Il sole è ancora alto
sugli altipiani
Io ci sarò.
Ramingo, tra sterpi
polverosi
e passi radenti che non
hanno ritmo di
presenza.
Io sarò lì
a contare tutti i passi
inutili.
Ma l'uomo vince la
morte.
Io ci sarò
a vincere il ronzio
delle mosche negli
occhi.
Quando gli urli
incapaci
resteranno muti
nell'acipelago azzurro
degli inganni.
Lì, seduto sulla
cenere azzurra,
io ascolterò il corvo
parlarmi di cose
lontane.
Il sole è ancora alto
sugli altipiani.
Amico
Amico,
non c'è
eco di chiodi
sul ghiaccio
stemprato,
dopo un tramonto
di rami ingobbiti
sui dirupi.
Il tuo sorriso
resta
nel sospiro azzurro
del tempo.
Notturno n°1
Ti prego:
dipingi questo dolore
che frantuma l'attesa.
Non ho scampo.
Non c'è quiete
nel grano maturo,
le mie lacrime non
svelano
il mio viso:
io non mi conosco.
Ti prego:
abbi pietà del mio
correre
su lapidi storte.
Domine quo vadis?
Dipingimi il grido del vento
Eco di fiato dal sapore
di nebbia.
Sto sull'abisso senza
pareti
e ti chiedo uno
scampolo
di mani trafitte dai
sorrisi.
Dipingimi il grido del
vento
nell'ombra assurda di
una foglia
nel fango.
Fuggo i lamenti
dell'ignoto,
dimentico gli occhi di
deserto
che conobbero urla di
ghigni.
Riposo.
Il cielo è lontano.
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