Patrizia
Caprioli
sono nata a Napoli il 23 luglio del 1972.
Sono diplomata ragioniera e lavoro come operaia specializzata in una
pelletteria che produce prodotti firmati Gucci, vado fiera del mio piccolo
mestiere! Mi sono trasferita nella città di Aprilia da cinque anni, non
è proprio come la mia bella e caotica Napoli ma mi ci sono adattata più
che bene! Scrivo da quando avevo 14 anni ed il mio 'scrivere' si
estrinseca nella sola direzione del racconto breve, forse perché
inconsciamente ho ben impressa l'idea della brevità della vita che va
mangiata in un solo rapido boccone! Carpe diem. Scrivo racconti brevi di
narrativa surrealista, ma non intesi strettamente alla ' Signore degli
anelli', piuttosto alla Isabelle Allende ed alla Gabriel Garcìa Màrquez!
Racconti intrisi di magie semi-serie che aiutano ad saltare a pie pari la
realtà troppo cruda che ci circonda! Ho partecipato a parecchi concorsi
letterari e sono stata pubblicata due volte nelle antologie curate dal
Circolo Culturale Pivot di Castellana Grotte (BA) e… per concludere non
mi resta altro che dirvi: leggetemi. |
Ciro
Mi chiamo Ciro, ho ventuno anni e sono un
ladro napoletano.
Nella mia città è facile trovare un lavoro poco faticoso e molto
fruttuoso. Rubo da quando avevo sette anni . Rubavo con i miei fratelli, con
i miei amici, con i compari e con tutti quelli che conoscevano solo l'arte
di fottere per sopravvivere!
Non era quindi la prima volta che mi trovavo tra le mura di una prigione.
Come adesso.
Un pò mi fa schifo questa vita che faccio, un pò mi ci sono rassegnato. Ca
già fa!
"Quando esco", mi dico, "mi cerco un lavoro onesto in nero e
mi butto nella buona società"! Poi, guardo mio fratello Raffaele che
mi viene a trovare spesso per portarmi le sigarette, ed il suo telefonino
che fa le foto mi fa sognare soldi e comodità che un lavoro non potrebbero
darmi subito!
Subito! Adesso! Mò!
Questo tempo che mi mangia l'anima, mi consuma le ossa del cervello per
cercare l'immortalità nelle belle cose che mi circondano; esso è solo in
cerca del mio corpo per consumarlo, come i vermi della terra.
La terra è il tempo.
Ora, momentaneamente, sto qui in questa cella. In questo carcere sto
imparando ad usare questa testa per pensare. Penso non solo a futuri
progetti di scippi e rapine, ma anche a tutte quelle cose che non so, che
non conosco e che vorrei sapere, a tutto ciò che si può trovare al di
fuori dei quattro palazzi che formano il mio quartiere1
Solo adesso posso pensarci, perché appena esco, io già lo so, mò sento,
che la vita incomincerà a mangiarmi i calcagli per impormi di correre e
correre, altrimenti i poliziotti, é guardie, mi prenderanno ancora per
sbattermi in galera!
Sto mettendo tutte le mie verità, e tutte le mie bugie, su quattro fogli di
un quaderno stracciato il cui titolo è dedicato ad una ragazza, Carmela,
che non rivedrò più! Ha scoperto quello che facevo, ed i suoi genitori,
gente bene di una Napoli Malata di Tristezza, l'hanno mandata a studiare a
Londra.
Bravi. Tra cinque anni tornerà bucata nella pelle, e non solo da centinaia
di piercing! Stò facendo il bravo guaglione, qui in carcere. Penso tanto.
A volte non capisco dove vanno a cadere questi miei pensieri ed il vuoto in
cui va la mia testa mi fa paura!
Oggi, al braccio 25 del nostro padiglione è arrivato uno: un tipo grasso e
molle!Gli amici dicono che ha stuprato e seviziato una bambina di due anni!
E' in isolamento. Hanno paura che noi compagni gli facciamo la pelle. Tanto,
prima o poi, saranno le stesse guardie carceriere a darcelo, perché gli fa
schifo prima a loro avere certa gente nel loro carcere!
Che cosa è il carcere! E' una gabbia dove cerchi di cantare per rabbia e
per malinconia, e non ci riesci.
Esiste l'onestà, esiste un codice d'onore qui dentro? Si, esiste. Il
carcere è come una piccola società! Ci sono micro-equilibri che non
possono, non devono essere spezzati.
Tra le guardie e noi c'e' rispetto, quello vero non quello che ti danno
fuori!
Loro sanno che siamo in trappola, non possiamo aprire una porta sbatterla e
scappare via, e quindi, rispettano quel poco d'aria onorabile che ci
circonda.
Con tutte le stronzate che mi passano per la testa oggi, 29 febbraio 2004,
ve ne una sola che mi perseguita: voglio uccidere Fabio, il mostro di V. che
ha ucciso la piccola Sara!
Vive qui dentro da circa tre mesi! Vive. Non posso credere che quest'uomo
viva.
Respira, mangia, beve ed un piccolo essere umano viene consumato dalla terra
in una squallida tomba in mezzo ad un immenso cimitero. L'immensità del
terreno che circonda la sua micro-bara non riesce a racchiudere tutto il
dolore per quel piccolo corpo straziato!
Io non sono più tanto ignorante. Ho fatto fino alla terza media, anche se
continuavo a rubare e truffare con i miei compagni di scuola!
C'è stata una donna, diciamo che all'epoca era una ragazzina, di cui io ero
innamorato, ma da duro nel senso che non glielo facevo capire. E' stata lei,
anche senza saperlo, che mi ha insegnato a scrivere. Voleva diventare una
scrittrice e scriveva tanto, io da vero stronzo, un giorno le rubai lo
zainetto e dentro vi trovai il suo diario, dove parlava anche di me: diceva
che ero " fresco ", bello, ma troppo ignorante! La odiai, ma
incominciai a prendere la penna in mano per sfida, e da allora quando mi
capita di trascorrere un pò di tempo libero in galera, scelgo questa specie
di gioco per sfogare tutto il dolore per questa mia vita sbagliata.
Ed oggi, insieme alla voglia di scrivere è arrivata anche la voglia di
uccidere!
Non ho mai ammazzato nessuno, ma quando vivi nella malavita prima o poi un
morto ti scappa! Voglio eliminare un uomo di merda dalla faccia della Terra!
Perché? Ma perché questa bestia deve vivere? Anche se resterà sempre in
galera, anche se lo condanneranno per infermità mentale, anche se un giorno
lui rivedrà il mare che sbatte contro gli scogli, anche se nessuno quando
sarà fuori lo ammazzerà come un cane, io voglio rimediare!
Perché deve respirare, deve introdurre aria pulita in quel corpo fetido,
puzzolente di mostro schifoso? Perché?
Ci sono tanti miei compagni di cella che la pensano come me, e ci stiamo
organizzando. Io figli non ne tengo, ma guardo chi ce li ha tutti hanno
negli occhi uno sguardo di rabbia feroce di non-perdono che non ritorna! A
noi da fastidio la sua presenza fisica, non la possiamo sopportare!
...
Oggi, 29 marzo2004, è stato trovato morto
impiccato un uomo nella sua cella!
Oggi le guardie hanno detto che si è suicidato per il rimorso.
Non si è indagato oltre.
Oggi si vede scritto sul muro della sua cella: "Era ora"!!!, e
nessuno ha ancora cancellato tutto questo!
Oggi mi sento un uomo, anche se ho tolto la vita ad un altro uomo. |