Salvatore
Taormina
mi chiamo Salvatore, sono morto all'età
di 8 anni e solo adesso che ne ho 33 mi rendo conto che non ho vissuto,
che la mia vita è soltanto il frutto della mia immaginazione.
Doctor Tao |
13 MARZO 1651
Ho passato una notte insonne, al pensiero di ciò
che sta per accadere. Potrei cambiare il corso delle cose, scendere a
compromessi, ma non sarei coerente con me stesso e per lo più mi sentirei
un vigliacco e un traditore nei confronti di chi mi ha seguito ed
appoggiato. Tutta gente piena di fervore, ma alla fine sono rimasto da
solo a dover pagare per una colpa che, a pensarci bene, non so neanche
quale sia. Comunque non ho fatto nomi al processo ma qualcuno sicuramente
mi ha tradito, indicandomi come principale istigatore alla rivolta contro
un potere ingiusto e soverchiante.
Dalla mia cella sento il brusio della folla: manca poco. Attraverso le
sbarre della finestra riesco a vedere la piazza stracolma di gente che
attende l'inizio dello spettacolo.
''Fuori...è arrivato il momento''. Sento la voce della guardia graffiarmi
la schiena ed il rumore della chiave, entrare dentro la serratura e fare
due giri...poi, il cigolio della grata: adesso non c'è più nessun
ostacolo tra me e il mio destino.
Affido il mio cuore a Dio ed i miei polsi al mio accompagnatore: nessuno,
su questa terra, può salvarmi ormai...tranne me stesso.
Ma non avrebbe alcun senso essere arrivati fino a questo punto e poi
rinnegare tutto per continuare a vivere una vita inutile e senza ideali :
meglio la morte, per mano di chi mi teme.
Questo significa aver fatto centro e che non sono poi così pazzo né
tanto meno un eretico.
Attraverso il corridoio che mi porta all'esterno, la luce è accecante e,
alla mia vista, la folla comincia a gridare. Mi legano ad un palo
sistemato al centro della piazza, sotto i miei piedi una catasta di legna
pronta per essere accesa. Mi lasciano alla gogna per qualche minuto prima
di formulare, per l'ultima volta, quella domanda alla quale non rispondo:
''Ti penti dunque, facendoti salva la vita?''. Al mio silenzio segue il
fuoco purificatore e la gente ammutolisce guardando i miei occhi fieri e
le mie carni bruciare.
Mi sveglio di soprassalto in un lago di sudore, con il cuore che mi esce
dal petto. Mi guardo intorno con gli occhi sbarrati ed il respiro
affannato : sento il brusio della folla. Mi resta poco tempo ormai, mi
inginocchio e comincio a pregare, qualcuno mi chiama: fra cinque minuti si
va in scena. |