Stefano Nardella

nato senza ambizioni tranne quella di svuotare bottiglie e vomitarle su carta

DELIRIUM TREMENS

Le ultime tre righe giacevano sul cd in attesa che qualche narice le tirasse su.
La stanza puzzava di piscio di cane e birra rovesciate a terra.
Eravamo ipnotizzati dal televisore , tutti e tre con le gambe allungate e gli occhi sbarrati per lo speed.
Qualcuno vorrebbe dire qualcosa ma la mascella sembra essergli paralizzata, va sopra e sotto come se si fosse inceppata, ed è impossibile emettere un suono umano. Tutto quello che gli riesce di tirar fuori è un lamento alienante che ci butta il panico addosso a tutti.
-cazzo la vuoi smettere con sta lagna?!- rimprovera Fabio a vins tirando su col naso e strofinandosi la mano sopra , come se volesse strapparselo via dal viso.
Lo speed , come tutte le droghe , ha una doppia faccia,un rovescio della medaglia.
Inizialmente ti senti invaso da un'euforia inspiegabile, accompagnata dal battito del tuo cuore che diventa simile ad un basso di musica tekno , tunz, tunz tunz.
Gli occhi sbarrati , lo sguardo attento ad ogni singolo movimento, ma senza starci troppo a pensare.
Tutto ti scivola via ma nulla ti passa indifferente.
E poi soprattutto lo speed chiama alcol a quantità industriali, e per noi è un invito a nozze.
Ma quando cominci ad abusarne in una sola serata ecco che lo speed ti mostra l'altra faccia.
Un ansia inspiegabile ti assale da dietro la schiena , provi a scrollartela di dosso ma è impossibile.
Tutti i movimenti che prima notavi ma che non ti infastidivano, ora sono presagi di maledizioni, ora sono diventati insopportabili, una strana compressione ti preme nel cervello.
Se ti trovi in mezzo a tanta gente ti senti tutti gli sguardi addosso , cominci a sospettare di tutti , interpreti ogni sguardo come una minaccia. E puoi solo scappare. Poi l'effetto scende e ti dici mai più con sta merda, ..ma ti capiterà ancora.
Quella sera eravamo solo noi tre in stanza.
La luce soffusa , il televisore che sparava minchiate a tutta forza, puzza di piscio e birra sfruttata.
Fabio e vins erano nella seconda fase, quella paranoica.
Vins stava sul letto con gli occhi fissi sul muro , a volte emetteva quel suono animalesco dalle mascelle tremolante senza rendersene conto, e sto suono mandava in crisi Fabio.
Fabio aveva la fobia degli sbirri e ogni macchina che passava d'avanti casa si affacciava alla finestra, scostando appena la tenda e affacciandosi con un solo occhio diceva:
-nascondi lo speed, cazzo muoviti nascondi tutto-
poi si calmava tornava a sedersi sul divano e tremolante accendeva una sigaretta.
Io era ancora nella prima fase. Ne avevo tirato molto meno di loro
In realtà l'avevano comprata Fabio e vins lo speed, e io con la scusa di avere la stanza libera e qualche birra in frigo mi ero accaparrato qualche riga.
Non sono mai stato un amante dello speed e di tutte quelle schifezze sintetiche, non certo per principio , e che costano molto e poi sono una persona ipersensibile e ste cazzo di droghe chimiche hanno la capacità di farmi uscire fuori tutta la merda che ho dentro.
Ma quando capita l'occasione ci do dentro , con moderazione si intende.
Mi alzo e vado a prendere un'altra birra in frigo.
Quando torno nella stanza la scena e sempre la stessa. Vins mummificato sul letto a emettere strani suoni e Fabio dietro la tenda che impreca .
-To bevi.- dico a Fabio porgendogli la birra.
Comincio a rullare una canna, cosi giusto per farli calmare.
Loro è da stasera che tirano speed , io al posto loro adesso starei correndo per strada e gridando come un pazzo.
La canna li rilassa un po, e la birra ci rinfresca la bocca prosciugata e amara.
Decidiamo di farci le ultime righe rimaste.
Poi forse scenderemo o rimarremo ancora un altro po' a casa , per me non ha nessuna importanza, tra un po' li lascio e me ne vado a scrivere qualcosa .
Ho un'ultima birra che non ho dichiarato, tanto lo speed è finito .
Me ne vado nell'altra stanza , accendo una sigaretta e il computer mentre bevo la mia birra di nascosto, furtivamente.
Sto scrivendo da circa mezz'ora, non mi sono fermato neanche un attimo, solo per bere la birra e accendermi la canna , dalla quale do due boccate al massimo e poi ripongo nel posacenere, lasciandola spegnere. È l'ultima birra, l'ultima canna,gli ultimi attimi di una giornata, e questi fattori mi convincono inconsciamente a scrivere qualcosa che ha a che fare con la fine, certo non è roba allegra , ma continuo a battere sulla tastiera incurante ,senza fermarmi a rileggere, lo farò domani.
Sto quasi per convincermi a mettere la parola fine a quello che sto scrivendo, quando sento Fabio urlare dall'latra stanza.
Penso che deve aver visto qualche altra fantomatica pattuglia e riprendo a scrivere con un ghigno di comprensione. Ma Fabio grida ancora,
il suo grido è diverso. Sembra un grido di sfogo, un urlo di rabbia e insofferenza.
L'urlo continua e mi mette addosso il panico.
Penso- ma tu guardo sto stronzo , se deve fare tutto sto casino a quest'ora-
Mi dirigo verso la stanza , e quando apro la porta lo spettacolo che vedo mi fa scendere tutto lo sballo in un attimo solo: Fabio è seduto su Vincenzo e gli tiene le mani strette al collo.
Vins non si muove, chissà da quando tempo lo stava strozzando.
Vins è bianco , pallido, Fabio e paonazzo in volto, ha gli occhi fuori dall'orbita e continua a gridare:
-Te l'avevo detto di smetterla con quella lagna del cazzo, te l'avevo detto che ci facevi sgamare dagli sbirri, cazzone , te l'avevo detto di smetterla
Non so che fare. Il panico è come una bestia inferocita, è come un cavallo pazzo, e se non sai dominarlo ti fotte .
Sono pietrificato dalla paura
Fabio continua a strozzare Vincenzo , che ormai è morto, continua a gridare e ad imprecare .
-che cazzo stai facendo? , sei impazzito?- gli urlo cercando di fargli mollare la presa.
Ma lui non si accorge nemmeno che esisto, è invasato, è partito, non l'avevo mai visto così.
Corro in cucina , prendo una mazza e cominciò a sbattergliela sulla testa.
Ai primi colpi sembra impassibile, poi comincio a picchiare sempre più forte .
Finalmente molla la presa e stramazza al suolo.
Ma io no riesco a fermarmi ,continuo a picchiare forte sulla testa.
Il sangue mi schizza in faccia , sui muri, sulla televisione, ovunque
Picchio e continuo a gridare-che cazzo ti è preso stronzo?, non ti azzardare piu a fare ste cazzate in casa mia , bastardo figlio di puttana-
Il diavolo che possedeva Fabio ora mi è entrato dentro.
Dopo un po mi fermo. Fabio è a terra. Giace in una pozza di sangue con gli occhi sbarrati.
L'ho ucciso.
Vins è morto , fabio è morto, lo speed è finito, la birra è finita, la televisione continua a sparare minchiate.
Fuori il sole sta per sorgere, faccio lo zaino veloce e scappo via.
Prima di uscire noto un po di speed sul cd.
Preparo un rotolo con 10 euro lo tiro su e penso:"bella serata del cazzo"

UN GIORNO MI RINGRAZIERAI

A dirla tutta non sono ancora sicuro se quel cazzo di barista aveva ragione quella sera.
Davvero , ormai è passato tanto di quel tempo , e sono successe tante di quelle cose , ma non so bene se quello stronzo di un barista aveva ragione o meno quella sera.
E poi si dice che il mestiere del barista , derivante penso dall'antico oste, sia un mestiere, come del resto quello del barbiere, in cui si viene a sapere tutti i cazzi degli altri.
D'altronde quando uno è ubriaco sputtana tutti i cazzi suoi a chiunque, figuriamoci se non lo farebbe a chi in quel momento gli sta regalando un po di sollievo, e gli sta dicendo subdole frasi del tipo :"andiamo non pensarci, forza bevine un altro.
Comunque quella sera le cose andarono cosi.
Ricordo che non disponevo di molti soldi per ubriacarmi, ma nonostante questo il mio umore non era dei peggiori.
Ricordo che il bar quella sera era molto affollato di studenti universitari , tutti con vestiti alternativi e capigliature alternative e tutti a fare a gara a spendere i soldi di papa .Oggi più sono vestiti da pezzenti e piu ci hanno soldi da buttare.
Quelli invece che a tutti i costi vogliono ostentare l'eleganza , quelli sono i veri morti di fame.
Ero in compagnia di un amico, entrambi reduci da una settimana di lavoro, ed entrambi con una voglia di dimenticare le anguste officine e le rumorose fabbriche dove avevamo buttato otto ore al giorno per una settimana
La vista di tutti quei studenti fuori sede, a bere coktail e parlare di politica e di dove si farà la festa stasera, ci faceva venire il voltastomaco.
Ma in fondo non ce ne fotteva piu di tanto.
Un giorno ci saremo presi la nostra rivincita, avremo lasciato la fabbrica e l'officina e ci saremo aperti un bar a santo domingo.Non sapevamo ancora bene come avremmo fatto, ma ci piaceva fantasticare e programmare tutto come se saremmo partiti il giorno dopo .
Ricordo che bevavamo il whiskey piu scadente che c'era, e lo tracannavamo abbastanza in fretta.
Quando passi 40 ore alla settimana a servire qualcuno per una miseria, il venerdi e sera l'alcol diventa un'ottima medicina per dimenticare tutto.
Il barista ci guardava sorridendo.
Forse aveva capito che noi non eravamo studenti fuori sede.
Tra diseredati ci si riconosce subito, forse sarà la puzza.
Dopo non so quanti whiskey, la situazione cominciò a riscaldarsi.
Notai una tipa con la quale, qualche settimana prima, in quello stesso bar, mentre facevamo la fila per prendere da bere, avevo avuto una fugace discussione su cosa studiava e che lavoro facevo, insomma le classiche frasi di circostanza.
La tipa , rigorosamente vestita di stracci, con gli immancabili dreed , e il bancomat pieno, non era tanto male.
I nostri sguardi si incrociarono , e lei mi salutò.
Ma non ebbi il coraggio di avvicinarmi per dirle qualche cazzata.Non ero ancora abbastanza ubriaco, e poi non avevo un rapporto con una ragazza da non so neanche io quanto tempo.
Il lavoro non ti ruba solo le otto ore al giorno, ma ti deruba anche la voglia di vivere, anche la capacità di instaurare rapporti normali. Il lavoro ti succhia lentamente la vita, finchè ti ritrovi in andropausa e in pensione a chiederti che fine ha fatto quel ragazzo di vent' anni pieno di voglia di vivere
Ordinammo un altro giro di whiskey.
Fino a quel momento il barista si era limitato a darci una dose normale, cioè il bicchiere a metà.
Lo bevemmo tutto in un sorso e ne ordinammo subito un altro.
Roberto, il mio amico, cominciò a farsi paonazzo in volto stava per sboccare, corse al bagno e vomitò.
Uscito dal bagno aveva l'aria stravolta, non è mai stato un grande bevitore, ma tra un paio d'anni di lavoro forzato , anche il suo stomaco si sarebbe abituato a quei fine settimana autodistruttivi.
Era inevitabile.
Roberto barcollò verso di me, facendosi spazio tra gli studenti fuori sede, che lo guardavano sghignazzando, e mi disse, con un alito pestilenziale, che andava in macchina a dormire.
-tu resta pure quanto vuoi io sto in macchina.
Ne ordinai un altro.
Questo lo sorseggiai lentamente, i soldi erano quasi finiti, avevo ancora tre o quattro giri a disposizione, poi o mi sarei dovuto dar da fare per scroccarne altri, o avrei dovuto raggiungere Roberto in macchina.
L'ultima possibilità non mi attraeva per niente.
Mentre sorseggiavo il whiskey si avvicinò la tipa di prima.
Era una bella ragazza, si muoveva sensualmente, e parlava difficile.
Dicemmo qualche altra cazzata del tipo come va , ho visto il tuo amico, non sta tanto bene, e cosi via.
Poi qualcuno la chiamò e lei si perse tra la folla degli studenti fuori sede .
Il barista vide la scena.
Ne ordinai un altro.
E cosi lui, il barista, se ne usci con quella fatidica frase che non dimenticherò mai.
Invece del solito mezzo whhiskey scadente, tirò fuori il miglior whiskey che aveva in esposizione, ne riempì un bicchiere pieno fino all'orlo e sorridendo mi disse:
-domani mi ringrazierai.
Andò avanti tutta la sera cosi.
Continuava a riempirmi bicchieroni di ottimo whiskey.
Avevo finito i soldi ma lui non si fermava.
-guarda che non ho piu una lira.
-vai bevi che domani mi ringrazierai- e detto cio fece segno con la testa verso la tipa strizzandomi l'occhio.
Finalmente capii.
Lo stronzo aveva capito tutto.
Aveva capito che per farmi avanti avevo bisogno di carburante, aveva capito che non avevo piu soldi.Non so perche mi volle aiutare, forse volle che ci provassi con la tipa perche in me vedeva lui qualche anno prima.
Non so perche lo fece,quello che sapevo in quel momento e che non potevo deluderlo, e che avevo una gran voglia di scoparmi quella tipa.
Il whiskey cominciava a fare un casino sia nel mio stomaco che nella mia testa.
Io barista continuava a versarmi da bere.
E ogni volta ripeteva la stessa frase, e indicava sempre lei, strizzandomi l'occhio.
-vai !! che domani mi ringrazierai
-grazie , spero solo di ricordarmi di te domani.
Ricordo che mi alzai e mi diressi verso la tipa, che si trovava circondata da i soliti quattro studenti fuori sede, e discutevano di qualcosa tipo la finanziaria del governo e la legge bossi fini.
Mi intromisi bruscamente nella discussione.
Non ricordo bene cosa dissi , comunque parlai per un bel po e tutti pendevano dalle mie labbra.
Intanto il barista mi guardava soddisfatto da dietro il bancone e continuava a farmi l'occhiolino.
Poi i ricordi diventano sempre piu sfocati.
Ricordo che ci baciammo a lungo., Camminammo a lungo, poi il buio totale.
La mattina dopo mi sveglia in una stanza, che non era certo la mia.
Ero solo in questo letto profumato, avevo un gran mal di testa e un alito che sembrava che mi ero leccato un posacenere.
La stanza aveva un tipico arredamento femminile:peluche, poster, e libri su una scrivania.

Alzai il lenzuolo e vidi il mio cazzo rosso.
Non dovevo essere andato poi tanto male.
Avrei voluto chiedere al mio cazzo come era stato, ma di lui mi fidavo, sapevo che si era fatto valere, almeno lui.
Poi entrò lei.Era stupenda col caffe in mano, una vera visione.
Facemmo l'amore un'altro paio di volte, e restammo a letto tutto il giorno.
Mi raccontò quello che avevo combinato la sera prima.
Disse che davanti al bar mentre ci baciavamo, mi sono inginocchiato e ho inziato a gridare che volevo leccarle la fica davanti a tutti.
Si, riconobbi il mio stile da latin lover ubriaco.
Nove mesi dopo laura, partorì due gemelli.
Piu in la ci sposammo, E santo domingo sparì per sempre dalle mie fantasie.
Ora , a distanza di sette anni, sono incastrato per bene in una squallida vita normale, fatta di lavoro in fabbrica televisione e sesso scadente.
Non sono sicuro che lo dovrei ringraziare quello stronzo di un barista. No , non pemso proprio.
Forse quella sera avrei fatto meglio ad andare con Roberto in macchina.
Chissà dove sarei adesso