proprio agio. Ordino una pinta tormentandomi il labbro e mi concentro sulla musica di sottofondo. Chris Isaac che canta Wicked game. Non posso fare a meno di pensare ad Helena Christensen che si rotola sulla sabbia in quel bellissimo video diretto da Herb Ritts. La spiaggia, le palme, il sole e il mare: favoloso! Sicuramente più entusiasmante del vento polare che affligge Dublino da questa mattina.
Non devo fare altro che sedermi, bere la mia birra ed aspettare che accada qualcosa. E' una lunga attesa. Gli avventori del locale ridono e scherzano tra di loro e per più di una volta faccio fatica a reprimere l'impulso di andare via. Dopo cinque sigarette, mille paranoie e una sola pinta sto per andarmene ma finalmente succede qualcosa.
- Serata tranquilla, vero? -.
Prevedibile, banale, scontata ma pur sempre una battuta efficace: l'importante è rompere il ghiaccio.
Sorrido e annuisco. James: 40 anni, assistente sociale. E' buffissimo e tutt'altro che il mio tipo ma decido di flirtare un po'. Lui impazzisce. Io gli do forfait.
A questo punto la serata sembra terminata ma è proprio quando pensi che tutto sia finito che accade qualcosa che fa riaprire le danze. Fuori dal locale un'Audi grigia accosta e il finestrino si apre.
- Dove vai di bello?-
- Tu dove mi porteresti?-
Il posto è surreale: mare, fabbriche, vista sul porto. E' North Bull Island. Il vento sibila, la città è lontana e io, con la testa di Brian tra le gambe, ripenso all'ultima volta che sono andato a Venezia.

#6
Sono giorni ormai che nessuno risponde ai miei cyber annunci. Comincio a pensare che ormai è tempo di aggiornarli o di eliminarli. Ma ecco che, improvvisamente, ricevo un sms: Aidan, 31enne, dublinese. Flirtare attraverso messaggi di testo col cellulare è un modo semplice, immediato, diretto e crudo per evitare preamboli a volte noiosi e fasulli per conoscere le proprie, reciproche intenzioni. Propongo un appuntamento al buio per la sera dopo con tanto di orario e luogo dell'incontro. Nessuna risposta. Aspetto. Niente. Mi preparo un caffè, fumo un paio di sigarette. Ancora nulla. La risposta giunge, inaspettata, la sera dopo. Aidan mi fa sapere che non è dell'umore adatto per un drink e che preferirebbe incontrarmi per andare in spiaggia. Sta piovendo ma l'idea di allontanarmi dalla città e di respirare l'odore del mare mi alletta. Due ore dopo, davanti al Camden Court Hotel, mi si presenta un tipico irlandese di 31 anni, un po' impacciato e con un accento a tratti incomprensibile. Aidan. Dopo averlo implorato di parlare senza troppe inflessioni indigene scopro che Aidan ha un soprannome. Lo chiamano "il cancelliere". L'origine del nomignolo sta nel suo precedente impiego negli uffici comunali. Aidan: 31 anni, dublinese, ex cancelliere, logorroico. Parla a raffica e c'è un solo modo per zittirlo...funziona sempre.

#7
Usher Street; Emmet Place, appartamento 8. Quel che non so è il codice per entrare. Fermo, in piedi, ad aspettare c'è Frank, il francesino dall'indole decadente che lavora con me. Le sue pose sono sempre maledettamente sexy e non sono l'unico a pensarlo: tutti vorrebbero entrargli nei pantaloni, pare. Un gruppo di madrilene che, per fortuna, conoscono il codice sopraggiungono in taxi.
L'attico di Maite è grandiosa: ampia, finemente arredata e un terrazzo con una gotica vista sui tetti. Siamo i primi ad arrivare ma, il tempo di una sangria e la casa comincia a riempirsi di gente: adorabile. Resistere alla tentazione di flirtare con chiunque è impossibile considerando che il "bouffet" è cosmopolita. Le luci soffuse rendono l'atmosfera cremosa e vellutata. Di tanto in tanto balugina il riflesso di un flash. Il tempo si ferma, lo spazio si dilata e avvolge la notte dublinese ingoiandola nella sua gola profonda. Profonda, calda e lussuriosa come quella in cui, felice ed appagato, a fine serata, riverso il mio piacere...

#8
Prendi un italiano, un irlandese e un tedesco. Mettili su un letto. Mescola. No, non è una nuova ricetta ma un triangolo internazionale ad Inchicore.
Quando Paul ha avanzato la proposta non ho esitato ad accettare. Gli do appuntamento vicino casa mia. Davvero niente male: 25 anni, di Kilkenny, occhi azzurri, cool, simpatico. Guidiamo fino ad Inchicore per dieci minuti parlando del più e del meno. George, il tedesco ventottenne di Francoforte che ci aspetta nel suo appartamento, è una vera sgualdrina. Il menage è piccante, convulso, dionisiaco. Tre paesi, tre culture, tre uomini. Tre: il numero perfetto.

#9
Gustando una mocha in un cafè di Grafton Street flirto con Steve al telefono. Sembra interessante. Dopo diverse ore al pub con gli amici gli do appuntamento davanti al Q-Bar su O'Connell Bridge. Auto di lusso rosso fiammante, abbigliamento casual, nervoso: è il suo secondo appuntamento al buio. Steve propone un drink perciò sfrecciamo via in direzione nord, verso Dollymount Beach, e ci fermiamo in un pub di Clontarf. L'atmosfera è rilassata ma di tanto in tanto dalla voce di Steve trapela qualche traccia di ansietà. A tenere banco nella nostra conversazione sono i clichè. Entrambi dichiariamo di odiarli ma, viva la coerenza!, finiamo sulla spiaggia a guardare le stelle. E' la prima volta, dopo mesi, che respiro l'odore del mare.
Quando Steve mi porge una sigaretta mi immagino etero. Sposato. Impiegato. Con una villetta in campagna. Intento a fare shopping in un centro commerciale ascoltando in filodiffussione "Fernando" degli Abba. RIDENDO.