Enrico Mattioli

sono diplomato, lavoro in un supermercato, sono delegato sindacale, sono un fallito chitarrista di un gruppo rock ... insomma, la mia è una strada segnata da tante faccende andate a male, e da tante altre di resistenza straordinaria e quotidiana. il racconto che vi propongo, è tratto da una raccolta su nick la puzza, una figura mediocre ed evoluta al tempo stesso, che non ha forse, un retroterra di esperienze e di cultura particolare alle spalle, e che di conseguenze si rapporta con le persone e con gli accadiemnti, seguendo semplicemente il proprio istinto di conservazione. l'istinto è una parte che andiamo perdendo sempre di più. siamo mediocri, fragili, è vero ... ma, perdoniamoci, non siamo così severi con noi stessi.

Scossi, anabolizzati, capitalizzati dall'ambiente,
praticamente,

Ridotti ai minimi termini.

Pillole e anfetamine di un sindacalista al supermercato.


I colleghi mi chiamano Il Telecamera, perché ritengono che io riesca a vedere anche quel che non capita. Eletto delegato sindacale, ho preso l'abitudine di appuntare lo svolgimento delle giornate per le eventuali rimostranze. Ma rileggendoli i miei appunti, ho l'impressione che quanto riportato non è accaduto realmente: se ciò fosse, sarebbe evidente quanto i lavoratori spesso, non hanno bisogno di un delegato sindacale, bensì di un assistente spirituale.

Ore 7.50 di un sabato qualunque. Siamo quindici persone assonnate, scaffalate sulla rampa dello scarico merci. Terremoto il macellaio, interpreta i quotidiani politici; Zuccone il magazziniere, dorme, mentre Margheritone conta le pecore: il colmo per un caporeparto pescheria!
Aspettiamo Auricchio, il nuovo capo settore, al quale spetta il compito di aprire il magazzino. E' in grave ritardo: il supermercato attiva la vendita alle ore 8, ma in genere si comincia alle 6.30.
Auricchio è un cassintegrato con le stellette. Già assorbito dalla filiale di provenienza giacché il mercato ancora precedente ha avuto il medesimo destino, si è presentato a noi in modo inquietante:
- Nelle altre filiali, io il sabato non lavoravo. Poi un bel sabato, mi hanno costretto e ...
Ne nasce un caso: il personale maschile gira con le mani sui marroni. Romoletto, il direttore, ci contesta perché le mani servono per lavorare. - Se dovessimo seguire le pratiche della scaramanzia, tutti noi avremmo le mani sui coglioni!
Detto quanto, si è toccato i marroni. Intanto, anche questo sabato ha lasciato Auricchio a casa: è il direttore, infatti, che defilato, porta le chiavi urlando Al lavoro! Al lavoro!
Zuccone, per il quale Al lavoro è sinonimo di Al fuoco, destato di soprassalto scappa gridando Aiuto, ma è bloccato dal camion che scende per scaricare.

Ore 8.30. La collega Ciavatta arriva con mezz'ora di ritardo. Subisce il rimprovero del direttore. Lei offesa, chiede il mio intervento. - La legge è uguale per tutti: non è giusto che Auricchio stia in casa solo perché porta iella! A questo punto, anche io mi metto a portare iella. E tu, che sei il nostro delegato, che fai? Dormi?
- Certo che no - le dico sbadigliando - ma adesso finiamola con la storia di Auricchio: porta male!

Detto questo, mi tocco. Romoletto mi coglie.
- Anche lei, ci si mette: finiamola con le stupidate, dice allontanandosi. Poi, aggiunge sottovoce - Porta male denigrare un collega che porta iella!
Detto quanto, si tocca i marroni. Romoletto sta preparando una lettera per la direzione generale. Suda, s'impegna, ma non capisce dov'è l'errore.
- Non scorre - dice scoraggiato. - C'è qualcosa di oscuro.
E mi legge la lettera ... Il fatto è accaduto perché una cassiera non riusciva a cambiare il pannolino della cassa; dopo cinque minuti di vani tentativi, mi ha chiamato, ed io mi sono recato con urgenza alla cassa in questione, risolvendo il problema nell'arco di qualche minuto ...

Intanto le colleghe Scrocchiazeppi e Pippisenzacalze, confortano la Ciavatta disperata per le offese del direttore, per l'indifferenza del sindacalista e perché da quando è arrivato Auricchio, è già il terzo cicchetto che prende nella sua carriera di cassiera.
- E se le ha attaccato il malocchio? - fa la Pippisenzacalze. - Bisogna portarla dalla Maga - replica la Scrocchiazeppi. - Hai ragione - continua l'altra - e deve intervenire il sindacato. Si occupa di così tante fesserie, che dovrà pur fare qualcosa contro la iella!

La cassiera La Maga intanto, ordina al macellaio Terremoto cinque lombate di vitello. - Ben spesse! Ora ti lascio che ho la fila in cassa.
Scrocchiazeppi e Pippisenzacalze la rincorrono. - Ti dobbiamo parlare.

Io, attento a non incappare nel direttore, sono impegnato come capo gabinetto: gente che va, gente che viene; tranne quando arriva Terremoto. La sua sessione di oggi, supera la mezz'ora e ciò pregiudica i miei rapporti col ricevitore merci. - Non ce la faccio più! Ricordati che ho prenotato venti minuti fa.
Cerco di intrattenerlo. - Intanto, se vuole, può partecipare a vota la canzone.
Vota la canzone è una mia trovata: sulla porta del bagno, ognuno può scrivere il titolo del proprio brano preferito, nell'attesa che il cesso si liberi. Il ricevitore è in discesa al terzo posto con Lucean le stelle. Perde terreno e s'incazza con me. - Non è possibile che Gisella sia al primo posto. Sei tu che hai truccato il concorso, perché lui è un tuo iscritto. Ecco la verità: questa faccenda è un fatto sindacale!
Così dicendo, cresce il suo bisogno fisiologico e lo spazientito collega bussa alla porta - Terremotoooo!
Terremoto, disturbato, si offende con me. - E' colpa tua! Tu devi tutelarmi quando vado al bagno: lo sai che ho seri problemi!
- Quali?
- Secondo te, perché mi chiamano Terremoto?

Nel corridoio dolciumi, Scrocchiazeppi e Pippisenzacalze incalzano la Maga. - Devi dare un'occhiata alla Ciavatta: ha seri problemi.
- E che c'ha?
- Ce l'hanno tutti con lei.
- Già - aggiunge Pippisenzacalze - da quando è arrivato Auricchio ...
- Aaaa! E non me lo nominare ... - dice correndo. Si dirige in macelleria, dove ha un contrasto con Terremoto.
- Ancora non sono pronte le lombatine? - Fa lei.
- Sono stato al bagno. Embè? - Risponde lui.
- Spero che ti sia lavato almeno le mani ...
- E perché? Mica è ora di pranzo! (Terremoto crede che il sarcasmo sia qualcosa sotto la ventola del radiatore, in altre parole è serio).
- E' inutile discutere con te. Ricordati che non posso lasciare la cassa ogni mezz'ora!
Così si reca al reparto dolciumi da Scrocchiazeppi che continua a consolare la Ciavatta.
Dalle casse, due clienti esasperati dagli indugi della Maga, si avvicinano in ufficio per protestare e trovano la Lupa, la capo cassiera, sommersa da carte, computer, distinte e denari. Come pizzicata da una tarantola, li spedisce nel cesso, dove i due imbattono nel ricevitore.
- Dica?! Questo gabinetto è solo per il personale.
- Ma no, vede noi stavamo in fila, ma ...

- Bravi, bisogna sempre rispettare la fila - li interrompe con noncuranza, trascinandoli dentro.
Mimetizzato li osservo; quando emergono, il ricevitore appare soddisfatto: posa una mano sulle spalle dell'uno e si rivolge all'altro. - Vi ringrazio della preferenza. Ora ditemi: posso esservi utile?

Allontanatosi i tre, entro nell'ingresso e sulla porta campeggia:
3° posto: sono un pirata, sono un signore - Il Principe.
2° posto: sono una donna, non sono una santa - Gisella.
1° posto: e lucean le stelle. - io.

Ore 11- La collega Poppa chiama. - Un domicilio alla cassa numero tre.
E' di turno per le consegne Piccione, ma non si trova. Il direttore si indigna ed io intervengo sensibilizzando Romoletto poiché oggi è il trentasettesimo compleanno di Piccione. - Va bene, va bene. Però, me lo vada a prendere ...
Mi dirigo fuori del magazzino. Come sospettavo, lo trovo appoggiato alla rampa del posteggio clienti, proprio sotto il balcone di Stellina, la fidanzata.
- Piccione! Sei sempre qui, eh?
- Lo sai che Stellina ha preso quattro al compito di chimica? La settimana prossima, mi tocca ...
- Ti tocca, cosa?
- Devo andare a colloquio con i professori. Voglio capire cosa non va.
- Ma i genitori?
- Ormai siamo insieme da tre mesi. Devo assumermi le mie responsabilità. Non come voi delegati ...
- Cosa?
- La prof di Stellina è della CGIL, e mette quattro a Stellina che io pure tifo per la CGIL? Perché non ci parli tu, che siamo tutti una CGIL?
Ore 12: il Principe, fresco di un corso sindacale, ci scuote. - Prendete esempio da Stachanov!
Tutti si guardano ignoranti e si rivolgono a Scatolone, data la vastità della sua cultura. Il collega delude. - Spiacente, non m'intendo di calcio.

Il Principe, allora, ci raduna. Ha letto un libro di un americano del quale preferisce non rivelare il nome (non lo ricorda), intitolato Come godersi la vita e lavorare meglio. Ha intenzione di organizzare dei corsi inerenti all'argomento. Mette una cassetta dei Mondo Grosso: al rifornimento, si procede tre passi avanti e due indietro e prima di disporre l'articolo sullo scaffale, compiamo una piroetta su noi stessi. Dopodiché si muove un po' il bacino e si ricomincia.
In magazzino si respira un'atmosfera di rilassamento generale, oltre che un meraviglioso profumo di nero pakistano offerto da Zuccone.
Ci sdraiamo su cataste di carta igienica, insieme alle nostre colleghe preferite. Ognuno sceglie la compagna dei propri sogni.

Godo quel che il destino mi offre: la collega Poppa. Ha due bernoccoli sul petto, decorati da tanti nei che viene voglia di contarli. Resto sdraiato sulla catasta di carta igienica. Con la Poppa. Le conto i nei.
Bruscamente, qualcuno mi scuote. Apro gli occhi e mi ritrovo scaffalato sulla rampa dello scarico merci. - Hey, Telecamera, hai fatto un bel sonnellino! - E' il Principe.
- Ma che ore sono?
- Sono le dieci.
- Ma abbiamo aperto?
- Da due ore!
- Perché non mi hai chiamato?
- Se non ci aiutiamo tra sindacalisti ... ho sistemato tutto con il direttore.
- Principe, ma come fai?
- Cosa?
- Ad avere un tale ascendente ...
- Perché io credo ancora in certe cose!
- Quali?

Mi guarda perplesso. Perso, fissa il vuoto. Si allontana risentito, inveendo contro di me. - Ma come hai fatto a prendere i voti tu? E soprattutto, vorrei sapere chi ti ha eletto a te?

Vorrei saperlo anche io. E soprattutto, perché?

 

Nick La Puzza è uscito dal sito
Squallide storie di resistenza straordinaria …

1° movimento.
Avevo trovato un editore. Difficile, era trovare una frase sensata per esprimere la mia libidine. Questo mi sembrò subito paradossale: uno scrittore senza parole.
Incassai l'anticipo di quattro milioni, per tre racconti che m'impegnavo a scrivere. La satira era un filone che tirava sempre, come me che da sempre, tiravo a campare. E campavo male, tra l'altro, avvilito com'ero giacché nell'ultima analisi (ero donatore di sangue), i valori delle transaminasi risultavano irregolari.
Tenevo un vecchio computer con il processore a vapore che s'impallava, e sperperavo pecunie in fotocopie, rilegature e raccomandate. Metà della somma, la destinai sul conto del dentista col quale intrattenevo una relazione odontotecnica da quattro anni, e l'altra metà la investii in un pc nuovo di zecca, moderno e funzionale e pagai in contanti. Affare fatto!
Ero al settimo cielo. Guardavo la bianca superficie dello schermo, riflettere nel buio della stanza. Eravamo io e lui, da soli: un fantino e il proprio cavallo, la macchina e la bestia, il braccio e la mente, per un'alleanza indissolubile.

2° movimento.
I primi giorni li trascorsi a gingillarmi con l'erotico virtuale; ciò rappresentava un deciso passo in avanti, viste le costanti diete patite dal mio membro. Finalmente, arrivò il momento in cui dovevo mettermi al lavoro, e la nuova macchina pensò bene di cominciare la propria lotta politica: il sistema andava cambiato!
Il mio amico del piano di sopra, uno che col computer ci andava a dormire (virtuale riposo), sentenziò che forse la macchina non supportava il nuovo sistema rivoluzionario xp, oppure che il nuovo rivoluzionario sistema xp non sopportava la macchina, insomma, forse non si amavano.
Lui mi prestò il cd northon utility, una sorta di siero della verità, ed io scoprii che la macchina dava ben cinquantadue errori in fase d'avvio!
Incazzato nero, mi reco dal negoziante (lo stesso che alla velocità di un fulmine, aveva incassato i contanti). Costui, dopo che io gli mostro gli errori appuntati su di un foglio, garbatamente alza le sue brevi spallucce e mi dice di rivolgermi all'assistenza, perché loro, (loro), sono solo una filiale, e che loro, (loro), non spetta loro occuparsi di queste cose, ma spetta all'assistenza, (…enza), perché lei, l'assistenza, è il marchio ed io la garanzia l'ho sul marchio.
Io, a quella faccia da marchio di fronte a me, gli dico di andarsene a prenderlo all'assistenza, e poi, dove marchio si trova quest'assistenza?

Lui mi risponde che io all'assistenza la devo chiamarla. Io, allora, gli chiedo 'ndove la devo chiamarla e lui, mi spiega che la devo chiamarla al telefono, ma però lui (la faccia da marchio), il numero non gli spetta di darmelo perché io a lui l'ho mandato a prenderlo all'assistenza, e quindi io se sono capace di maleducare, sono anche capace di leggerlo da me.

3° movimento.
Il numero lo trovo sul libretto di garanzia. Scopro, però, che questa marchio d'assistenza, oltre che essere soltanto telefonica, non ha un numero verde, cioè, io resterò al verde perché il prefisso è zerodue milano, mentre io chiamo da zerosei roma. Così telefono sperando d'essere forte, chiaro e circonciso … pardon, conciso.

Ring …ring … ring …

4° movimento.
Lei, l'assistenza, mi chiede le generalità e le impronte vegetali. Aspetto dieci minuti perché il computer dell'assistenza s'impalla a causa delle mie impronte. Riescono a sbloccarlo, ed io devo attendere il tecnico che s'è impallato sull'altra linea. Intanto, squilla il cellulare. La dottoressa del centro trasfusioni, mi informa circa le analisi.
- Lei ha l'epatite nel sangue.
- E' sicura?
- No. Ma faremo un altro controllo e poi saranno cazzi.

Attacca. Resto perplesso, in uno stato angoscioso. Prendo la cornetta del fisso.

5° movimento.
- Salve. Come va?
- Bene. Cioè, ultimamente, ho avuto un po' di problemi.
- Mi dica …
- Beh … il fegato. Cioè, dalle analisi, sarebbe che ho contratto l'epatite. Si figuri, in un primo momento, avevo capito che s'era trattato delle patate, quelle fritte col kechup, ma la dottoressa ha specificato proprio epatite, e non e-patate…
- Senti, sfigato, non mi frega un cazzo dei tuoi problemi. Io sono il tecnico, e tratto solo di computer.
- Già, me n'ero dimenticato …
- Allora?
- Cosa?
- Che è successo?

Gli spiego i fatti. Dall'assistenza, scopro che il problema è da ricercare nel programma easy cd creator Roxio, che non è compatibile con il sistema xp. Chiedo al tecnico: - Com'è possibile che mi sia venduto un programma non compatibile con il sistema operativo?

Il tecnico risponde: - La colpa è della Microsoft, ma tutto tornerà a posto, disistallando il programma. Addio.

6° movimento.
Disistallo il programma. Gli errori in fase d'avvio, non diminuiscono: crescono. Richiamo l'assistenza ed un nuovo tecnico mi spiega che dovrò inserire il cd di ripristino in dotazione. Lui mi guiderà telefonicamente. Inserisco il disco, ed in soli tre quarti d'ora ripristiniamo il sistema. La macchina entra in coma. Il tecnico si congeda perché aderisce all'astensione dal lavoro proclamata dal sindacato autonomo Slurp dei ferrotranviari.
- E cosa c'entri tu? - Gli dico.
- Solidarietà. Il mio ragazzo è ferrotranviere.
- E io?
- Non sarai mica contro il movimento gay?
- No. Però, a questo punto, sono contro i ferrotranviari.
- … e allora sai cosa ti dico?
- No.
- Stronza!

Esasperata, torno al negozio. Il direttore non c'è, e me la prendo con un dipendente. Il poveraccio, non sa cosa dirmi.
- Dimmi dov'è il tuo capo o ti attacco l'epatite!
- Ma davvero non lo so.
- Io ti spacco tutto!
- Non lo faccia: è il mio primo giorno di lavoro.
- Sul serio?
- Sì.
- Congratulazioni.
- Grazie. Posso venderle qualcosa?
- Non saprei, sono così indeciso …
- E su … giusto una cosina per far bella figura col mio capo!
- Chi? La faccia da marchio?
- Sì. Proprio lui.
- Bah … prendo un depliant.
- Mmm ...
- Me lo incarta per favore?

7° movimento.
Torno a casa. Richiamo l'assistenza. Una tecnica (donna), mi rivela che, riguardo all'incompatibilità del cd con il sistema, non è possibile che la Microsoft incorra in un errore talmente stronzo, ma che la responsabilità, invece, è da attribuire proprio al negoziante che, arbitrariamente, ha inserito quel programma nel sistema. Inoltre, visti i problemi causati dal cd di ripristino, la casa mi spedirà dalla Scozia tre nuovi cd di ripristino, perché quello avuto in dotazione dal negoziante, si capisce che ha creato più danni del previsto.
- Perché - chiedo alla tecnica - quanti danni erano preventivati?
- Oh … molti di meno. Complimenti, lei è proprio uno sfigato con i fiocchi!
- Grazie. Quanto devo attendere per i dischi?
- Dalle due alle tre settimane.
- Cosa?
- In genere i tempi d'attesa sono molto inferiori. Ma lei è proprio il top degli sfigati.
- Aaa …

8° movimento.
Resto ad attendere i dischi. Nel frattempo, è passato un mese e mezzo dall'acquisto, ed io non ho combinato una ceppa. Saltano due concorsi ed altre attività collaterali. Il mio editore inizia a spazientirsi. - Beh? Ti blocchi proprio ora?
- No, è che … me ne stanno capitando di tutti i colori!
- Aaa … fidati di me, che io lo so. La tua è solo ansia, paura di fallire proprio adesso che hai trovato una tua visibilità … è accaduto anche ai migliori, sai? Sei solo un po' depresso, ecco tutto. Cerca di rilassarti e non ci pensare.

9° movimento.
Sfiduciato e depresso, me ne vado dal sessuologo. Chi sosteneva che tutto dipende dal sesso? Proust? No, forse era Prost. O forse, Marx. No, no … come si chiamava? Frost, Fred … no. Faust, Forst. Vabbè, è lo stesso.
- Come va?
- Male dottore.
- Perché?
- Vede: il computer, il dentista, l'epatite … insomma, l'uccello non vola più!
- Oh perbacco!
- E già.
- E la sua ragazza?
- Non ho una ragazza.
- E allora?
- Mi rimane un pezzo di pongo tra le mani!
- Mi faccia vedere. Andiamo, non si formalizzi, vediamo questo pezzo di pong … pardon, tiri fuori l'uccello dalla gabbia, e vediamo perché non vola più.
- Va bene dottore.

Lui lo guarda, lo tasta, ci gioca un po' e …

- Uh! Brutto frocio!
- Mi scusi, dottore, eppure le giuro che a casa non volava …
- Fuori dal mio studio!

10° movimento.
Scappo dallo studio, imbarazzato e rinfrancato. Squilla il cellulare.
- Pronto?
- Sono il dentista.
- Salve.
- Salve una ceppa. Mi devi pagare.
- Ma sai … sono incasinato.
- E chi se ne frega.
- Ma … lo sai che ho l'epatite?
- Che c'entrano le patate?
- No. Ci sbagliamo tutti … ho detto epatite.
- Aaa … avevo capito e-patate.
- No, no. E-p-a-t-i-t-e.
- Beh … con tutte le anestesie che ti ho dovuto fare … ma non ti preoccupare, è una cosa che gira.
- Lo sai, che è buffo?
- Cosa?
- Uno spende quattro milioni dal dentista, per prendere l'epatite …
- Già … ah, ah, ah … proprio un coglione, e paghi pure quattro milioni, ah, ah, ah …
- Ah, ah …
- Vabbè … quando mi paghi?
- Aspetta che incasso tutta la somma e ti pago e facciamo anche un regalino all'infermiera.
- Ti do un mese di tempo. Poi ti tolgo i due denti smaltati e poi, ti levo anche il perno.
- Ma a te cosa ti costa aspettare …
- Io lavoro solo con denti originali. Sono l'unico in questo campo.
- Cioè?
- Mio cognato sta al laboratorio di anatomia. E' lui che vuole i soldi …

11° movimento.
Velenoso come non sono mai stato, torno a casa e preparo la vasca per una doccia rilassante. Nel frattempo, richiamo l'assistenza.
- Non ce la faccio più: mi state rovinando!
- Si calmi. Che è successo?

Racconto per l'ennesima volta tutta la storia ad un altro tecnico.
- Faccia una cosa.
- Cosa?
- Cerchi di trovare un floppy di ripristino per controllare le funzionalità del computer. Quando lo ha trovato, mi richiami.
- Ok.

Suono all'amico del piano di sopra, quello che col computer ci va a letto. Mi presta il floppy di ripristino. Faccio le scale per tornare a casa ed incontro l'inquilina del piano di sotto.
- Che cosa mi ha combinato?
- Io?
- Sì. Mi gocciola tutto il soffitto del cesso!
- Cristo: la vasca!

Apro la porta, corro in bagno: è un lago. Prendo canovacci, asciugamani, lenzuola e fazzoletti. Trascorre un'ora e mezza. Finisco d'asciugare e comincio a starnutare.

Etciu! Etciu!

12° movimento.
E' una notte agitata la mia. Non riesco a prendere sonno. Inoltre, il cane della portiera è in calore ed i suoi ululati tengono svegli tutti i condomini. Mi addormento alle quattro del mattino.

Ring ring. Suona il citofono. Non mi alzo neanche morto.

Dring dring. E' il telefono. Guardo l'ora: le quattro e trenta!

- Pronto?
- Sono la portiera.
- Che c'è?
- Innanzi tutto, perché non risponde al citofono che ho dovuto sprecare la telefonata?
- Perché stavo riposando.
- E già, perché il signorino ha bisogno di riposo …
- Cosa vuole?
- E' lei che ha tirato il computer dalla finestra?
- No. Ma potrebbe essere un'idea …
- Non faccia lo spiritoso! Ha colpito il mio Caccola proprio sulla capoccia!
- Guardi che non sono stato io ... comunque, se l'è meritato!
- Ah! E' così che tratta le bestie, brutto stronzo che non è altro!

Attacco. Riprendo a dormire.

13°movimento.
Ring! Ring! E' ancora il citofono. Non mi alzo.

Dring dring. Il telefono. Guardo l'ora: le cinque ...

- Chi è?
- Sono il postino.
- Ma era lei al citofono?
- Sì, sì. Il postino suona sempre due volte.
- Chi le ha dato il mio numero?
- La portiera. Io non lo volevo, ma lei ha insistito tanto …
- Vabbè … che cosa vuole?
- Qui c'è un pacco dalla Scozia.
- Acc … i dischetti! Scendo subito e …
- No, guardi. Salgo io e mi prendo anche un caffè.

Il portalettere sale. Suona. Risuona. Suona ancora.

- E quanto ci vuole per aprire?
- Mi dia il pacco.
- No. Prima il caffè
- Ok.

Lui è arzillo. Io, rimango a fissarlo ebete.

- Quanto zucchero?
- Quattro. Non avrebbe una brioche?
- No.
- E perché?
- Ma lei inizia sempre il turno alle cinque di mattina?
- No, sono in straordinario.
- Ha fatto la notte?
- Macchè … io comincio con lo straordinario, e poi, a casa …
- Aaa …
- Eee …
- Uuu …
- Vabbè, se non ha la brioche, io me ne vado.
- Hey!
- Sì?
- Dove va?
- Ha trovato la brioche?
- I miei dischetti!
- Ah! Già …

14° movimento.
Inserisco i dischi di ripristino. Al primo cd, la macchina mi dà subito errore. Richiamo l'assistenza.

- Benvenuti in Pompak, l'assistenza telefonica. Siamo spiacenti, ma le nostre linee sono attive dalle ore nove alle ore diciotto. Arrivederci.

Sono le sette. Devo attendere due ore. Mi rimetto a letto. Il mio amico del piano di sopra, quello che và a letto col pc, stavolta non è a letto col pc. E non ha un materasso ad acqua. Seguo il suo ritmo d'amplesso e l'uccello prende a svolazzare. Mi sento un guardone, un deviato, un … un cazzo, intanto, agli urli dell'amica del mio amico, raggiungo l'amplesso. Forse che sia un segno del destino, che si verifichi per me, un'inversione di tendenza?

Ore nove. Telefono all'assistenza. Gli spiego l'accaduto.

- Ok. Ho capito tutto. Se le cose stanno così, le abbiamo inviato dei dischi fallati. Mi ripeta il suo indirizzo, che gliene invieremo di nuovi.

Sto per scoppiare, cominciare a strillare, ma ricade la linea.

15° movimento.
Chiamo ancora. Ormai è un filo diretto. Risponde una donna.
- Perché cade sempre la linea a questo sfottuto numero?
- Perché dopo un'ora la chiamata cade da se!

- Ah!
- E già … se vuole dirmi di che si tratta …

Tra le lacrime, le spiego per l'ennesima volta l'accaduto.

- Caspita! Una bella sfiga …
- Lasciamo stare …
- Senta, vogliamo ripetere un'altra volta soltanto tutta l'operazione?

Così sia, se vi pare …

- Mi ascolti: da quello che mi dice, secondo me, i dischetti sono sì, fallati, ma anche l'hard disk potrebbe avere qualche problema.

Emerge un fatto nuovo.

- E quindi? - Chiedo.
- Deve attendere nuovi dischetti, mio caro …

16° movimento.
Dring dring!

Suonano alla porta. E' l'amico del piano di sopra.

- Beh? Come te la passi?
- Di merda.
- Il computer, eh?
- Già.
- Ascolta: se butti giù una bozza, un racconto con la biro, me lo porti ed io lo digito. Poi, lo diamo al tuo editore.
- Faresti questo per me?
- Sì. Mi fai veramente pena.

La sua è una grande idea. A che servono gli amici, in fondo?

La mia ispirazione è totalmente suggestionata dalla storia tormentata con il computer. E così, comincio a scrivere, prendo, riprendo, cancello e termino una breve sit com. Mi piace perché si respira una coscienza sociale, la mia pare giusto una denuncia psicologica, morale, ed un attacco alla grande multinazionale.
Pausa. Accendo una paglia. Mi affaccio alla finestra dell'androne: una radio ad alto volume, manda le hit dell'ultimo mese; da un'altra finestra, ascolto una conversazione telefonica, e poi, libidine: la bionda del primo piano, sta per entrare sotto la doccia. Indossa una vestaglia arancione, talmente corta che esalta le sue rotondità, si sfila le spalline, et voilà ...

- Stupenda, eh? - Alzo gli occhi, ed il mio amico del piano di sopra è alla finestra con tanto di cannocchiale e telecamera zomm, zum - zum, zumzumm!
- Ciao.
- Ciao. Hai già scritto qualcosa?
- Sì.
- Allora sali, che da qui lo spettacolo è migliore.

Salgo. - Ecco. Questo è il lavoro finito.
- Perfetto! Stasera lo digito, e poi spedisco l'e- mail al sito del tuo editore.
- Non so come …
- Lascia perdere.

I miei problemi paiono finiti, in fondo, tutto è bene, quel che finisce bene.

17° movimento.
Una settimana più tardi.

- Ciao Nick. - E' lui, l'editore.
- Salve come va?
- Mi prendi per il culo, La Puzza?
- Cioè?
- Ho pubblicato il tuo racconto sul sito, Nick.
- Grazie ...
- Grazie una ceppa! E' arrivata una denuncia da quelli della Pompak, la fabbrica di computer.
- Grande!
- Sei uscito di senno, Nick? Io non voglio problemi, non voglio chiudere per i cazzi tuoi. Mi dispiace, La Puzza, sei fuori dal sito … devi rendermi i quattro testoni Nick …
- Oh Cristo …
- Sì, sì … vaffanculo Nick!