Marco
Nardini
nato l’11 agosto del 1980 ad Ozieri, in
Sardegna, si è trasferito dopo soli sette giorni di vita nell'isola di La
Maddalena, dove ha vissuto fino ai 20 anni. Dal 2000 abita a Bologna, per
studiare Cinema presso il Dams. Collabora con trasmissioni, articoli e
interviste, con l'emittente bolognese Ciao Radio. Assieme ad alcuni amici
con interessi comuni ha fondato, alla fine del 2001, il “Circolo
Culturale Andy Warhol”, di cui è presidente. Nel 2003 ha realizzato il
suo primo cortometraggio a bassissimo costo, in concorso a tre premi
nazionali. Da sempre ama scrivere di tutto ciò che gli passa per la testa
e in ogni forma e genere. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in
riviste letterarie online e offline, altri sono in pubblicazione. Molte
sue poesie hanno partecipato a concorsi nazionali ottenendo ottimi
risultati e sono incluse in diverse antologie. Nel tempo libero (quando
gliene resta) canta in un gruppo rock. |
Il fischio
Questo computer fischia. Passo le notti a scrivere su
questo dannato pc e lui… fischia! All'inizio cercavo di non farci caso, ho
provato a distrarmi, mettendomi in sottofondo qualche pezzo di rock duro, ma
niente. Il fischio emergeva sibilante, fermo, insaziabile, irrompendo senza
scrupoli nel più profondo dei miei timpani.
Sto iniziando a perdere anche la creatività. Rompe ogni pensiero,
s'interpone fra il mesencefalo e il diencefalo strozzando ogni potenziale
ragionamento. Due settimane sono troppe da sopportare con questa sirena
piatta e inarrestabile nel cervello.
E' il caldo. Sono sicuro che è il caldo. 38 gradi alle due del mattino non
sono pochi, me ne rendo conto. Non sono pochi neanche per me, ma non per
questo corro sul balcone e mi metto a sbraitare sguaiato affianco alla
finestra della vicina. Ho le gocce tiepide del sudore che confluiscono, come
affluenti, con le due più corpose, ai lati della nuca, sulle basette. Vanno
a sfociarmi sulle guance, ma credo che evaporino poco più giù, perché la
mascella la sento stranamente asciutta. E ho questo fischio che mi
innervosisce e foraggia la mia testa a produrre sudore in gran quantità.
Non fa bene innervosirsi con queste temperature, si crea un ciclo infinito
di sudore e isteria.
Non credo riuscirò ad andare avanti con questo romanzo. Le parole
cominciano a rimbalzarmi sui tessuti interni del cranio e non faccio in
tempo a buttarle giù che la frase successiva è già carambolata via,
dispersa, irrecuperabile.
Due giorni fa ho contattato un amico, titolare di una ditta di informatica.
Un caro amico. Gli ho chiesto di fare qualcosa per me, qualsiasi cosa, di
cancellare, aprire, reinstallare, svitare, sostituire, qualsiasi
stramaledetta cosa, purché avrei potuto scrivere una cazzo di pagina senza
torturarmi le meningi.
Abbiamo aperto il case. Ripulito ogni singolo elemento. Affogato con litri
di aria compressa anche la più piccola particella di questo diabolico
calcolatore. Era tutto perfettamente funzionante.
Per poco più di tre ore il tirannico dittatore dei suoni ha taciuto. Mi
sono alzato per prendere una birra ghiacciata dal frigo e festeggiare
l'agognato silenzio.
Dopo 33 cl. di sollievo la triste realtà vestita di nero e con l'ascia in
mano è tornata a fare capolino. Stavolta ha voluto giocare d'astuzia,
prendendosi beffe di me. Prima ha cominciato con fare intermittente, poi ha
dilungato il suono, e a poco a poco si è rimpossessato del mio udito,
distruggendo l'ingenua illusione di qualche minuto prima.
Oggi mi sono alzato particolarmente tardi. Il fischio mi tormentava anche
nel sonno e, complice del calore, ha tentato di turbare anche il mio riposo
mattutino incastrandosi nella memoria. Per fortuna, dopo poco più di un'ora
di dura battaglia psicologica, sono riuscito ad avere la meglio. Mi sono
risvegliato a pomeriggio inoltrato, con una terribile emicrania. Sono andato
in bagno e, mentre assolvevo le mie necessità renali, l'implacabile fischio
è riemerso inaspettatamente nell'etere. Sono uscito dalla stanza
richiudendo violentemente tutte le porte che sorpassavo e arrivato in cucina
mi sono trovato deriso e sbeffeggiato dal mio stesso compagno di vita, colui
che per tre anni consecutivi è stato inquilino della mia stessa dimora. Il
fischio del risveglio era un'opinabile canzonatura dell'ultimo pezzo dei
Simply Red, che seguitava come un Cruise la melodia del video trasmesso da
All Music. Carico di tutti i miei ideali partigiani, ho afferrato il tv
color 20 pollici e l'ho sferrato sulla testa del mio convivente, che ha
smesso all'istante di emettere quel malefico stridio accasciandosi su un
lato della poltrona, e mi sono sentito per un momento vincitore della
guerra, colui che ha liberato il mondo dagl'infernali fischi che infestavano
inverecondi ogni momento di questa breve vita, rendendola invivibile.
Poi mi sono sentito più sereno, ho preso la mia ultima busta paga, sono
salito in macchina, mi sono fatto trasportare fino al Media World di
Casalecchio, e ho acquistato un portatile a rate di 160 euro mensili.
Silenziosissimo. |