Non solo Noir di pura immaginazione alla decima edizione del Noir In Festival, ma Noir di viva realtà, di verità ancora misteriose che percorrono la storia dItalia di questi ultimi 50 anni. Ustica, piazza Fontana, la stazione di Bologna, Aldo Moro, sono stati i grandi misteri italiani sui quali hanno cercato di fare chiarezza eminenti rappresentanti della politica, della giustizia e della stampa italiana, durante il convegno I Fantasmi del Passato tenuto al Centro Congressi la mattina di sabato 9 dicembre. Non solo Noir di pura invenzione dunque a questo Festival, ma anche limpegno dei giallisti italiani nel ricercare una risposta ai tanti misteri della nostra realtà storica. Perché "se ci piace che le ultime pagine dei nostri romanzi mantengano un finale aperto, per la nostra Storia vogliamo invece risposte chiare" afferma Carlo Lucarelli. O come aggiunge Sandro Ossola "non voglio morire senza sapere". Naturalmente anche tanto Noir di pura fantasia e apoteosi dellimmaginazione. Grande ritorno sugli schermi cinematografici e grande presenza di Dario Argento con il suo ultimo film Non ho sonno (http://www.nonhosonno.it). È stata per me unemozione davvero grande vederlo, parlargli e chiedergli un autografo siglato a lato del mio articolo sul thriller erotico che apre il nuovo numero di M-Rivista del Mistero (ed. Addictions presso le Libreria Feltrinelli). E con M-Rivista del Mistero ho partecipato alla presentazione dellantologia e della mostra dedicata a Carlo Jacono, ideata e condotta da Andrea Carlo Cappi, rivelazione istrionica di questo Festival (http://web.tiscalinet.it/cappi/). Guardate su http://www.mondonoir.it/ per godere on line di questa splendida galleria. È chiaro che i libri, i film e gli artisti protagonisti di questo Noir In Festival da ricordare sono tanti: mi limiterò a citare quelli che più mi sono rimasti in mente. Innanzitutto Giorgio Gosetti, il fondatore e creatore del Festival e perfetto padrone di casa; Petros Markaris autore di Ultime della Notte (ed. Bompiani), specchio della doppia immagine della città di Atene; René Fregni con la sua La città delloblio (ed. Meridiano Zero), che evidenzia il grande valore della cultura nellambiente carcerario; i protagonisti di Lupo Mannaro film tratto dallomonimo romanzo di Carlo Lucarelli; Andrea G. Pinketts, lincontrastato John Wayne del giallo italiano e nostra guida notturna fra i pub di Courmayeur. In uno degli intervalli rubati al succedersi di ospiti internazionali, non ho saputo resistere alla tentazione della neve e sono saltata sulla funivia per Plan Checrouit per una full immersion nel bianco. Come chiusa di questo mio breve reportage non può certo mancare la ricetta del famoso Caffè Valdostano che laccalorato Giovanni mi ha raccontato con caratteristico accento montano al pub Le Privé. Il numero di caffè e di grappe devono corrispondere agli invitati: aggiungete cognac o meglio genepì (liquore a base dellerba che cresce sulle cime più impervie delle Alpi), molto zucchero e parecchie scorze di arancia (chiodi di garofano, cannella e punch allarancia sono facoltativi). Versate il tutto, bollente, nella coppa dellamicizia, caratteristico recipiente di legno con beccucci, più basso e panciuto dellautentica grolla, parola derivante da "graal" che in lingua doïl significa calice. Fin dal medioevo nelle case contadine si offriva una grolla di vino agli ospiti; è perciò simbolo di amicizia e va rigorosamente gustata tutti quanti in cerchio. A votre santé! |
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