Gerardo
Pozzi ho 32 anni, vivo da 2
a Vittorio Veneto ma sono originario della provincia
di Milano.
Sono un fisioterapista. La musica e la poesia sono la mia vita.
Suono diversi strumenti ed in diversi gruppi musicali.
Nel '92 ho vinto un premio di poesia indetto dall'Unesco, che prevedeva un
viaggio a Bruxelles come "rappresentanti della poesia giovanile
italiana"
(...?!?...). Io non mi sono mai sentito tale e in più ho il terrore di
volare, per cui ho ricevuto la targa ma ho gentilmente rifiutato il
premio.
Non ho mai scritto prosa, fino all'anno scorso, quando ho incontrato
un'Anima incredibile che si chiama Ezio Vendrame.
Gli ho dato da leggere dei miei pensieri e siamo diventati amici.
Lui mi ha fatto incontrare col suo editore di Pordenone, che però non
pubblica poesie.
Ezio gli ha detto che io scrivevo dei bellissimi racconti (...non era
vero!!!!!....). E così mi ha "costretto" a mettermi davanti ad
un pc ed
inventare qualcosa.
Naturalmente il suo editore, che non per niente E' editore!, non mi ha
pubblicato nulla, com'era giusto.
Ma il tutto mi ha divertito e così ho cominciato a scrivere racconti. |
Un'indagine ordinaria
Quando finalmente riuscirono a sfondare la
finestra e a fare irruzione in casa, l'appartamento si presentò loro in
tutta la sua tragicomica realtà.
Più che un salotto, un porto di mare.
Peli di cane ovunque. Il piccolo divano blu era ormai coperto da una specie
di moquette biancastra.
La piccola bastardina bianca e nera abbaiava loro contro, e non sembrava
avere nessuna intenzione di smettere. Mostrava i denti, piccoli ma aguzzi.
Pareva uno squalo in miniatura.
Briciole di merendine, carte, libri alla rinfusa, un po' poggiati sul
tavolino, un po' caduti in terra . La televisione sopra una sedia, al posto
del telecomando il manico di uno spazzolone per pavimenti.
Qualche cicca di sigaretta, sei o sette bottiglie mignon di superalcolici.
Doveva essersi decisamente rimesso a bere.
- Capitano!…Capitano, guardi qui! - disse
concitato il tenente Merli dall'altra stanza, salendo a fatica le scale
della taverna.
Il tenente Merli era un omuncolo di quarantanove anni, ma ne dimostrava
almeno dieci di più.
Basso, grasso, stempiato con riporto, capelli unti e neri, baffetti precisi,
perennemente sudato e con l'ipertensione. Mangiava sempre aglio crudo e per
questo tutti lo tenevano a debita distanza.
- Che c'è, Merli? Che c'è da strillare
tanto? - fece il capitano.
- Guardi qui cosa ho trovato! -
Merli sbuffò la poca aria nei polmoni e fece capolino nel salotto
sventolando due calzini.
- Embè?!?…- sbraitò il capitano.
- Ancora umidi. Sperma, credo. -
- Dia qui, dia qui -
- Ecco, capitano. Controlli, controlli -
- Mmmmhh…Direi single, circa trent'anni, depressione in atto, malato negli
affetti. Non c'è peggior cosa…..Non c'è peggior cosa -
Merli gli si avvicinò piano piano, e pieno di ammirazione gli domandò:
- Ma come fa, capitano? Eh?..Come fa? Come fa? -
- Professore, caro Merli, Professore. E comunque è solo questione di
esperienza, sagacia, intuizione, perspicacia. Niente di più -
- Ha detto nulla, capit…hem, professore. Ha detto nulla! - sviolinò
Merli.
- Vede, Merli, che sia single si capisce dal disordine, ma più di tutto
proprio dai calzini. Nessuna donna permetterebbe di far indossare al proprio
uomo calze di spugna bianche come queste, corte, che arrivano appena sopra
la caviglia, con due strisce nere orizzontali, che se uno accavalla le gambe
saltano all'occhio come due ganci destri di Primo Carnera!..Depresso e
malato negli affetti lo si denota proprio dalle due seghe che si è sparato.
Si è pulito coi calzini, poi, per risparmiare il lavaggio delle mutande…Che
tristezza!… Non sente l'odore schizofrenico della solitudine in
quest'appartamento, Merli? Eh? Non lo sente?…Inspiri, inspiri! Annusi,
annusi bene. Impari ad usare l'olfatto. Ogni ingiustizia ha il proprio
odore. E quello della solitudine è il peggiore che esista. Peggio ancora di
quello della morte. Un odore nauseabondo, insopportabile. Infernale -
- Già, forse…Io ancora non lo distinguo,
però -
- Perché tu hai moglie e figli, Merli. Tu hai tutto pronto, calcolato. Tu
sai cosa ti succederà almeno per i prossimi vent'anni con un rischio
d'errore molto vicino allo zero -
Intanto il capitano si era voltato verso la finestra con le persiane
divelte, e guardava fuori in alto, verso il cielo scuro che minacciava un
altro temporale, in quella maledetta, inutile, umida estate.
- Cosa ne vuoi sapere, tu? -
- Ha ragione, capitano. Come sempre, ha ragione! - Merli si asciugava la
fronte. Dal fazzoletto cadde uno spicchio d'aglio già sbucciato, che finì
sul pavimento con un insolito rumore sordo.
Merli lo raccolse svelto e fulmineo e se lo ficcò in bocca senza nemmeno
pulirlo.
Tossì immediatamente, sputò due peli bianchi del cane che intanto non
accennava a smettere di abbaiare.
- Fate tacere quel mostro peloso, per Dio!!! Cacciatelo fuori!…Cacciatelo
fuori! Porca puttana!!! Via!…Via!!! Sciò!..-
I poliziotti presero la cagna in braccio e la mandarono in giardino. Non
smise di abbaiare.
Merli andò in cucina e si versò dell'acqua
in un bicchiere. La bevve tutta d'un fiato. Poi emise un rutto
stratosferico.
- Amen! - disse ad alta voce. Come se nulla fosse, tornò in salotto dal
capitano, che non si era mosso dalla finestra.
Il capitano, ancora assorto, sfilò dalla
tasca della giacca il pacchetto di toscanelli, da quella dei pantaloni
l'accendino nero, e si accese il sigaro in una sorta di pace tutta sua. Era
come un prete che stesse per innalzare l'ostia. Un rituale lento e sentito.
Quasi in ipnosi.
Tirò una lunga boccata, ed espirò piano una nebbia densa, grigia. Sembrava
di poterla toccare, quasi.
- Te lo dico io come sono andate le cose,
Merli.
Il giovane soffriva di crisi depressive da molto tempo. Una vita intera,
direi. Era un alcolista, nel senso che aveva bisogno di alcol per riuscire a
dormire e ad avere due minuti di pace, in quelle sue sere desolanti. Aveva
deciso di smettere, e infatti di là ci sono solo resti di bottiglie di
birra analcolica, e qui i mignon. Segno che aveva di nuovo bisogno di bere
ma che non voleva ammetterselo, perciò si è comprato alcol in piccole
dosi, per ammansire i suoi sensi di colpa.
Guarda sul tavolo in cucina: bottigliette di Xanax ovunque. Oltre il limite
consentito.
Ha pure tentato coi rimedi naturali, inutilmente. Ci sono due boccette di
passiflora, nel frigo.
Ti dirò di più. Deve avere avuto anche la sfortuna di far parte di quella
piccola cernita di sfigati che non reagiscono ai farmaci antidepressivi, o
meglio, per reagire reagiscono, ma con gli effetti di un sovradosaggio. Nel
cassetto del comò ci sono confezioni di Mutabon, Zoloft e quant'altro, vai
a controllare. Mancano una o due pastiglie per pacchetto. Ciò significa che
non ha sortito nessun miglioramento -
- Doveva essere una specie di musicista,
polistrumentista, credo. Giù in taverna c'è un pianoforte, una batteria
smontata, tre saxofoni, una tastiera. Un fallito, con molta probabilità. Si
sente l'odore. Annusa, Merli; vieni qui, senti che odore ha l'aria del
fallimento! -
Merli si avvicinò al capitano, fece come
per annusare. Annuì, ma non sentiva proprio nulla.
- Sei un tipo servile, Merli. Male, molto male. Che cazzo dici di sì se non
senti una minchia?-
- Ma….Capo….io, io…-
- Io un cazzo!..Zitto Merli, va!…Almeno abbi la pietà di star zitto!…-
Il capitano aveva ragione. Eppure Merli notava che il suo superiore si stava
immedesimando un po' troppo. Quasi come se si fosse lasciato prendere dagli
eventi. E questa non era una cosa da "capitano". E soprattutto era
contro i regolamenti. "Un vero esperto non si lascia influenzare da
nulla, non immischia la sua vita privata con le indagini e non si sbilancia
né emoziona mai".
Articolo 32 codice 18, grosso modo…Merli non ricordava bene. Ma che
importanza aveva? La cosa fondamentale era ricordarsene il senso. Al diavolo
la memoria!!….
Il capitano aspirò di nuovo. Un po' più
nervosamente, questa volta.
Il fumo che ne uscì era se possibile ancora più denso. Assomigliava allo
stato di plasma.
- Merli!…- disse con un tono di voce molto
cupo.
- Se vuoi ti dico anche come ha passato le ultime ore. Non ci credi? -
- Certo che ci credo, signor capitano. La sua esperienza non mi mette dubbi
-
- Merli, lo sa che differenza passa tra noi
investigatori e gli scienziati? -
Merli non sapeva la risposta, ma più che altro il suo cervello fuori
allenamento si stava chiedendo che cazzo di domanda fosse quella!…
- Non domandarti che cazzo di domanda ti stia facendo!…Merli, accidenti,
sei un libro aperto!…Se hai voglia di una promozione, devi usarlo, quel
tuo ammasso di materia grigia!..Non è un ripostiglio, Merli!…Pensa!…Pensa,
porca eva! -
- E va bene, va bene. Ma non mi offenda se sbaglio! - Merli si fermò un
attimo e mutò i connotati come se stesse facendo uno sforzo inumano. - Mah…Insomma…Secondo
me è che noi studiamo casi basandoci sui fatti e loro sulle teorie…-
Merli guardò il capitano con molto timore.
Il capitano se ne accorse e scoppiò in una risata.
- Merli, mi stupisci, pensavo peggio, davvero!…Comunque, no. Non è
proprio così. Io sostengo che non ci siano differenze sostanziali. Vedi,
gli scienziati elaborano una teoria e la prendono come vera. Poi passano
tutto il tempo a smontarla. Se ci riescono, la teoria era sbagliata, se non
ci riescono la accettano come reale e giusta. Così faccio anch'io nelle mie
indagini. Mi fido dell'intuizione, ci credo. Poi cerco gli elementi che me
la smontino. Se non li trovo, la mia intuizione si trasforma nella realtà
dei fatti accaduti. E fino ad ora non ho mai fallito!…Eh! -
- E ora ti dirò come ha vissuto gli ultimi
momenti questo nostro misterioso giovanotto.
Il giorno prima di sparire doveva essere stata una di quelle giornate molto
difficili. Tutte le fatture della sua psicologa sono rilasciate il
mercoledì. Manca solo quella di quest'ultimo mercoledì, guarda caso. Segno
che, o non c'era andato, o la psicologa non aveva potuto vederlo per quella
settimana. Nella sua agenda, non aveva impegni lavorativi per quel
pomeriggio. Non doveva incontrare nessuno. Quindi ha avuto molte ore per
cadere in quella sua sorta di malessere dell'anima. Nel suo computer ci sono
molte domande di lavoro. E' possibile che siano solo abbozzi, ma io sono
sicuro che le abbia spedite e non abbia ricevuto nessuna risposta. Ed a
trent'anni e dopo dieci di lavoro, come è scritto nel curriculum che mi ha
consegnato l'appuntato Giorgi, credo che l'umiliazione di una serie di non
risposte sia piuttosto pesante -
- Giorgi!…..Appuntato Giorgi! -
- Sissignore, eccomi! -
- Hai anche l'altra parte del curriculum? Mi porti i suoi dati anagrafici,
per favore? Ci devono essere certamente. Non sarebbe un curriculum! -
- Certo, signore, l'avevo già stampata. Eccola qui! -
Il capitano si mise gli occhialini da lettura e sorrise. - Che ti dicevo,
Merli?..Trentadue anni!..Ho sgarrato solo di due!..Eh, eh!…Falegname…Mmmmhh,
questo non l'avrei detto!…-
- Allora, per ritornare alle ultime ore del nostro giovanottello depresso.
Ti dico questo, Merli, stammi a sentire bene: secondo me è riuscito, tra un
pensiero e l'altro,ad arrivare a sera. Ma, visto che i medicinali non
funzionavano, si è comprato questo stock di microbottiglie di superalcolici
e se li è scolati in un baleno. Forse non aveva nemmeno intenzione di
sparire -
- La solitudine, che doveva averlo
annientato, gli provoca una sorta di reazione. Esce, prende la macchina e va
a farsi un giro. Dicono di averlo visto nei paraggi, quella sera. Cammina
per la città, nella speranza magari di trovare uno sguardo, un sorriso
comprensivo…Forse proprio una donna, magari proprio quella tanto agognata.
Quella delle sue fantasie irreali. Patologiche -
- Invece…Niente. Si sente estraneo a
tutto. Ogni persona che incontra non lo vede. Peggio ancora, sembra
attraversarlo con lo sguardo, come fosse inesistente. Nel suo girovagare
assurdo, si ferma ad un bar, chiede una birra e la cameriera, distratta,
gliela porge. Beve, nella speranza che questa gli rivolga la parola. Ma è
indaffarata. Ha molte cose da fare.
Lui pensa certamente che non lo degni di uno sguardo perché è pazzo, fuori
di sé, perché è depresso, e le donne non guardano gli uomini così brutti
e malati. Di questo ne è certo.
Esce dimenticandosi di pagare. Lo rincorrono. Lui, mansueto e sconsolato,
chiede scusa e paga. Dice al proprietario di perdonarlo, è un po' distratto
negli ultimi tempi. Il proprietario lo guarda con pietà e gli crede -
- Lui torna verso l'automobile. Spera ancora
in un incontro magico. Non accade nulla. Torna a casa, lascia la macchina
fuori. Entra. Si accende la tele. Cerca qualche film porno, o qualche
programma di spogliarelli…Sa, Merli, quegli spettacoli lì, insomma…-
Merli lo guardava con uno sguardo come per dirgli " Non so neanche di
cosa stia parlando. Io sono sposato, non le guardo certe cose! "…
- Si masturba una prima volta. E male. Non prova nessun piacere. Ma è molto
tempo che non prova gioia per nulla. Aspetta un po'. Si finisce le gocce
rimaste nei mignon. E si masturba di nuovo. Nessuna felicità. Un bisogno
immenso di una donna da amare e che lo ami. Accende il cellulare sperando
che qualcuna, persino una sua ex, gli abbia lasciato un sms. Niente.
L'angoscia cresce sempre di più. Sale in camera ed accende il computer.
Spera di ricevere una mail. Si collega ad internet….Ma…" Recapito
messaggi. Operazione completata."…Nessuna mail. Nessuna telefonata.
Nessun messaggio. I pochi amici che ha sono accoppiati e tutti in ferie. Non
c'è nessuno. Nessuno. Solo lui e quella puttana della sua solitudine. Fa
per andare a letto. Poi ha un'indecisione. Gli torna in mente un incubo che
lo assilla da sempre. Torna in salotto, saluta il cane, la abbraccia, la
bacia, lei sì che lo capisce!…E così, senza soldi, documenti o
quant'altro, esce di casa. Senza prendersi né chiavi né nulla -
- Tutto qui, Merli, tutto qui. Sarebbe anche
estremamente comico se non fosse così tragicamente reale. Siamo nel
duemila, Merli. L'epoca del progresso, dell'apparire, della bellezza, del
divertimento oltre ogni limite, del benessere, checchè se ne dica. Siamo un
popolo di brontoloni, ma poi abbassiamo il muso ed accettiamo tutto, perché
" Ormai la società va così "…Quante stronzate, Merli!…Sai
cosa ti dico? Questo ragazzo solo e malato negli affetti, almeno nel suo
piccolo, si è ribellato. Non ha accettato compromessi. Per questo si è
ammalato. Ma almeno, in qualche modo, e lui neppure lo sapeva, era vivo! E
più di tutti noi, che viviamo una vita di egoismo e chiusura -
- Abbiamo tutto e non abbiamo un cazzo! -
Merli continuava a non capire bene. Un po' lo seguiva ed un po' pensava che
il suo capo stesse impazzendo come il ragazzo sparito.
- Abbiamo tutto e non abbiamo un cazzo! - ripetè il capitano. - Ma non vedi
che siamo tutti ammalati di qualunquismo?…Non vedi come camminiamo ricurvi
su noi stessi?..Lavorare, lavorare, lavorare….E nient'altro!…Poi marcire
sui divani, stanchi morti per il troppo lavoro, ma orgogliosi perché, sì,
noi non siamo come quei lazzaroni dei nostri vicini!..E soffrire di tutti i
dolori fisici ma senza curarci, perché dobbiamo andare avanti, perché
siamo uomini veri, donne "rampanti"..Il successo, l'affermazione
sopra ogni cosa, sopra ogni persona…E guai ad avere del tempo per pensare!…Guai!…Rischieremmo
di vedere davvero noi stessi, come saremmo potuti essere e come ci siamo
lasciati diventare…E allora, l'oblìo, la disperazione totale!..Perciò,
mai fermarsi, mai pensare. Sempre attivi, sempre! Mai dormire, mai riposare,
mai ascoltarsi, mai ascoltare!…Che cazzo di vita, Merli…Che cosa ci è
successo?!?…Che cosa è successo all'anima dell'umanità?!?…Al suo cuore
pulsante?!…Non ci rimarrà molto tempo, Merli. Non ne avremo ancora per
molto. La vita, alla fine, è democratica. Ci spedisce tutti allo stesso
posto. Criminali, poeti, santi, derelitti, vittime, carnefici….Che cosa
aspettiamo a risvegliarci da quest'incubo in cui tutti siamo finiti?…Eh?!?…Che
cosa aspettiamo?…-
Merli continuava ad essere confuso. Non
riusciva a capire bene quei discorsi. Lui non si sentiva così!..Era bella
la sua vita! Era bella la sua moglie, erano belli i suoi due figli. Era
bello l'appartamentino. Erano belli i suoi vicini, sì, come si chiamavano?…Accidenti,
sì, i coniugi….Hem, ma sì, lei bionda, no no no no!, mora!..E lui, dai!,
Lui….Come si chiamava?…Va beh, non era poi tanto importante…Quelli
lì, insomma, i suoi vicini, ed il loro cane…Ma avevano un cane, poi? Boh,
forse sì, ma non era importante.
Beh, insomma, quei discorsi del capitano proprio non li capiva. Erano pure
farneticazioni di un uomo frustrato. E forse solo, solo come il ragazzo
sparito.
Il capitano vedeva gli occhi di Merli e si
rattristava. Sapeva, capiva. Povero Merli, povero Merli!…Una vita senza la
briga di voler comprendere, di voler mettersi in gioco un po'…
Soffiò sul sigaro e lo spense con le dita. Le sue unghie, ingiallite e
nere, erano ormai insensibili al calore. Gettò il sigaro dalla finestra. La
cagna gli si avvicinò credendolo un pezzo di carne.
Lo annusò, poi scappò guaendo, spaventata dal cattivo odore. Si diresse
nell'angolo di giardino del retrocasa.
- Forza ragazzi, sigillate tutto che ce ne andiamo, per oggi. Torneremo
domani. Recuperate il cane!-
ordinò il capitano.
- Capitano, - fece Merli, - Non è il caso
di affidare le indagini al dottor Fabrici? -
- No, non è ancora il momento. Non credo si sia suicidato, sai?..Deve
essere un ragazzo diviso, tra bene e male, tra gioia e disperazione, nero e
bianco…Guarda lì. - indicò la libreria - Tutti i libri di Bukowski, tra
la Bibbia e le lettere di don Milani, gli studi sulle sacre scritture, la
storia delle religioni…No, non ha ancora il coraggio di ammazzarsi!…-
- La religione cattolica, e tutti i suoi
mali, devono avere influito non poco sul suo carattere. Non oso pensare ai
sensi di colpa che ha dovuto patire!…E pensare che Cristo è tutta
un'altra cosa!..Vorrei tanto incontrarlo, questo giovanotto, per dirgli
tutto quello che so, per fargli capire che cosa davvero Cristo ci ha
lasciato!…Speranza, Amore, Assenza di Giudizio!…. -
- Gli agenti hanno finito, capitano. - disse Merli con un po' di noia, ormai
stanco di quei discorsi -
- Va bene, va bene, Merli, ho capito. Andiamocene. -
- Capitano, capitano!…-
- Che c'è, Giorgi, che c'è? -
- Il cane…-
- Sì?…-
- Il cane…Il cane è sparito!-
- Come è sparito?!?…-
- Sparito, sparito! Volatilizzato!…-
- Giorgi, quella cagna è alta come un cazzo molle!…Da che parte vuoi che
sia andata?!…Non riuscirebbe a saltare neppure uno stuzzicadenti!…
- Capitano, eppure….L'abbiamo cercata dappertutto!…Si è volatilizzata,
come il suo padrone!…-
- Va beh, va beh…Andiamocene, adesso. Chiudete tutto! -
Il capitano salì sulla mobile. Merli lo
stava già aspettando impaziente al posto di guida.
- Ti spiace se fumo?..- chiese il capitano.
- No, no…Si figuri!…-
Merli odiava quell'orrido puzzo che emanavano i toscanelli, ma mentì per
obbedienza.
Il capitano lo sapeva. Non lo digeriva, questo atteggiamento, ma la voglia
di fumare era troppa, e sorvolò.
Merli si guardò nello specchietto
retrovisore. Era proprio un bel figurino!..Il suo riporto quasi
impercettibile. Si lisciò i baffetti con l'unghia lunga del mignolo e mise
in moto.
Ancora poco e sarebbe rientrato a casa. La centrale era solo a venti
chilometri, ed il turno era ormai finito. L'appartamento stava a quindici
metri dalla centrale. Avrebbe parcheggiato la macchina, preso la sua
valigetta e di corsa si sarebbe diretto dalla sua mogliettina. Era giovedì.
Il giovedì pollo e patate al forno. Come tutte le cene del giovedì.
Deliziosa!..Poi avrebbe messo a letto Luca e Pierfrancesco e si sarebbe
sdraiato sul divano. Il giovedì " Il Grande Fratello". Da non
perdere!…Sua moglie a metà serata avrebbe detto " Io vado a dormire,
non fare tardi!". " No, non ti preoccupare. Finisco di vedere qui
e poi ti raggiungo! " avrebbe risposto lui.
Poi sarebbe rimasto sveglio fino all'una circa. Avrebbe guardato
"Penthouse" in grande rilassatezza.
Prima della fine avrebbe spento il televisore. Sarebbe andato in bagno e,
cercando di fare più silenzio possibile, si sarebbe sparato una sega alla
velocità della luce. Sciacquone. Bidet. Pigiama di lino. E di corsa nel
lettone. Si sarebbe soffermato a guardare per un attimo la sua mogliettina
dormire. Dio, quanto l'amava!..
E, d'altronde, la vita non era poi così
meravigliosa?… |