Andrea
Minuti
mi chiamo andrea
e ho diciassette anni. a tratti mutilato negli arti. |
raccontami ancora un pò del sonno che ci manca. chissà da
quanto ce ne siamo accorti, chissà da quanto non ci siamo più.
In uno stagno parallelo, affogherei, in traduzioni simultanee di gorgoglii
e spasmi allucinati. poi le bolle, la neve, il fuoco che rovina dai polmoni.
e cade, cade sempre in basso. verso il basso. verso il basso, me ne andrò.
fino a stare male e a non sentirmi più. ecco. tocco il fondo. striscerò.
fino a perdermi nel blu, di passaggio. raccontami ancora delle urla mute che abbiamo mangiato. chissà che sapore, senza quel sangue. immerse anche loro parlavano in lingue di deboli venti. mi perderei. ma la corsa dei ventri? le carcasse dei mèmbri? le iene incinte di grasso animale? raccontami un segno sul muro del pianto. racconta di come la gola rideva di noi. di come adesso è sgozzata. racconta dell'est che si piega alle borchie del freddo. e rendimi ancora un pò più vorace nel sonno. ancora più sveglio, con gli occhi forati dal tempo. |