BURT "Sono ancora una via di mezzo tra pazzo e cadavere" "-
non è meglio di un
mucchio di chiacchiere da parte di testimoni, la prova di uno strumento affidabile? -. -
Dimenticate - osservò il compagno - che lo strumento affidabile deve essere sempre fatto
funzionare da uno strumento inaffidabile-. - Cosa volete dire? - chiese l'investigatore. -
Voglio dire l'Uomo - disse padre Brown - ossia la macchina più inaffidabile che conosca
-" "In un'indagine come quella in
cui siamo impegnati, non bisogna tanto chiedersi 'che cosa è successo' bensì piuttosto
'che cosa è successo che non è mai successo prima'. Infatti, la facilità con cui
perverrò, o sono già pervenuto, alla soluzione del mistero, è direttamente
proporzionale alla sua apparente insolubilità agli occhi della polizia. Lo fissai
ammutolito dallo stupore." Stessa violenza parossistica, i vestiti laceri, il viso maciullato
Alle sette di mattina, su quella montagnola erbosa bianca di brina a meno di duecento metri dal Casello di Dalmine, faceva un freddo ghiacciato e pungente. Al Commissario Capo Giovanni Colonna quel freddo, che tagliava il viso e le mani, facendogli rimpiangere di non aver portato con sé sciarpa e guanti, ricordava i tempi in cui frequentava la Cattolica a Milano, e tutte le sante mattine d'inverno a quell'ora era già in viaggio sull'Autostradale pieno di spifferi, stretto nel paltò col bavero rialzato e le mani in tasca, proprio come adesso. Il mitico autobus del suo pendolarismo studentesco non gli era venuto in mente a caso: da quel punto leggermente rialzato, volgendosi, a metà della deviazione asfaltata accanto alla corsia di marcia, la si poteva vedere la fermata dell'Autostradale, con la sua disadorna pensilina deserta nella luce grigia di quel giovedì di dicembre. Eh, belli i tempi universitari, anche se andare e venire ogni giorno dalla casetta paterna sul lago di Endine alla grande metropoli lombarda era una sfacchinata tremenda...Gli aveva fruttato, era vero, la laurea e una brillante carriera nella polizia, ma c'erano momenti in cui si chiedeva se quel titolo di dottore in legge non sarebbe stato meglio sfruttarlo in altro modo, facendo il giudice, l'avvocato, qualsiasi accidente di altro mestiere, insomma, pur di risparmiarsi certe scene strazianti. Quella che lui e la solita folla confusionaria che accorre sul luogo di un delitto avevano davanti agli occhi era una delle peggiori che ricordasse, a pari merito ahimè con l'altra di otto giorni prima nel parco Suardi. Stessa violenza parossistica, i vestiti laceri, il viso della giovane ragazza maciullato a colpi di pugnale, e quell'oscena posizione a cosce spalancate, come a rimarcare, con disprezzo, l'avvenuto stupro. E poi l'assurdo biglietto appuntato con una spilla da balia sul maglione fradicio di sangue. L'Ispettore Capo Santo Caramella, responsabile della Sezione Omicidi della Squadra Mobile, accorso sul posto prima di Colonna, si staccò dal crocchio che circondava il corpo della vittima e venne verso di lui. Il collega, per aver preso parte al sopralluogo nel parco Suardi, sarebbe dovuto essere preparato a quello scempio, invece mostrava una faccia più sconvolta di allora. Una reazione insolita, in un poliziotto incallito come lui, che Colonna ricordava di aver visto rimanere impassibile di fronte a macelli ben più truculenti. Ma il commissario sapeva fin troppo bene che dietro c'era una preoccupazione egoistica: Caramella era padre apprensivo e possessivo di una leggiadra e spensierata ragazza della stessa età della vittima Colonna, vista la tenera età di Caterina, la deliziosa miniatura di donna che lo faceva puntualmente illanguidire quando al ritorno a casa gli correva incontro a braccia aperte al grido argentino "Ciao papi !", per il momento poteva stare tranquillo. Per modo di dire, ché se c'era una categoria che in quegli ultimi tempi pareva aver incrementato in modo esponenziale la propria attività erano i pedofili... - Un altro massacro...- commentò sinceramente affranto Caramella. In altre circostanze la quasi leggendaria indole beffarda del commissario sarebbe scattata inesorabile a irridere l'inutile ovvietà di quella considerazione, invece Colonna la sottolineò con un pensieroso: - Già- Poi, tentando di dissipare il poco professionale momento di sconforto in cui entrambi erano caduti, provò ad aggiungere: - C'è qualche elemento che permette di identificare la vittima? - Caramella annuì. - La borsa della ragazza, quella che è stata ritrovata a qualche metro dal cadavere, conteneva, assieme ad alcuni libri, anche un libretto universitario rilasciato dalla facoltà di Giurispudenza della Statale di Milano...Marta Finazzi, si chiamava la poverina. Abitava proprio qui a Dalmine... - Colonna fu quasi colpito di più dalla coincidenza personale (quella sventurata stava frequentando, una quindicina di anni dopo, da pendolare come lui, il suo stesso corso di laurea ! ) che da quella investigativa: anche la precedente vittima era una studentessa universitaria, iscritta alla Facoltà di Lingue dell'ateneo di Bergamo. Il legame non era di certo sfuggito neppure a Caramella ma Colonna, invece di soffermarvisi, si trovò a chiedere, rimestando il coltello nella piaga: - La famiglia è stata avvertita? - L'ispettore annuì di nuovo, con una smorfia dispiaciuta. - Purtroppo se l'aspettavano: questa notte avevano denunciato ai carabinieri di Dalmine la scomparsa della ragazza...- - Ah...- fece Colonna, rimanendo in silenzio. L'idea della lunga, angosciosa attesa dei genitori della giovane, crudelmente sfociata nella tragedia, gli era quasi più intollerabile dell'immagine raccapricciante del cadavere. Dovevano fare proprio una bella coppia, lui e Caramella, l'uno accanto all'altro, in disparte, con un annichilita aria da funerale...Soprattutto Caramella, con quel suo fisico massiccio e muscoloso, così poco intonato all'espressione malinconica e smarrita del faccione quadrato. Balle: a farci la peggior figura era lui, il disincantato e scherzoso dottor Colonna, quello che sdrammatizzava ogni situazione col suo umorismo un po' cinico... Per un attimo, fu sul punto di piantare in asso tutti, magistrato medico legale agenti della scientifica ecc ecc. Alla malora! Visto che sembravano così insensibilmente indaffarati a completarla, che la proseguissero da soli l'ispezione del cadavere e della scena del delitto! Invece riuscì a dominarsi, e chiese: -Scomparsa in che senso? -. - Be, aveva trascorso la giornata a Milano, a studiare a casa di un'amica, e sarebbe dovuta tornare in autobus prima di mezzanotte...All'una e mezzo i genitori, preoccupati, hanno telefonato a casa di un'altra ragazza di Bergamo, una compagna di studi, che era andata a Milano insieme alla figlia...-Caramella lasciò in sospeso il discorso, come se non trovasse il coraggio di comunicare un'altra brutta notizia. - E allora? Cos'è successo a questa seconda giovane? - lo sollecitò Colonna, allarmato. - Oh, nulla, per fortuna. E' regolarmente rientrata verso mezzanotte e mezza. A quanto pare, è scesa con l'amica alla fermata di Dalmine, e l'ha accompagnata per un tratto, fino all'uscita del Casello- - Ah sì? - Colonna era incuriosito. - Così mi hanno detto i carabinieri nel breve colloquio che ho avuto con loro...A proposito - divagò di colpo, attratto da un signore molto grasso, pallido e spaesato, immobile accanto a due agenti che sorvegliavano a distanza le operazioni intorno al cadavere. - Quello possiamo lasciarlo andare, vero? - Era l'uomo che un'ora prima, viaggiando sul vicino cavalcavia a bordo del suo furgoncino, aveva avuto la triste sorte d'essere il primo ad avvistare, sulla collinetta dove ora si trovavano, quel cadavere così orrendamente e oscenamente martoriato. - Be, direi di sì - fece Colonna. - L'ha già interrogato lei, no?- Caramella annuì. - E' il titolare di un negozio di frutta e verdura nel centro di Bergamo. Era in giro per lavoro. Una brava persona. - precisò, quasi a prevenire che il commissario si lasciasse fuorviare dal luogo comune investigativo che invitava a diffidare degli scopritori dei cadaveri - Appena ha visto il corpo ha inchiodato così violentemente che al furgone sono slittate le gomme sull'asfalto ghiacciato e per poco non volava fuori strada...Ha chiamato subito la Questura di Bergamo con il cellulare, ed è rimasto diligentemente in attesa che arrivasse la prima pattuglia. Poveretto: ha una figlia di 15 anni, e questo ha reso più crudo lo shock...- - Fruttivendolo, fra i quaranta e i cinquanta, padre di unadolescente...Un profilo criminologicamente perfetto, per un serial killer di giovani fanciulle...- celiò con irriverenza Colonna, che cominciava a riprendersi dal suo, di shock. Caramella, invece, a giudicare dall'aria fra il disgustato e il risentito con cui aveva accolto la battuta, decisamente non ancora. - Su', si svegli - provò a scuoterlo Colonna - Oggi non è mica il giorno della definitiva vittoria del male! Il mondo va avanti. Soprattutto deve andare avanti l'indagine...- Lo prese amichevolmente sottobraccio e lo costrinse a fare qualche passo, allontanandosi dal crocchio che attorniava il cadavere. - Mi spieghi un po' meglio il fatto dell'amica. Abita a Bergamo, mi ha detto. E allora come mai è scesa a Dalmine per accompagnare la vittima all'uscita del casello? - - Ecco, questo è un altro dettaglio impressionante. La povera Finazzi era terrorizzata dall'idea di essere aggredita da un maniaco, ieri sera...- - Come? - - Sì: si sentiva in pericolo ed ha chiesto all'amica di scendere con lei a Dalmine per non rimanere sola...- - Premonizione o che cosa? - - Perché non parla direttamente con la ragazza, così si fa raccontare bene com'è andata? Ho il numero di telefono, e l'ho invitata a rimanere in attesa di eventuali richieste di chiarimenti...- &&&&& La voce della signorina Francesca Arioli, così si chiamava la compagna di viaggio della sventurata Finazzi, era profonda e un po roca, una di quelle voci femminili con una intrigante sfumatura grave che Colonna, in una circostanza meno luttuosa, non avrebbe esitato a definire perfetta per una hot-line. Il Commissario stava ad ascoltarla in silenzio, tenendo il ricevitore del telefonino incollato all'orecchio. Caramella, di fronte a lui, cercava di distogliere l'attenzione dalle macabre operazioni che continuavano a svolgersi sullo sfondo sforzandosi di indovinare dalla sua mimica cosa stava dicendogli la ragazza. -... era convinta che il controllore dell'autobus fosse un tipo losco. Marta è sempre stata piuttosto apprensiva e paurosa, ma ieri notte ha superato ogni limite, andando letteralmente in marasma... Una certa agitazione la si poteva anche capire, visto che eravamo le uniche passeggere e a quell'ora, senza la luna e col cielo interamente coperto di nubi, l'autobus viaggiava nell'oscurità totale, ma di qui a cadere in una crisi isterica...L'ho anche rimproverata, non lo nego, diciamo pure che abbiamo avuto un vivace battibecco, ma chi poteva immaginare...- - Mi parli di questo controllore. Che tipo era? - - Un tipo assolutamente normale, almeno così è parso a me...Ad innescare l'apprensione di Marta è stato semplicemente il fatto che l'uomo, invece di venirci a chiedere di mostrare i biglietti, è avanzato lungo il corridoio senza una parola, puntandoci gli occhi addosso, e poi è andato sistemarsi negli ultimi sedili, vicino al portello di uscita...- - In effetti, sembra un modo di fare piuttosto equivoco...- - Si vede che lei non ha mai viaggiato in uno di quegli autobus! - esclamò la ragazza. La clamorosa gaffe strappò a Colonna un sorrisetto furbo, che sconcertò alquanto Caramella. - Questi controllori sono una razza strafottente: a volte sono bruschi e aggressivi, a volte non ti guardano nemmeno, come se fossi un bagaglio. E a volte, appunto, se sei una ragazza carina, si sentono autorizzati a fare i pappagalli...- -Va bene, ho capito... - tagliò corto Colonna, che avrebbe avuto una voglia matta, ma purtroppo non era il momento, di burlarsi della giovane facendole descrivere i disagi del pendolarismo su autostradale- - Mi racconti che cosa è successo quando siete scese alla fermata di Dalmine.- -Be', ho un po' di rimorso a confessarlo, ma ero incavolata a morte con Marta per avermi costretto ad assecondare le sue assurde fissazioni...Invece, il fatto che il controllore non si fosse nemmeno sognato di seguirci non l'aveva minimamente tranquillizzata, e continuava a non sentirsela di rimanere da sola...Cosi', malgrado gliene abbia dette di tutti i colori, mi ha tanto supplicato di accompagnarla almeno per un tratto che ho finito per cedere...- A questo punto la voce della Arioli si incrino' -Dio Mio, se avessi saputo! Non mi perdonero' mai di averla piantata in asso all'uscita del casello, ma ero troppo esasperata da quelle che allora mi sembravano solo ingiustificate e infantili fobie - Colonna, avendo ormai imparato a conoscere la ferocia del serial killer, pensava che si fosse salvata la vita, ma per tatto evitò di dirglielo, limitandosi ad invitarla a non farsi sensi di colpa perché "certe cose non siamo noi a deciderle, ma il destino".-Un'ultima cosa aggiunse - per caso i timori della sua amica avevano qualche legame col delitto del Parco Suardi?- - In che senso, scusi? - La Arioli sembrava spaventata. Colonna si morse un labbro: proprio un genio era stato, a mettere subito in circolo un simile devastante motivo di angoscia collettiva... - No, volevo dire che, magari, la sua amica poteva essere rimasta suggestionata dall'omicidio di otto giorni fa...- tentò di rimediare, accorgendosi subito di aver peggiorato le cose. Per non fare altri danni, chiuse la conversazione con uno sbrigativo saluto. Di fronte a lui, Caramella aveva un'aria crucciata. Colonna la interpretò come un rimprovero e, alzando le spalle, si giustificò dicendo: - Tanto, nei prossimi giorni, non si parlerà che del sanguinario "mostro di Bergamo"...- Ma Caramella stava pensando ad altro. Il biglietto - disse- ci stiamo dimenticando del biglietto...- - Eh? - Colonna sulle prime non capiva. Per afferrare il messaggio gli bastò scorgere con la coda dell'occhio i due infermieri che stavano inerpicandosi a fatica su per la montagnola reggendo a braccia un oblungo contenitore metallico per cadaveri. Intorno al corpo della ragazza cominciava ad esserci troppa gente. I due solerti infermieri, giunti dagli Ospedali Riuniti sul furgone per il trasporto della salma, stavano per aggiungersi a due medici legali, cinque agenti ordinari, quattro agenti della scientifica, oltre al Sostituto Procuratore Flavio Senzali. In più, sino a qualche minuto prima aveva bazzicato da quelle parti anche l'affranto fruttivendolo. Decisamente troppa gente. Colonna scattò verso il punto dell'orrendo scempio, superando, nella foga, la profonda ripugnanza che continuava a suscitargli. - Fermi! - ordinò perentorio, facendo volgere tutti di scatto. Anche gli infermieri arrancanti si fermarono a guardarlo. In un attimo si fece strada in mezzo ai volti stupiti di sanitari e poliziotti, fu sopra il petto maciullato della povera Finazzi,si chinò ad osservarlo, ancora senza rendersi conto di come potesse farcela a sopportare così da vicino quella vista. Si rialzò di colpo e -Il biglietto! Dove cazzo è il biglietto? - interpellò istericamente i presenti. Il dottor Prandi, l'ispettore della scientifica, fu il primo a riaversi dallo stupore. - Quello? L'abbiamo già prelevato e imbustato...- disse, indicando un borsone lì vicino. - Ah!- Colonna tirò un sospiro di sollievo. Solo allora, di fronte all'imbarazzo generale, si accorse di quanto fosse stato eccessivo il suo gesto. La verità era che, per quanto tentasse di darsi un contegno, la scoperta di quel secondo delitto insensato e follemente cruento aveva minato il suo autocontrollo. Ma nessuno poteva sfuggire ad un contraccolpo del genere guardando con occhi pietosi la brutale serie di squarci che sfiguravano il viso e il seno della Finazzi. &&&&& - Commissario, mi vuol spiegare tutta quell'agitazione?- lo interpellò l'inamidato Senzali. Non che Colonna sperasse di sfuggire ad un chiarimento con il Sostituto Procuratore, uomo controllatissimo e maniaco della forma. Tuttavia limpacciato silenzio con cui reagì alla domanda accrebbe la già palpabile irritazione di Senzali. -Allora? - - No, è che...-iniziò, chiedendo codardamente aiuto con lo sguardo a Caramella, che non glielo fece mancare. - Il Commissario - spiegò l'ispettore - si preoccupava che il biglietto non fosse visto da troppe persone. Una cautela più che giustificata dal momento che, in occasione del delitto Suardi, si è deciso di non divulgare lesistenza di questo importante dettaglio...- Nell'ascoltare quella giustificazione, Colonna ne realizzò ancor di più l'inconsistenza. La gente che si trovava sul luogo dell'omicidio era tutta più che fidata, a parte forse gli infermieri, che però quando lui era partito in quarta in quel modo clamoroso erano ancora lontani dal cadavere. Inoltre, realisticamente, il biglietto, rimasto esposto alle intemperie per tutta la notte, era troppo in cattive condizioni perché qualcuno potesse riuscire a leggerlo. - Non credevo che fossimo circondati da subdole spie... - osservò con gelido sarcasmo Senzali. Colonna, consapevole di essersela meritata, rimase in silenzio. Anche Caramella tacque, cosicché il Sostituto Procuratore poté completare il composto ma non per questo meno pungente rimprovero con un: - La prossima volta la prego di informarmi, prima di prendere teatrali iniziative controspionistiche...- Di nuovo Colonna fu costretto a incassare. Una defaillance che, come spesso gli accadeva, riuscì prontamente a superare con l'ironia. Del resto, era proprio con quell'arma che sapeva di essersi guadagnato, nei loro precedenti incontri, la simpatia e fors'anche la stima dell'altero Senzali. - Certo...Il fatto è che questa volta, le mi capisce vero?, è stato soprattutto l'innato senso del pudore a prendermi la mano...Non gliel'ho mai detto che la mia massima aspirazione è passare alla Buon Costume?- Senzali si volse a guardarlo perplesso. Poi, capì che si riferiva al contenuto del biglietto tenuto nascosto all'opinione pubblica, e non poté trattenersi da un sorriso. Già, conoscendo Colonna, disinvolto e spregiudicato uomo di mondo quant'altri mai, pensare che le sue azioni potessero essere ispirate da scrupoli puritani era decisamente divertente.
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aggiornamento giugno 2000 |