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Enzo Schiavi


Il sole è ancora alto
sugli altipiani

Io ci sarò.

Ramingo, tra sterpi polverosi

e passi radenti che non

hanno ritmo di presenza.

Io sarò lì

a contare tutti i passi inutili.

 

Ma l'uomo vince la morte.

 

Io ci sarò

a vincere il ronzio

delle mosche negli occhi.

Quando gli urli incapaci

resteranno muti

nell'acipelago azzurro

degli inganni.

 

Lì, seduto sulla cenere azzurra,

io ascolterò il corvo

parlarmi di cose lontane.

 

Il sole è ancora alto sugli altipiani.

 

Amico

Amico,

non c'è

eco di chiodi

sul ghiaccio

stemprato,

dopo un tramonto

di rami ingobbiti

sui dirupi.

 

Il tuo sorriso

resta

nel sospiro azzurro

del tempo.

 

Notturno n°1

Ti prego:

dipingi questo dolore

che frantuma l'attesa.

Non ho scampo.

Non c'è quiete

nel grano maturo,

le mie lacrime non svelano

il mio viso:

io non mi conosco.

 

Ti prego:

abbi pietà del mio correre

su lapidi storte.

 

Domine quo vadis?

 

Dipingimi il grido del vento

Eco di fiato dal sapore di nebbia.

 

Sto sull'abisso senza pareti

e ti chiedo uno scampolo

di mani trafitte dai sorrisi.

Dipingimi il grido del vento

nell'ombra assurda di una foglia

nel fango.

 

Fuggo i lamenti dell'ignoto,

dimentico gli occhi di deserto

che conobbero urla di ghigni.

Riposo.

 

Il cielo è lontano.

 


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