Claudio
Gatti
sono nato a Roma il 3-6-63, lo stesso
giorno della morte di Papa Giovanni XXIII; il clima di cordoglio e la
forma palindroma di questa data hanno determinato successivamente la mia
laurea in Ingegneria Elettronica e la mia carriera di travet
dell'informatica. Oggi lavoro a Roma e vivo fuori dal Grande Raccordo
Anulare; in questo modo, riesco a rispettare la media nazionale secondo
cui l'uomo italiano risiede a meno di un chilometro dalla casa dei
genitori e ad almeno 45 minuti di macchina dal proprio lavoro.
La mia incredibile produzione letteraria
inizia con "Bacetti a colazione" (1992), commedia scritta a
quattro mani e selezionata per il premio "G.Totola - Drammaturgia
Giovane". Sull'onda dell'entusiasmo scrivo altri testi teatrali:
"Non ci sono per nessuno" (1993), "Santo Cielo" (1994)
e "Sette Anni di disgrazie (e grandi sventure)" (1995).
"Santo Cielo" viene rappresentata nella rassegna Romana "Alcantara
'94" ottenendo un buon successo tra il pubblico di parenti e amici
precettati per l'occasione.
Nel '96 riprendo la sopra citata
collaborazione a quattro mani, nascono così "I miei Due
Pargoli" (1997/1998); per addormentarli o semplicemente farli
mangiare, inizio la mia opera più, riuscita : la saga de "Il Mostro
Peppone e ...".
In modo sporadico mi sono dedicato anche a
racconti corti, brevi e pulviscolari. A marzo 2003, il racconto
"Qualità Arabica" è stato presentato, con inatteso ma assoluto
insuccesso, ad un concorso a tema su "Il caffè". |
QUALITA' ARABICA
"Quanto zucchero?"
"Amaro, grazie."
Eccone un altro che ora mi domanda "Sei a dieta?" o peggio
"Anche io dovrei mettermi a dieta". No, il caffè l'ho sempre
preso amaro sulla scia di un certo personaggio sudamericano e dopo ho
continuato così, come l'anatra di Lorenz. Quello, come se già lo sapesse,
invece dell'atteso clichè ha buttato là a mezza bocca "Lo mismo que
el coronel Aureliano Buendia." e ha proseguito il suo discorsetto
facendo finta di niente. Era l'amo e io mi sono lasciato pescare ben bene.
Non che ora mi lamenti, si guadagna discretamente con una certa sicurezza e
buone prospettive, ma è l'ambiente, è l'ambiente che mi ammazza.
Chiariamo subito che di ballerine provocanti, o anche solo ragazzine
volgarotte, in agenzia non se ne sono mai viste. Sì, ci occupiamo di
varietà e telequiz ma esclusivamente di servizi a valore aggiunto. Gestiamo
elaborati audio masterizzati su CD, si tratta di tutorial come riassunti di
libri classici, best seller, la lista degli ultimi avvenimenti notevoli o
semplicemente canoni come ad esempio i dieci dittatori più spietati del
novecento: Hitler, Stalin, ecc. Tutta roba che va molto tra i conduttori che
se li sparano tra mille interruzioni nelle interminabili sessioni in sala
trucco.
Tra i nostri prodotti, i soliti package tempo reale via SMS: statistiche
sugli share peak e off-peak, gossip con relativo grado di attendibilità;
quotazione dei bookmaker per i nuovi palinsesti. Da poco abbiamo smesso di
comporre le tracce per le easy conversation perché è ormai chiaro che si
ha un miglior ritorno se con gli ospiti si riutilizzano sempre le stesse
domande. Siamo stati noi a tracciare i filoni di riferimento per i casi
quasi umani, e oggi lavoriamo ai tormentoni e ai tic linguistici richiesti
per la rapida caratterizzazione dei nuovi personaggi televisivi. Nostri sono
i vari "ma senti, senti, seeeenti questa" e "mettila a budget
e capitalizzaaa".
Insomma un gruppo attivo a largo spettro, ma il core business dell'agenzia
rimangono i telequiz sia nella ricerca e definizione di format che, e
soprattutto, nella redazione dei Question/Answer.
Ed ancora oggi è per il gruppo "QA - Question Answer" che lavoro,
con quel bell'ingaggio ottenuto sulla scia dell'aroma di un caffè amaro
offerto da Palmiro Redaelli, ieri come oggi mio capo. A mia giustificazione
c'è da dire che Redaelli, detto per anagramma "Il leader" o
"Il leader Maximo", per vetero allusione tra Palmiro Togliatti e
Fidel Castro, o anche semplicemente Max, è un tipo, un bel tipo, che ti
tira dentro come in una grande avventura per pochi o almeno così era per
uno appena arrivato come me all'epoca.
"In questo lavoro, l'importante e essere circoncisi." dice ancora
spesso ammiccante, e recita un suo racconto aforistico dal titolo "Non
sia prolisso" che, come molti per averlo molto sentito, ricordo a
memoria, "Al momento buono avrebbe urlato: "Pietà! Pietà! Pensi
solo che non potrò mai più accarezzare i miei figli.". L'essere stato
così prolisso gli fu fatale: quando era ancora al secondo
"Pietà!" il boia già gli mozzava l'altra mano.". A questo
punto di solito si cerca di fare coro alla risata sgangherata di Max, che
copre comunque tutte le altre.
Ieri mattina suona il cellulare, era Stefano Picca.
"Casini, casini, casini."
"Resistere, resistere, resistere.."
"Ti dico che, a vedervi da fuori, sul gruppo QA sempre più bassi
volteggiano gli uccelli padulo. Tutto bene da dentro?"
"Sì, non peggio del solito, perché, che si dice?"
"Che Max è sotto pressione e che di conseguenza nel Pal-mirino (t'è
piaciuta questa? ) c'è tutta "Qualità Arabica"."
"Ma solo perché a "Operazione Paperone" stanno vincendo un
po' più del solito?"
"Scherzi? Tre domandoni con 17 opzioni che vengono azzeccati di seguito
non può essere un caso. L'ha capito pure Amadeus ! Capirai, Striscia che
sta sempre con le orecchie appizzate ci aspetta al varco e l'ADICONSUM tanto
per non sbagliare pare che abbia già presentato un esposto."
"Un esposto!? Ma con Striscia non avevamo un accordo?"
"Bello che saltato."
"Poi magari si risolve in una bolla di sapone che è servita come
materiale per la solita guerra tra bande interne: QA contro Marketing;
Marketing contro Controllo, tutti contro tutti."
"E portieri volanti. Pare che la cosa sia più seria, ma anche se fosse
come dici tu meglio vedere subito come butta senza insistere in grotteschi
atti d'eroismo."
"Voliamo bassi."
"E certo! C'è un clima da fine campionato, rimanere calmi. Fossero da
salvare animali in via d'estinzione potresti anche fare Perlasca, ma così
finisce che fai la figura del solito Pirlasca e basta. Lasciamo che si
ammazzino tra di loro: stronzi con stronzi; pedofili con pedofili; laziali
con laziali."
"Pirlasca con Pirlasca."
"Claro ma dopo, anche i Pirlasca devono avere i loro quindici minuti di
notorietà previsti dal contratto nazionale."
"Chi l'ha detto: Woody Allen; Whoopy Goldberg o Andy Wharol?"
"Sergio Cofferati, e confermo. Mi fai sapere come va a finire?"
"Claro e confermo."
"Ciao."
"Ciao."
Qui si parla sempre per ammiccamenti, è come una
seconda pelle e fa molto spirito di corpo. Lo stesso nome del team "QA
- Question Answer" è noto e sempre referenziato come "QA -
Qualità Arabica" in modo da essere conformi ad una qualità di caffè.
Se lo chiedi, Max ti dirà: "Perché Qualità Arabica? Perché è la
migliore e perché facciamo come gli sviluppatori della Silicon Valley che
hanno chiamato col nome del loro caffè preferito il loro miglior prodotto
software; il linguaggio di programmazione Java."
Il ragionamento in qualche modo deve tornare e quindi nel Pensatoio, una
saletta quattro per quattro adibita al libero svacco, insieme ad un flipper
campeggiano un barattolo di caffè Qualità Arabica e una Pavoni, la
macchina espresso degli italoamericani di brooklyn. Un oggetto strano la
Pavoni, cromata come lo scappamento di una moto custom e con un braccio
ingombrante da alzare e abbassare solo quando la caldaia è veramente in
pressione. Per usarla c'è tutto un metodo con le sue regole empiriche che
finiscono in un corpo a corpo simile a quello del flipper; però anche per i
campioni vale la regola che è ottimo il primo caffè, buono il secondo ma
si sa che dopo il quarto non esce nulla di significativo, bisogna aspettare
che si freddi. "Come una donna bella ma troppo focosa; devi imparare
ancora a domarla e dosarla." così si dice alle spine, che più o meno
spontaneamente si rassegnano a servire, con la motivazione del training on
the job. Saranno loro a sorbirsi un caffè ignobile a meno che qualche nonno
non sia in vena sollevandoli dall'incarico con un bonario "Oggi
facciamo People Management.".
La Pavoni, il Pensatoio, il flipper sono il giro di rito per i nuovi
colleghi, un must su cui indugiamo in attesa di commenti stupiti; quello di
Marco Vitale stupì noi: "Mi ricorda tanto l'oratorio dove andavo da
piccolo a Loreto Aprutino; la domanda è: avete messo anche prete con
tendenze pedofile o quello lo danno solo se prendi anche il calcio
balilla?". Questo adolescentone sovrappeso, che neanche si capiva se
scherzasse o facesse sul serio, da quel primo giorno ci avrebbe sempre
spiazzato. In più, avendo lavorato come barista in uno stabilimento
balneare, si tirava fuori dal corso addestramento reclute facendosi per
primo il caffè e lasciando il rispetto delle gerarchie e la Pavoni
surriscaldata agli altri. "Questo lo segano prima della fine della
prova." era il commento unanime; sei mesi invece passarono in fretta e
anche lui si è poi integrato come gli altri. Anzi, meglio.
Sempre ieri, nel pensatoio l'ho trovato insieme a Stefano Picca; intenti a
parlottare e non si sono accorti che stavo per entrare. Ho avuto un gesto
automatico, dettato da niente, un presentimento, e con un passo indietro
sono rimasto sulla soglia, non visto.
"Minchia, Marco; hanno fatto saltare la puntata di oggi!?"
"Beh, lo hanno mascherato con la scusa della partita di coppa, ma il
concetto è quello."
"E' una tua idea o ne sei sicuro?"
"Coppa Italia."
"Non dico della partita ma del meccanismo."
"Ho controllato parecchie puntate. Direi di sì."
"Come te ne sei accorto?"
"Ho visto delle catene di ricorrenza e mi sono ricordato che i
trafficanti di droga usano il caffè per nascondere la cocaina."
"Il caffè? E come lo sai?"
"L'ho visto in "Beverly Hills Cop Uno"."
"E che c'entra il caffè?"
"Serve per coprire ai cani poliziotto l'odore della coca ed in questo
caso sembrerebbe essere il tramite, la chiave."
"E Qualità Arabica è dentro?"
"Almeno è l'obiettivo oppure è una firma oppure … boh."
"E tu ci sei dentro?"
"Ma no, è solo una mia ipotesi. Io mi faccio i cazzi miei."
"Certo che se continua così rischiamo di andare tutti in C2."
"In qualche modo faranno."
Devono aver percepito qualcosa, hanno smesso e io sono entrato; un'atmosfera
un po' tirata; mi sono fatto un'acqua minerale e me ne sono andato.
E così quel ragazzino di Marco Vitale, zitto zitto si è messo a ravanare e
ha trovato quel poco che basta per dire in giro che ha trovato qualcosa.
L'agenzia sta per essere investita da un ciclone e lui saprebbe dire da dove
viene. Come ha fatto?
Le indicazioni prese al volo erano confuse ma
bastavano per iniziare. Non era molto diverso da quello che normalmente
faccio ogni giorno nel mio lavoro, dovevo setacciare le ultime 60 puntate di
"Operazione Paperone". Lo chiamiamo parsificare, ti metti lì a
caccia di risposte per le Question Answer spezzando, decodificando,
parsificando appunto materiale di tutti i tipi; specialmente film;
pubblicità, telegiornali, vecchie trasmissioni. Il risultato sono nomi di
personaggi, cose, città che finiscono in un bel Data Base da cui andare poi
a ripescare per comporre le QA. Le risposte sono tutte catalogate con le
brave tipizzazioni: plausibili/trabocchetto/ironiche;
storia/letteratura/fumetti/tv, difficoltà A-B-C, eccetera. Non è così
malaccio, sei supportato da un programma di parsing con vari accrocchi video
ed è sicuramente meglio che verificare se le Question Answer non siano
state già usate in altri concorsi.
Ho rivisto anche la puntata di venerdì 15 marzo 2002; quella trasmissione
me la ricordo bene: volevo, dovevo farmi perdonare da Monica, serviva
qualcosa di speciale e non sapevo cosa. Ho pensato ad un messaggio scritto
sulla coda di un aeroplano che vola sulla spiaggia; si vede che ero fresco
di parsing del "Cane di Terracotta". Considerati i costi, mi sono
inventato di codificare il messaggio in una catena formata dalle iniziali di
tutte le risposte, una lettera per ogni gruppo e prendendo sempre la prima
risposta in ogni gruppo; la prima lettera con il primo gruppo di risposte,
la seconda nel secondo e le altre di seguito. Erano quasi tutte risposte
sbagliate; non se ne sarebbe mai accorto nessuno; nessuno tranne Monica
opportunamente avvertita. Il messaggio era ovviamente corto "Ti
Amo", anche perché per leggerne uno più lungo avrei dovuto trovare un
campione. Ha funzionato: è stata una serata come ai vecchi tempi.
All'epoca ero molto soddisfatto della mia pensata e come al solito non mi
sono trattenuto dal raccontarla. Ma dov'ero? Alla Pavoni, sì, durante uno
svacco. Con chi, con chi, con chi? Marco Vitale! Ecco chi era; sempre lui!
"Andiamo a prendere un caffè, faccio io."
Ecco un tipico incipit di Palmiro che prometteva solo rogne. Aveva il suo
sorriso vincente, quello che gli serve per coprire il livore in forma acuta,
ma mascherava male e infatti, scottatosi accidentalmente sulla caldaietta
della Pavoni, aveva abbandonato poi con difficoltà il tono stizzito di
"Forza, che faccio io!".
"Se, si incazza così" ho pensato "allora ha ragione Stefano
Picca ed è vero che come agenzia stiamo rischiando."
"Sai di problemi intorno a "Operazione Paperone"?" aveva
deciso di andare subito alla questione, si vede che era proprio incazzato.
"Mah, so quello che sanno tutti… niente di speciale…so solo che
oggi salta con la scusa della Coppa Italia, possibile?"
"Possibile? Possibile. Che idea ti sei fatto?"
"Mah, a sentire in giro…"
"A sentire chi, scusa?"
"Chi? I soliti, nei corridoi, al pensatoio; quelli che chiacchierano…"
"Stefano Picca è uno che chiacchiera?"
"Sì, Stefano è uno che chiacchiera; non è il solo."
"Sentiamo che dice Stefano."
"Chiedilo allora tu a Stefano."
"Ok, scusa." Max era rammaricato per aver abbandonato la sua
tattica e riprendeva tenacemente da capo "Diciamo che se lo chiedo a
lui mi rintrona con le metafore calcistica; sentiamo qualcosa di alto
profilo; fammi un tua lectio brevis, penso io a cancellare le citazioni ai
piani sequenza della nouvelle vague." sembrava il Max di sempre, che
sapeva far breccia con il guanto di velluto.
"L'idea che mi sono fatto non è ancora definita; è un'ipotesi…"
"Sentiamo la cazzata." scherzava, si era acceso una sigaretta, la
fumava alla Marlene Dietrich con l'espressione beata del bambino che ascolta
una favoletta. Io avevo abboccato ancora una volta e la tentazione di
sembrare alla pari mi portava per mano dove non avrei voluto.
"In quanti milioni vedono "Operazione Paperone"?"
"Tre milioni, tre milioni di coglioni che ci danno da sopravvivere a
caviale e champagne."
"Sì, tre milioni di italiani quando va male. Se anche la percentuale
di matti sulla media nazionale fosse bassissima, diciamo uno su diecimila e
non lo è, di conseguenza abbiamo almeno tremila matti che guardano il
programma. Dico matti, di quelli boni, gente che i programmi TV se li
spulcia come, anzi peggio, di quando noi li parsifichiamo. Tra questi vuoi
che non ci sia un congruo numero di malati per l'enigmistica che azzecchi
una corrispondenza?"
"Corrispondenza tra che?"
"Che ne so, ad esempio le risposte giuste di una domanda per un certo
livello sono un suggerimento per le risposte del livello successivo. La
risposta giusta del livello sette è William Moriconi e alla domanda numero
sei una delle tante risposte sbagliate fa riferimento a Shakespeare."
"Che si chiamava William."
"Oppure, una tra virgolette certa risposta sbagliata del livello sei
sta nella stessa posizione della risposta giusta del livello sette."
"E allora? A che servono tutti questi suggerimenti sparsi? Con i
livelli aumentano anche le opzioni possibili; il povero truffatore come
riesce a trovare la risposta che contiene il suggerimento o la posizione
giusta del livello successivo?"
"Le iniziali delle risposte che danno il suggerimento formano una
chiave."
"E sarebbe ?"
"Una frase; una frase qualsiasi anche breve; componendo la frase scopri
le risposte che indicano un suggerimento e con i suggerimenti azzecchi la
risposta del livello successivo."
"Una cazzata."
"Abbastanza una cazzata. Ci vogliono doti tipo Rain Man: ti devi saper
muovere con l'enigmistica, saper contare e non perdere la calma. Tieni
presente che per non farla troppo scoperta, la frase potrebbe comporsi di
sole consonanti, oppure iniziare a metà, insomma ne puoi trovare di modi,
di frasi adatte…"
"Tipo?"
"Tipo "QLTRBC"."
""QLTRBC"?"
"Qualità Arabica."
"Qualità Arabica?"
""QLTRBC" è Qualità Arabica senza vocali." Max aveva
incassato.
"Ma invece di giocare alla Settimana della Sfinge, il povero truffatore
non potrebbe semplicemente impararsi a memoria le risposte alle QA prima;
sfruttando la modernissima tecnologia telefonica, facendosele cioè faxare
dal compare che già le conosce se non addirittura che le ha redatte lui
stesso?"
"Dubito che il povero concorrente ed il compare interno si conoscano, o
debbano conoscersi a priori." Ben detto; Max era rimasto impietrito.
Stupore, ammirazione? Niente di tutto questo.
"Bravo, hai avuto una buona idea! Ci dovresti lavorare sopra."
"Ti sembra buona? Naturalmente è solo un'ipotesi."
"Certo, naturale! Senti, fenomeno, fai diventare questa ipotesi una
realtà. E velocemente!" Il mutamento di Max era stato rapidissimo.
"Ma che ti stai incazzando?"
"No, che dici! Vengo a sapere che Stefano Picca sa più di me su questa
faccenda e che uno dei miei ragazzi, dei centurioni della decima legione, un
altro po' ci fa la tesi di laurea mentre qui la finanza sta per farci
"Tana rinchiudili tutti" e ci fa saltare la baracca! Ti pare che
mi devo incazzare!?"
"E guarda che io non sono un "ragazzo" e neanche un "tuo
ragazzo"."
"Non fare lo psicodramma."
"Pensa ai "tuoi ragazzi"; ai tuoi tanto cari pupilli dalle
uscite brillanti, ai vari Vitale eccetera eccetera."
"Che c'entra Marco?"
"C'entra, centra… Anzi sei tu che lo fai entrare su tutto, poi non
venire a lamentarti con me!"
Ci siamo lasciati con un altro paio di battute a mezza bocca; ero agitato e
sopraffatto dai rimorsi per aver parlato troppo e continuavo a rielaborare
risposte più adatte del tipo "avrei dovuto dirgli …". Partito
per fare una decente figura avevo finito con mettere in mezzo Marco Vitale
che alla fine è veramente solo un ragazzino mentre io dovrei essere uno
splendido quarantenne con la testa sulle spalle. Volevo passare da Marco per
metterlo in guardia; no, dovevo passare da Marco per metterlo in guardia.
Una mail è sempre la cosa più adatta in questi
casi, asettica come una segreteria telefonica: "QLTRBC, quale futuro?
Parliamone.". Ha avuto un effetto immediato: Marco Vitale si e'
materializzato nella mia stanza " Dica professo'.".
Oltre al tono indolente, dello studente problematico aveva anche il fisico
appesantito e l'abbigliamento trasandato. Una posa redditizia per fare
strage di segretarie in particolare se corredata dalle sue famose uscitine,
dai bootleg caldi caldi fatti la sera prima al Palladium o dalle Polo con le
taglie americane comprate alla Nato di Napoli. Non solo segretarie ma anche
vera strage di capi e capetti che in lui trovavano sempre un qualcosa di non
scontato. E io adesso dovevo farmi forza per fare al "non
scontato" un discorso pacato senza cioè prenderlo subito per le
orecchie e sbatterlo fuori dalla classe.
"Marco, mi sa che io e te abbiamo capito le stesse cose di QLTRBC.
Giusto?"
"Tu cosa hai capito?"
"Io ho capito che qualcuno ha inserito una sequenza di riferimenti alle
soluzione delle QA usando come chiave QLTRBC; e la cosa va avanti anche da
parecchio tempo. Molto, ma molto prima che iniziassero a sbancare Amadeus."
"Giusto."
"E quello che ha messo la chiave e' uno di noi perché per un
indefinibile sense of humour ha voluto mettere la firma usando una chiave
che significa "Qualità Arabica" QLTRBC."
"Vero."
"Quindi questo nostro brillante collega, forse perché era annoiato,
senza stimoli, o solo per vedere se funzionava, si mette a fare il giochetto
di QLTRBC e dopo qualche settimana incappa finalmente nel teledipendente
capace di sciogliere l'enigma e di cogliere la palla al balzo."
"Il brillante collega ha un nome e cognome?"
"Certo, sta scritto come revisore di tutte le puntate incriminate. Ma
chiamiamolo "Apprendista Stregone"."
"Benissimo."
"Oggi l'Apprendista Stregone ha un sussulto perché sta per far saltare
l'intera baracca. Ha paura; parla troppo, si dimena, non sa neanche
lui."
"Vero solo in parte, l'Apprendista Stregone parla e si dimena non per
paura, ma solo perché la storia è durata troppo e vorrebbe farla finita.
Fino a oggi si è divertito di tutto questo trambusto ma non pensava durasse
tanto. Era convinto che QLTRBC era così facile da smascherare che sarebbe
stato bloccato subito, l'idea sarebbe defunta alle prime puntate …"
"Idea che tra l'altro ti ho dato io, ma lasciamo perdere …"
"L'idea veramente me l'ha data mio zio quando mi ha detto che lui
andava in pensione e quindi se volevo, potevo rilevare la gestione de L'Orsa
Maggiore lo stabilimento a Roseto degli Abruzzi. Solo quattro mesi di lavoro
l'anno!"
"Che c'entra questo?"
"Non hai ancora capito? Me ne voglio andare; vi lascio in bellezza, mi
licenzio, me ne vado, ciao ciao good bye."
"Ti licenziano; ti cacciano. Ciao ciao. Bye bye."
"Punti di vista. Io a maggio inizio la stagione all'Orsa Maggiore
cambiando colore alle sdraio."
"Pensi di passarla liscia?"
"Bell'espressione! Stai parsificando ancora il Maresciallo Rocca?"
"Era Montalbano e non cambiare argomento: non temi nulla? Fai un
esamuccio di coscienza."
"Pensi che posso essere citato per collusione con i vincitori? Neanche
li conosco quelli che hanno vinto! E posso dimostrarlo."
"Danno economico e d'immagine all'azienda?"
"Con le mega vincite l'audience è aumentato!"
"A che prezzo, mi dirai!"
"Forse allora varrebbe la pena affrontare la questione dei messaggi
subliminali nei QA. A disposizione. Questo sì che è un danno che farebbe
incazzare le agenzie di pubblicità che non l'hanno usato; altro che
ADICONSUM; sarebbero cazzi per tutti. A proposito, la storia dell'esposto
dell'ADICONSUM l'ho fatta girare io tanto per giocare al carbonaro e quando
ho visto che lato controllo interno eravate ad encefalogramma piatto."
"Ha funzionato?"
"Direi di sì, Max ha subito incominciato a sparare nel mucchio per
trovare qualcuno che sapeva; e ora capisco che ha beccato te. Beh, le
chiacchiere stanno a zero. Ti autorizzo a sputtanarmi da Max; così questa
storia si conclude e io me ne vado. Rimaneteci voi che avete la scorza dura,
vi lascio campo libero per litigare sulla precedenza alla Pavoni, per fare i
cazzari nel Pensatoio, per trovare le risposte stimolanti adatte ad un
generico teleutente con il pannolone che non riesce a soddisfarsi meglio in
altro modo, per fare…"
E' stato così che ho perso il controllo, a sentirmi dire quello che mi
ripeto da anni, sono partito a testa bassa ad altezza dello suo stomaco. Ci
hanno dovuto separare, lui ha avuto la peggio e io ero livido e isterico
come dopo aver pestato l'amichetto all'asilo per una questione di figurine.
Me ne sono andato a casa mentre dietro di me si alzava la vera cagnara.
Oggi sono arrivato tardi, cercavo Marco che sul
telefonino non rispondeva. Volevo dirgli qualcosa che mi togliesse il gran
mal di pancia che non mi aveva fatto dormire e che ora peggiorava mano a
mano che ricevevo i vari SMS di congratulazione: "Vitale
dimissionato" "Vitale devitalizzato"; "10Q" e
"6 Mitico!".
Invece becco Stefano Picca "L'amico ha vinto un terno al lotto. Altro
che devitalizzato! Pare addirittura che Max abbia dovuto insistere parecchio
per convincerlo a non andare alla concorrenza e ad aprire un piccolo gruppo;
un'agenzia anti hacker specifica per i telequiz. Gli ha già trovato qualche
buon contatto. Max non lo poteva coprire di merda senza sporcarsi anche lui
e quindi l'ha coperto d'oro. Farà una fortuna."
Sconcertato ho balbettato "E l'apertura della stagione all'Orsa
Maggiore?". Stefano non mi ha risposto, mi guardava preoccupato.
Che avevo più da dire a Marco? Bravo, complimenti, lei ha capito tutto! Mi
sono rifugiato nel Pensatoio ma ho trovato Max che armeggiava intorno alla
Pavoni.
"Ciao! L'abbiamo beccato!" Era festante.
"L'abbiamo beccato!?"
"Scusa, devo dire l'hai beccato."
"Mi riferivo a "Beccato", bel termine! Stai parsificando
Giungla d'asfalto?"
Max in questi casi ha sempre la risposta giusta: "Quale famosa attrice,
allora giovanissima e sconosciuta, aveva una particina nel film?"
Avrei dovuto dirgli mille cose, di lui di me, delle sue risposte giuste, di
quello che volevo o non volevo fare; ma non sapevo neanche io cosa; invece
mi è uscito liscio liscio "Marilyn Monroe."
"Bravo. Sei sempre il più bravo, vieni che ti meriti un po' del people
management ad hoc: oggi la prima tazzina è la tua. Caffè amaro,
vero?"
"No, zuccherato e anche parecchio questa volta." |