Antonella
Pizzo
non faccio niente di particolare, mangio, dormo, leggo, a volte scrivo, come tutti. |
La vera storia di Mimmo Gambàsola
Non so per quale sinistro caso lui, che aveva una gamba
sola, la sinistra, si chiamasse Mimmo Gambàsola. La destra non si sa che
fine avesse fatto. Di sicuro, non certo per distrazione, l'aveva persa. Come
tutti, ci teneva tanto alla sua gamba, che quando ce l'aveva la usava per
camminare. Aveva imparato da piccolo a farlo. Prima portava avanti la gamba
destra e appoggiava il piede a terra (piede-a-terre), poi, dopo essersi
assicurato che il piede fosse ben piantato, alzava la sinistra e la portava
in avanti appoggiando il corrispondente piede, e così via. Destra,
sinistra, destra, sinistra. Li chiamano "passi". Con questo metodo
Mimmo si era accorto che poteva arrivare ovunque. Dovunque arrivasse il suo
sguardo, lui andava. Mimmo era contento ed era grato alla provvidenza che
gli aveva fatto questo dono. Purtroppo un brutto giorno perse la gamba e
quando la perse, perse anche la testa. Mimmo faceva il geometra al catasto,
prendeva le misure, usava le stadie ed i livelli. Quando doveva misurare le
aree dei terreni, e c'erano molti muri a secco da scavalcare, le gambe gli
erano molto utili per superare gli ostacoli. Sembrerebbe una banalità, ma
da quando aveva perso la gamba non riuscì più a superare gli ostacoli ed
era sempre nervoso perchè si alzava con il piede sbagliato: il sinistro.
Tutti dicevano che in lui c'era qualcosa di sinistro e così perse la calma.
Mimmo aveva perso la calma, aveva perso la gamba, aveva perso la testa e si
sa che quando si perdono queste cose si perde anche il lavoro. Ma mai Mimmo
perse l'appetito. Una sera trovandosi con la pancia vuota, uscì di casa con
le sue belle e pesanti stampelle di seconda mano e andò a procurarsi il
necessario nella salumeria sottocasa. Trovandosi momentaneamente sprovvisto
di denaro, pensò bene di pagare il suo debito con quello che aveva, un
colpo di stampella. Così assestò il suo colpo al salumiere e andò via con
la sua bella sportina piena di cose sfiziose da mangiare. L'amputato fu
presto imputato e fortuna per lui che aveva già mangiato quando, la sera
stessa, i carabinieri lo presero e lo portarono al fresco. Mimmo si pentì,
ma si trovò molto bene in galera. La cella era confortevole e lui era
sereno. Lì era riverito e rispettato. Giocava a carte, mangiava, leggeva,
scriveva stronzate (come questa), e guardava la tv. Ma la pacchia durò poco
perché, a causa della sua buona condotta, fu presto rimesso in libertà e i
servizi sociali lo fecero alloggiare in un primo piano di un palazzone
popolare. |