Emma

scrivo quando ho tempo, quando mi sento motivata. Ho una cartella sul pc piena di 'inizi' come questo. Adoro tenerli, ne faccio quasi una collezione. E' bello potere inventare tante storie: alcuni dicono che sia un modo per fuggire dal reale. Secondo me è anche un modo di indagarlo, il reale.

1. Cominciando

Quella sera si fece la Rotonda, la riunione di famiglia.
Si trovarono tutti quanti attorno al tavolone circolare del nonno, quello dove per anni si erano succedute le diverse riunioni di famiglia. La sedia che dava lo schienale al candelabro sul comò era la sedia del capo, nonché del mediatore. Si stava un po' strettini, tutti quanti, al tavolo, ma questo non era un problema.
Anzi, ricordava tante cose e per questo faceva anche un po' piacere. Ad esempio, riportava alla mente alle sorelle gli anni nei quali avevano dormito tutte e tre in un lettone solo, l'estate col caldo l'inverno col gelo, e ai fratelli le importanti confidenze che ci si faceva nel bagno assieme, senza farsi sentire dai genitori e dalle ragazze.
Comunque, si diceva, quella sera si fece la riunione perché Gennaro aveva qualcosa da dire.
" Avanti Gennaro " lo incitò con il suo caldo sguardo il nonno, suo padre " dì pure perché ci hai chiamati tutti qui"
Venticinque anni prima il nonno aveva detto la stessa cosa.
Gennaro allora aveva esordito con
" Voglio chiedere la mano della Minerva"
Gervasio si era subito congratulato con lui e poi si era passati a considerare la questione economica e Gervasio era scappato via di corsa a raggiungere la moglie coi bambini e al tavolo erano rimaste la Luciana, che ancora di proposte di matrimonio non ne aveva ricevute e forse era anche un po' stizzita perché ormai andava verso lo sciuparsi, e Lorenza, la quale forse per la prima volta partecipava alle riunioni di famiglia.
Questa volta Gennaro invece esordì con
" Maurizio ha chiesto la mano della Sandrina".
Naturalmente Luciana rimase di sasso come al solito, quando si parlava di matrimoni, visto che a cinquantadue anni suonati nessuno ancora l'aveva chiesta e la desiderava. Gervasio di nuovo gli si avvicinò e rinnovò le congratulazioni aggiungendo un " E' una bella soddisfazione quando cominciano a sposarsi" senza dubbio invidiando un po' il fratello, dal momento che ancora i suoi ragazzi - ragazzi? Ma se ormai avevano trent'anni - non si decidevano a spiccare il volo, e stringendo la mano invecchiata della moglie Priscilla.
Guglielmo come sempre mancava. Era mancato venticinque anni prima perché era via per gli studi e così pure mancava questa volta per un concerto all'estero. In compenso faceva le sue veci la bionda Heidi, la tedesca che custodiva gelosamente nel suo ventre il seme dei Ruberti. Dal momento che ancora sapeva poco parlare l'italiano, l'unica cosa che questa fece fu allargare un grande sorriso, di quelli che ricordano un po' le bavaresi, con le loro ampie gonne folcloristiche e i loro prosperosi seni e i loro ingombranti fianchi.
Linda, che cullava la bambina addormentata alla vigilia del suo quinto compleanno, mise in faccia al fratello un ampio sguardo interrogativo e incredulo, ma al contempo felice mentre Renato le borbottava qualcosa all'orecchio.
Il nonno chiese
" Minerva, tu che ne pensi?"
Minerva si lasciò andare sulla seggiola, con un'espressione soddisfatta e innamorata quasi fosse lei a doversi sposare.
" E' un ragazzo serio?" chiese scrupolosamente Luciana, preoccupata, dalla sua trincea religiosa nella quale evidentemente si era rinchiusa dopo la grande delusione di crescere senza diventare madre e forse neppure donna.
Gennaro la rincuorò subito e Luciana tornò silenziosa nei suoi ranghi.
Quindi Eugenio, nonno e padre, concluse
" Dal momento che mi sembra abbiate acconsentito, non rimane altro che discutere delle faccende economiche"
Non che fosse cattivo il nonno, sempre a riportare il bandolo della matassa a quel punto.
Osava sottolinearsi realista, coi piedi per terra.
Cominciarono dunque i dibattimenti economici. La nonna però era rimasta misteriosamente seria tutta la sera. Sul suo volto si disegnava un sorriso malizioso, ma sincero, contento, ma ironico.
Lorenza che entrava in quel momento, se ne accorse e disse
" Che succede? Che smorfie fai, mamma?"
" Niente cara" rispose quella " che smorfie faccio?" domandò
" Mah…" le rispose con fare altrettanto malizioso.
Linda la informò delle notizie e Lorenza precipitosamente interruppe le discussioni
" Non è un po' troppo presto? Voglio dire…è così giovane.."
Il nonno le piantò due grandi occhi biasimanti addosso. Luciana fece finta di non avere sentito, la mamma chiese dell'acqua mentre già impallidiva, Gervasio sua sponte si mosse verso la cucina per accontentare il desiderio della madre e Linda si limitò a dire a Lorenza bisbigliando
" Dovevi proprio dirlo? "
Le discussioni ripresero, ignorando il dire di Lorenza e questa, offesa e oltremodo - seppure solo silenziosamente - insultata, prese la propria giacca e se ne uscì.
Una volta che fu fuori dalla porta, Luciana tirò un sospiro di sollievo.

\ Racconto che spera di essere continuato \