Michele Vaccaro

è nato a Pompei, città dove tuttora risiede.
Inizia a scrivere liriche nel 1984.
Nel 1991 dà il via ad una fitta collaborazione con testate giornalistiche dell'hinterland napoletano, alternandosi nella duplice veste di pubblicista e prosatore.
Nel 1993 fonda, assieme ad un'altra persona, il mensile culturale Mediterraneo.
Nel 1994 entra a far parte dell'agenzia di stampa nazionale Hermes Press di Roma.
Nel 1995 compare con alcune poesie nell'antologia Emozioni, edita dall'associazione culturale partenopea Napoli è.
Sempre nel 1995 fonda, ancora, e dirige nella sua città il magazine d'impronta politica Persone.
Nel 2000 parte il progetto Pompeiando, un periodico di cronaca locale da egli stesso ideato e diretto.
Alcuni suoi articoli sono apparsi anche su testate a carattere nazionale.
Ha pubblicato, per piccole case editrici, le raccolte di racconti:

Feritoie (1993)
Diario di bordo (1994)
Carta straccia (1995)
Biancaneve aspetta un figlio (1996)
Tra le fogne e le stelle (1997)
A titolo provvisorio (2002)
Fughe da fermo (2003)

ed i volumi di poesia:
Senza scopo di lucro (2001)
Marinaio delle stelle (2003)
Italian pops (2004)

Nel 2003 ha collaborato, inoltre, alla realizzazione di un tomo dedicato alla figura del Pontefice Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita alla città Mariana.

E' presente, con svariate liriche e racconti, sui siti internet dedicati alla letteratura : Poetare, Il club dei poeti, Atlantide di Virgilio, Nuovi Autori; nei forum di discussione della Tiscali chat lines e negli spazi blog de: Il Cannocchiale.

Alcuni suoi commenti alle nuove uscite editoriali e cinematografiche si possono leggere, rispettivamente, sui siti: BOL.com, portale dedicato alla vendita di libri per corrispondenza, Internet Bookshop Italia - sezione Cinema - e nello spazio on line del settimanale Film Tv.

Nel 2004 ha vinto il terzo premio nella IX edizione del concorso nazionale di poesia "Baldassarre Olimpo"- sezione: POESIA in lingua proveniente da altre regioni - tenutasi a Sassoferrato (AN), figurando nell'antologia omonima.

Nel 2004 è stato inserito nell'antologia del premio Chioccia Longobarda dell'antica badia di San Savino di Navacchio Per Badia (PI)

Nel 2004 gli è stato conferito il titolo di Autore Selezionato nell'ambito della 5° edizione del premio letterario internazionale "Tra le parole e l'infinito", con relativo inserimento nell'omonima antologia, svoltosi nella città di Caivano (NA)

SUD CHIAMA NORD

Gli Uffici del Lavoro e della Massima Occupazione di Napoli, Secondigliano, Marano, Cicciano, Brusciano, Volla, Pianura, Arzano, Casoria...erano stracolmi di gente dalla provenienza più disparata: Bologna, Torino, Milano, Firenze, Treviso, Belluno, Verona, Bolzano, Pordenone...anime in pena, disoccupati di lunga data che dal misero nord del paese calavano a frotte nel ricco ed opulento sud in cerca di fortuna; all'affannosa,cioè, e spesso vana nel luogo d'origine, rincorsa al famigerato posto fisso; alla sistemazione stabile e definitiva, allo stipendio sicuro a fine mese senza tanti patemi d'animo. La meta preferita di questi, chiamiamoli così pellegrinaggi del lavoro era senza dubbio alcuno individuabile, per quantità di presenze, nella zona sud-ovest della penisola, in particolare nella cintura di comuni che abbracciava il capoluogo campano, area geografica che si distingueva agli occhi della nazione per l'alto grado di civiltà, compostezza, rispetto delle leggi e totale assenza di criminalità piccola o grande. Nelle città di questa terra felice spuntavano come funghi ogni sorta di aziende, piccole, medie, grandi; fiorenti attività di artigianato e di commercio; libere iniziative private che senza particolari difficoltà in breve tempo riuscivano a spiccare magnifici voli planari; servizi urbani che funzionavano con la precisione di un meccanismo ad orologeria di elvetica concezione; treni puntuali, autobus, tram e navette di collegamento rigorosamente ecologici, comodi e capillari all'interno di un sistema viario fluido e scevro da ogni congestionamento da traffico. E poi ospedali ultramoderni, farmacie aperte 24 ore su 24, biblioteche fornite, sale cinematografiche e teatrali in abbondanza, discoteche senza sballi, strutture sportive all'avanguardia, strade perfettamente asfaltate, barriere architettoniche abbattute dappertutto…e dulcis in fundo…la gente..la gente sempre sorridente, cordiale, onesta; insomma il Meridione fiore all'occhiello della nazione, con Napoli eletta capitale morale di questa meraviglia. Tutto il mondo guardava al Mezzogiorno Italico quale esempio da additare e seguire. I politici campani rappresentavano, poi, quanto di più ci fosse da elogiare e stimare: sempre disponibili al dialogo, totalmente al servizio dei cittadini, mai uno scandalo, una bustarella, una promessa disattesa…insomma il meglio del meglio, era lì la festa. Da sottolineare ancora, ad ulteriore loro plauso, il fatto che quando si verificasse una qualche calamità naturale facevano a gara nel prodigarsi a far elargire dallo Stato quanti più aiuti economici e supporti logistici possibile ai disagiati. Il Vesuvio dal canto suo, da lassù, di tanto in tanto dava una sbirciatina al tutto e sorrideva bonario, tornandosene poi a sonnecchiare placido come un feto adulto nel tranquillizzante liquido amniotico della placenta di madre terra. Poi, gradualmente ma con un senso di ineluttabilità, i settentrionali immigrati principiarono a segnalarsi per casi, dapprincipio isolati, poi via via sempre più frequenti , di furti, rapine, estorsioni…minando alla base la serenità ed il benessere meridionale. Seguirono episodi d'intolleranza e di razzismo vero e proprio da parte degli indigeni; si avvertiva palpabile nell'aria una forte tensione sociale che conseguentemente diede corpo alla nascita ed alla crescita esponenziale e vertiginosa di un movimento politico separatista sudista, espressione rivolta al governo centrale di una volontà chiara e netta di scollamento economico, fiscale e addirittura sociale dal resto del paese. Ne risultò un odio xenofobo che schierò su posizioni radicalmente opposte, tranne la rara eccezione di qualche mente un po' più illuminata, i sudisti ed i nordisti. I primi accusavano con toni aspri i secondi di aver guastato la propria terra; i secondi replicavano con astio facendogli notare il grado d'ignoranza, rozzezza e razzismo che scaturiva dal loro finto benessere. Ne sortì una guerra civile combattuta a suon di pernacchie: fratelli d'Italia gli uni contro gli altri. Povero Peppino Garibaldi, ci aveva profuso sì tanto impegno per unire questi martoriati lembi di terra…Stufo di assistere a siffatte beghe invero da vecchie zitelle inacidite, il Gigante Addormentato dall'alto della sua possanza naturale emise un poderoso rutto di avvertimento, monito ed invito per quella e per le future generazioni a darsi una buona e definitiva calmata, nell'interesse generale. Poi riprese lentamente e con un gran senso di delusione e spossatezza psicologica il suo millenario dormiveglia.