Rosario
Scavetta è nato a Napoli,
dove tuttora risiede. Appassionato di musica e teatro, non ancora
maggiorenne scrive insieme ad altri autori un recital (testo e musica) dal
titolo " IL SOGNO DELLA VITA" , rappresentato diverse volte
nella stessa città di Napoli, ed alcune commedie in dialetto napoletano
tra cui le "CORNA - MUSE" una divertentissima farsa in due atti
ricca di equivoci, doppi sensi e giochi di parole a sfondo sentimentale.
In seguito si dedica alla stesura di poesie scrivendo diverse raccolte,
tra di esse PENSIERI, PAROLE E POESIE e alla realizzazione di testi per
canzoni. Da poco ha completato il suo ultimo lavoro, un lungo racconto
giallo ambientato a Procida, una delle più piccole isole partenopee dal
titolo "IL MISTERO DI PROCIDA". |
INTRIGO
A MILANO
La strada era ancora bagnata. Tanti giorni di pioggia
così intensa a Milano, non si ricordavano da tempo. Il luogo del delitto
non era lontano dalla redazione del giornale, e Dario Svaldi fece poca
strada per raggiungere il quartiere residenziale, dove si era consumato
l'assassinio dell'imprenditore Guido Gregori. Davanti al cortile del
palazzo, due volanti della polizia e un'autoambulanza facevano lampeggiare
le loro sirene, mentre la folla di curiosi passanti si radunava cercando di
capire cosa fosse accaduto. La notizia l'aveva appresa da una telefonata del
collega Eugenio Silvestri. Subito capì che si trattava di qualcosa di
grosso, per la presenza della squadra omicidi guidata dall'ispettore Ingrao.
Il proiettile aveva attraversato il vetro della finestra, dove
l'imprenditore si era affacciato, centrandolo perfettamente al centro della
fronte. Il foro secondo gli agenti della scientifica era stato provocato da
un'arma di precisione.
<< E' senza dubbio un assassinio su commissione! >>. Disse
Ingrao rivolgendosi al giornalista.
<< Il killer conosceva bene le abitudini della vittima. Il caso è
interessante dottor Svaldi. Ma non interferisca con le indagini, non amo
avere gente tra i piedi >>. L'antipatia dell'ispettore Ingrao, la
conosceva bene. Già in passato si erano scontrati varie volte.
<< Era da solo in casa? >>.
<< Da quanto abbiamo appreso dai vicini era in compagnia di una
giovane donna >>.
<< Ma cosa ci fa un imprenditore di quel calibro, sposato con figli in
un appartamento del genere ? >>. Chiese il giornalista.
<< Non lo immagina dottore? L'appartamento è intestato alla società
Moda Store S.p.A. Evidentemente lo usava per i suoi incontri extra
coniugali. Gregori era un noto imprenditore dell'alta moda milanese, ed era
sempre circondato da belle donne>>.
La signora Affuso sedeva su di una sedia in un angolo
tra due mobili. Si era trasferita a Milano da diversi anni, lei di origini
molisane, dopo la morte del marito aveva raggiunto il figlio che lavorava
nell'Azienda sanitaria milanese.
<< L'ingegnere Gregori veniva almeno una volta a settimana. Spesso mi
chiedeva qualcosa. Che so un po' di caffè, della pasta. Sapete io abito
proprio di fronte, ed eravamo entrati in confidenza. Come mi dispiace, era
proprio una brava persona >>. La donna cominciò a piangere. A quel
punto Svaldi capì che poteva carpire qualche informazione in più.
<< Veniva da solo? >>.
<< Non sempre. Però quando veniva con una donna, non era mai la
stessa. Ultimamente invece frequentava una che proprio non mi piaceva.
Sembrava una prostituta, così vistosa, appariscente >>. Disse alzando
dalla sedia novantaquattro chili di stazza, facendo "prendere
fiato" alla sedia che non l'avrebbe retta ancora per lungo tempo.
Quando gli uomini della scientifica portarono via il corpo dell'imprenditore
per l'autopsia, Dario Svaldi decise di recarsi dalla vedova di Gregori.
Generalmente in casi di omicidio del genere, quando ci sono in ballo milioni
e milioni di euro - chissà perché - le prime ad essere sospettate sono
sempre le mogli. E poi era meglio anticipare l'ispettore Ingrao, che non
avrebbe gradito l'ingerenza del giornalista.
Villa Gregori si trovava alla periferia della zona
est di Milano ed era un vecchio castello ristrutturato di recente. Varcando
il cancello della residenza, Svaldi pensò di essere entrato nel set
televisivo di qualche soap opera americana, tanto era sontuosa con i suoi
viali alberati, le fontane e i giardini fioriti. Passando davanti
all'autorimessa, scortato dal maggiordomo di colore, notò l'immenso parco
auto che avrebbe fatto invidia anche al più danaroso sultano del Medio
Oriente. La vedova Gregori attese l'arrivo di Svaldi nel salone centrale del
castello tra i mobili della stanza, seduta sul divano chiaro che alleggeriva
la pesantezza dell'arredamento. La donna, accerchiata da alcuni gatti
siamesi, non sembrava affatto turbata dalla morte del marito.
<< Dottor Svaldi, lei è un giornalista. Ma la prego di mantenere un
certo riserbo su quanto le dirò. Mio marito era una persona molto nota
>>. Disse la vedova.
<< Non si preoccupi signora. Le garantisco che quello che dirà,
resterà in questa stanza >>. Replicò Svaldi.
<< Tra di noi le cose non andavano da un pezzo. Il desiderio nei miei
confronti si era affievolito da tempo >>.
<< La polizia presuppone che ci fosse una donna con lui, quando è
stato assassinato >>.
<< E' possibile. Ha sempre corteggiato le modelle giovani della nostra
casa di moda. Ma quando ha cominciato a frequentare alcuni locali strani,
non l'ho più tollerato, e sono cominciati i nostri feroci litigi >>.
<< Sospetta di qualcuno che potesse volerlo morto? >>.
<< Tanti e nessuno dottore. Guido era un uomo potente e i suoi
colleghi lo invidiavano per il suo successo. Ma addirittura che qualcuno lo
volesse morto, non oso neanche pensarlo >>.
<< Da quanto tempo non lo vedeva? >>.
<< Erano quasi tre mesi che non tornava a casa >>.
Anche se era appena all'inizio dell'indagine, Svaldi aveva già capito una
cosa importante. La vedova non era certamente colpevole del delitto, ormai
indifferente alla vita sentimentale del marito, e poi gran parte delle
azioni della società erano di sua proprietà. L'assassino probabilmente si
annidava nel giro squallido e pericoloso che l'ingegnere stava frequentando
negli ultimi tempi.
Alla redazione del Corriere di Milano c'era un
fermento particolare ed un viavai continuo di giornalisti. All'evento della
morte dell'imprenditore Guido Gregori, si affiancavano le notizie
preoccupanti di atti terroristici in America. Svaldi stava cominciando a
scrivere l'articolo sulla morte dell'imprenditore, quando fece irruzione nel
suo ufficio Eugenio Silvestri, con la copia dell' identikit della donna che
si trovava nell'appartamento della vittima. Era sicuramente straniera, per i
tratti somatici marcatamente asiatici.
<< Come l'hai avuto? >>. Domandò al collega.
<< Mio cognato ha un amico che lavora al commissariato in piazza San
Sepolcro, non è stato difficile venirne in possesso. Ho saputo inoltre che
le indagini si stanno concentrando su di un locale chiamato Blue Velvet
>>.
<< Cosa pensi Eugenio, la donna frequenta quel locale? >>.
<< In verità, sembra che lavori in quel posto. Il Bleu Velvet è uno
di quei club privè, sai, quei locali per incontri particolari. Però la
nostra donna che in arte si fa chiamare "Samanta" in realtà è
Yasuko Tong ed è nato a Singapore.
<< Hai capito l'ingegnere. Non solo tradiva la moglie, ma gli
piacevano anche i rapporti strani >>. Disse Svaldi.
<< Uno circondato da tante belle donne, che si intrattiene con un
transessuale. Non si capisce più niente >>. Replicò Eugenio
Silvestri.
<< Probabilmente le modelle poteva averle con facilità. Evidentemente
pagare un uomo lo eccitava di più. Trovami questa Samanta, Eugenio, la
voglio intervistare >>.
Mentre parlava con Samanta, Dario Svaldi cominciò a
provare un certo imbarazzo, sapendo di trovarsi di fronte un diverso. In
alcuni momenti però non poteva fare a meno di evidenziare la perfezione dei
lineamenti (resi tali dal bisturi di qualche bravo chirurgo plastico),
quando con movenze da vera donna si girava di scatto per il nervosismo.
<< Sì è vero, mi trovavo con lui quando è stato assassinato. Erano
diversi mesi che io e Guido ci frequentavamo >>. Disse.
<< Perché è fuggita? >>. Domando Svaldi.
<< Avevamo appena finito di fare sesso. Guido si è alzato e quando si
è avvicinato alla finestra lo hanno ammazzato. Ho avuto paura e sono
scappata via >>.
<< Ha visto qualcuno nel momento che veniva ucciso? >>.
<< No, ho solo sentito il sibilo del proiettile
che ha attraversato il vetro. Ed il rumore del corpo di Giulio quando si è
accasciato >>.
<< Come le è sembrato negli ultimi tempi. Nervoso, forse qualcuno lo
minacciava? >>. Domandò il giornalista.
<< No, non credo. Le uniche volte che sembrava agitato era quando
parlava al telefono con Daniele Anselmi, il direttore della sua casa di
moda. Spesso litigavano >>.
<< Erano in contrasto per lavoro? >>.
<< A volte per lavoro, ma i due covavano rancori anche per altri
motivi >>.
<< La ringrazio Samanta il suo aiuto è stato preziosissimo >>.
Concluse Svaldi.
<< Dottore crede che sarò coinvolta nelle indagini. Mi arresteranno?
>>.
<< Sicuramente le faranno molte domande. Ma al momento l'unica persona
che ha un alibi di ferro è proprio lei >>.
Svaldi pensò che cenare studiando le carte dell'omicidio Gregori non era il
massimo che si potesse sperare da un sabato sera. Ma del resto la pioggia
aveva ripreso incessante ed andare in giro non era il caso. Solo il trillare
isterico del campanello della porta interruppe il silenzio nel quale si era
immerso il giornalista. Quando Eugenio Silvestri entrò allagò
completamente il pavimento cercando di liberarsi dell'impermeabile dal quale
grondava l'acqua piovana.
<< Ci sono grosse novità. E' dal giorno dell'omicidio che il
direttore non si fa vedere alla casa di moda. In verità non si è visto
neanche ai funerali. La guida della società Mode Store S.p.A. da parte sua
è stata assunta ultimamente. Secondo alcune indiscrezioni pare che i due si
sono conosciuti in uno di quei club privè. Ma il pezzo forte - ascolta
Dario- sta nel fatto che l'Anselmi è un ex programmatore esperto di
finanza. Ha lavorato per diversi anni presso società finanziarie virtuali,
in poche parole queste nuove banche che operano su intenet>>.
<< Forse Gregori si è avvalso della collaborazione di un esperto per
l'economia della sua azienda >>. Disse Svaldi.
<< Non proprio. I conti della società Mode Store non erano in attivo,
ma non perché le cose andassero male. L'Anselmi aveva creato una società
"contenitore" con sede in Lussenburgo, dove faceva confluire parte
degli incassi milionari della casa di moda >>.
<< Insomma un modo per evadere il fisco >>. Aggiunse Svaldi
convinto di aver capito.
<< Sbagliato! Per evadere la moglie. Gregori aveva un problema. La
proprietà della casa di moda in gran parte è della consorte, la quale
tiene sotto controllo i conti della società. Conoscendo il vizio del
marito, si preoccupava che potesse sperperare l'intero patrimonio >>.
<< Un perfetto movente per l'assassinio. L'Anselmi era l'unico a
conoscenza della società estera e l'unico ad avere accesso ai conti
correnti bancari di Gregori >>. Suppose Svaldi.
<< C'è dell'altro, Dario. I loro litigi erano dovuti, secondo quanto
mi hanno riferito alcune impiegate della casa di moda, alle modelle che
dovevano ingaggiare per le sfilate e per i servizi fotografici. Gregori per
risparmiare era intenzionato ad utilizzare i transessuali che frequentava,
mentre l'Anselmi pare che spingesse per una top model in particolare, alla
quale era molto legato. La donna si chiama Catarina Mladenov ed è una
splendida bulgara >>.
Catarina Mladenov l'aveva vista in alcuni servizi
fotografici di qualche rivista di moda. La ricordava in particolar modo
ritratta in un reportage ambientato probabilmente in qualche stato degli
USA, tra lussuose automobili di grossa cilindrata parcheggiate davanti ad
una residenza di campagna stile vecchia America. Lei se ne stava davanti
alla porta del garage vestita con una minigonna con pieghe ed un piccolo
Blosuon in pelle che copriva un fisico snello, longilineo e perfetto. I
capelli lunghi tirati indietro dall'effetto bagnato di un gel, scoprivano il
viso pallido e due occhi verdi che rendevano il suo sguardo conturbante e
felino. Svaldi intervistò la donna durante una sfilata di moda alla
presentazione della collezione primavera-estate, nonostante la morte del
titolare, la casa di moda continuava incessante il suo lavoro. Il
giornalista però si propose di non tornare più in quel luogo. Un'altra
esplosione ormonale come quella che aveva avuto guardando modelle seminude
che ancheggiavano davanti a lui con tanta indifferenza, non l'avrebbe retta.
La Mladenov aveva appena finito di sfilare ed indossava una vestaglia bianca
che si adagiava sui capezzoli turgidi (per il freddo) dei suoi seni piccoli
ma ben fatti. La vestaglia visibilmente aperta al centro metteva in bella
mostra un tatuaggio che circondava l'ombelico della donna. Sembrava il
disegno di un sole.
<< Ho frequentato Daniele Anselmi di recente. Perché dovrei
nasconderlo Dottor Svaldi? >>.
<< Qualcuno asserisce che c'era di più tra voi due >>. Disse.
<< Vede dottore, il nostro è un ambiente molto particolare, c'è
tanta invidia soprattutto tra le modelle che cercano in tutti i modi di
prevalere sulle altre. Ma le posso assicurare che io per lavorare non dovevo
necessariamente andare a letto con Daniele Anselmi o altri dirigenti della
casa di moda. Sono una top model affermata e questi espedienti certamente
non mi servono >>. La donna fu molto esplicita con il giornalista.
<< No, forse ha frainteso, non volevo dire questo >>. Svaldi
cercò di abbassare il tono della discussione.
<< E' vero. Mi sono innamorata di Daniele, appena l'ho visto. E' un
uomo affascinante, giovane e con il suo modo di fare mi ha immediatamente
attirata. Abbiamo passato dei bei momenti insieme >>.
<< Perché dice abbiamo passato. Questo significa che non state più
insieme? >>. Chiese Svaldi.
<< Poteva essere una storia importante. Io ero totalmente coinvolta.
Ma non sopportavo più la sua prostrazione nei confronti di Gregori
>>.
<< Cosa intende? >>.
<< Era diventato succube di quell'uomo, per i soldi faceva tutto
quello che voleva lui. Nonostante fosse il direttore della società non ha
mai preso una decisione importante. Era un uomo senza spina dorsale,
dottore, e questo non potevo sopportarlo. L'ho lasciato circa due mesi fa.
Da allora non ci siamo più visti >>.
I moventi per l'assassinio potevano essere due. Daniele Anselmi poteva
essere stato tentato dal patrimonio che aveva negli ultimi tempi trasferito
all'estero. Uccidendo Gregori e ritirato i soldi avrebbe potuto vivere da
nababbo in qualche paradisiaca regione dei Caraibi. Oppure stufo di tante
angherie da parte dell'imprenditore aveva ingaggiato qualcuno per farlo
fuori e sbarazzarsene definitivamente. Ma in entrambi i casi a Dario Svaldi
le cose non sembravano chiare. Erano troppi i particolari che l'avrebbero
smascherato, e poi perché fuggire e dare la possibilità alla polizia di
sospettare immediatamente di lui? L'unico che poteva sciogliere quei dubbi
al giornalista era purtroppo l'ispettore Ingrao, l'ultima persona della
vicenda che Dario Svaldi avrebbe voluto intervistare.
L'ispettore Ingrao aveva un carattere particolare.
Era sempre nervoso, suscettibile. I suoi collaboratori erano gli stessi da
anni, solo pochi riuscivano a sopportarlo. Non si era sposato perché
convinto che una donna avrebbe interferito con il suo lavoro che non aveva
orari. Dario Svaldi conosceva l'ispettore da tempo e lo aveva sempre visto
come l'espressione tipica del milanese in carriera. Anche se purtroppo la
carriera di Ingrao per oscuri meccanismi politici, si era arrestata e questo
il giornalista non riusciva a spiegarselo, perché dopotutto Ingrao era un
ottimo investigatore. Quella mattina, come al solito, indossava un vestito
classico scuro e la camicia bianca priva della cravatta. La barba incolta,
il modo di parlare "confuso" e il suo modo di fare
"arruffato" facevano notare la mancanza di una donna nella sua
vita. Ingrao preferì incontrare il giornalista al caffè di fronte al
commissariato, per gustare come diceva lui << il cornetto
"affogato" nel cappuccino >>.
<< Il caso Gregori si può considerare chiuso >>. Disse cercando
nervosamente di tirare fuori il pacchetto di sigarette dall'impermeabile.
<< Un caso chiuso senza movente, e senza colpevole. Ispettore lei mi
delude, sta perdendo colpi negli ultimi tempi >>.
<< Faccia poco lo spiritoso Svaldi, il movente c'è ed è chiaro.
L'Anselmi è fuggito con i soldi che aveva accuratamente conservato
all'estero. Abbiamo già emesso un mandato di cattura internazionale. Una
volta catturato ci dirà il nome del killer che ha ingaggiato per l'omicidio
>>.
<< Andiamo ispettore. La conosco bene lei è una persona in gamba, sa
perfettamente che Daniele Anselmi non ha fatto uccidere nessuno>>.
<< Il commissariato sta per "esplodere", ogni giorno subiamo
pressioni per una veloce risoluzione del caso. Gregori era una persona
potente per l'economia lombarda, stanno cercando di evitare ulteriori
scandali. Questo è il rapporto che ho dovuto ritirare. Legga il punto che
ho evidenziato >>. L'ispettore gli allungò il fascicolo che aveva
riposto in una cartellina trasparente.
IL CENTRO PERIZIE HA COMUNICATO AL GIUDICE CHE
CONTROLLANDO GLI INDUMENTI DELLA VITTIMA NON E' STATO TROVATO IL SUO
CELLULARE. QUANDO SAPPIAMO CON CERTEZZA DELL'ESISTENZA DELLO STESSO, IN
QUANTO E' STATO CONFERMATO DAL TESTIMONE (ILTRANSESSUALE) CHE SI TROVAVA IN
SUA COMPAGNIA. DI CONSEGUENZA SI DEDUCE CHE QUALCUNO DOPO L'ASSASINIO SI E'
INTRODOTTO NELL'APPARTAMENTO SOTTRAENDO IL TELEFONINO. PERSONA CHE NON
POTEVA ESSERE L'ANSELMI IN QUANTO ALL'ORA DEL DELITTO SI TROVAVA IN UFFICIO.
INOLTRE IL PERITO INCARICATO DAL TRIBUNALE (DOPO L'AUTOPSIA) HA
COMPLETAMENTE TRASCURATO DI ESAMINARE IL PROIETTILE CONFICCATO NEL CRANIO
DELLA VITTIMA, CHE SOLO IN UN SECONDO MOMENTO, SI E' SCOPERTO CHE ERA DI
FABBRICAZIONE ESTERA ED USATO DA UN SERIAL KILLER BEN NOTO ALLA POLIZIA
INTERNAZIONALE .
L'ispettore Ingrao sapeva con certezza che l'unico
reato commesso dall'Anselmi era quello di aver frodato la società Moda
Store, ma il mandante dell'omicidio dell'imprenditore Gregori era qualcun
altro. Bisognava trovare il modo per attirarlo, Ingrao sapeva che per un
motivo ben preciso doveva ritornare sul luogo del delitto.
Dopo due giorni dall'assassinio, l'arresto del killer
colse di sorpresa una Milano sorniona che si accingeva ad accomodarsi a
tavola per la cena, dopo il solito rituale dell'aperitivo. A seguito di un
comunicato ANSA i telegiornali e le radio nazionali e locali cominciarono a
diffondere la notizia:
<< Si è conclusa nel giro di 48 ore
l'imponente operazione che ha portato all'arresto del killer autore
dell'atroce delitto del noto imprenditore milanese Guido Gregori. E' stato
infatti arrestato un uomo sui quarant'anni, del quale gli inquirenti non
hanno ancora voluto rivelare il nome per motivi investigativi. Il fermo è
stato convalidato dal G.I.P. dottore Savelli. Attualmente il pericoloso
malvivente è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza e tenuto
in isolamento. Informazioni più precise saranno divulgate nei prossimi
notiziari >>.
Quella stessa notte un'auto di grossa cilindrata
spense i fari poco prima di fermarsi davanti all'appartamento dove fu ucciso
Grogori. Dal veicolo una sagoma avvolta in un soprabito lungo si diresse
frettolosamente verso il portone e lo aprì facilmente. Dario Svaldi
nonostante fosse vicino non riuscì ad identificare la persona a causa del
buio e della pioggia che incessante anche quella notte continuava a cadere.
Quando entrò nell'appartamento trovò l'ispettore Ingrao in piedi al centro
dell'appartamento e altri due poliziotti in borghese che tenevano
sottobraccio Catarina Mladenov. La donna era stata appena ammanettata.
<< Dovevo immaginare che questa farsa l'aveva organizzata lei dottor
Svaldi >>. Disse .
<< Sapevamo che sarebbe tornata, signorina Mladenov. Abbiamo fatto
divulgare la notizia falsa dell'arresto del killer per attirarla in
trappola. Stava cercando questa vero? >>. Il giornalista gli mostrò
un'agenda con fodera di pelle nera.
<< Quando è entrata nell'appartamento - il giorno del delitto - per
sottrarre il cellulare della vittima ha dimenticato di prelevare la rubrica
sulla quale Gregori aveva annotato il numero di utenza del cellulare che lei
gli aveva regalato, e che le è servito per attirarlo davanti alla finestra,
dove il killer l'ha freddato >>.
<< Non potete provare niente. Le vostre sono solo congetture >>.
La donna replicò al giornalista.
<< Nel frattempo però la porteremo via signorina, così subirà un
giusto processo e vedremo se è colpevole o meno! >>. Disse Ingrao con
aria soddisfatta.
Quando la donna fu condotta via - la pioggia di colpo cessò - Ingrao e
Svaldi rimasero in silenzio per molto tempo. I due sapevano che la
colpevolezza della donna, sarebbe stata vanificata senza l'arresto del
killer, e con un buon avvocato l'avrebbe fatta franca. Ma la difficoltà
maggiore per i due fu quella di trovare indizi e prove certe per il processo
di quell'assassinio che dalle colonne del Corriere di Milano (il giorno
dopo) Dario Svaldi definì << IL DELITTO SENZA MOVENTE >>. |