Al Castello di
Bellver La sera dopo, 11 agosto, a bordo della mia infaticabile Panda, vagavo per un'ora alla ricerca della strada per il Castello di Bellver: L'avevo gią visitato di giorno, salendo la scalinata lungo la collina, ma sapevo che ci si poteva arrivare anche in auto. Peccato che i cartelli indicatori siano di un rosa completamente stinto e risultino quasi illeggibili. Quello che indica la svolta decisiva in calle Camilo Josč Cela č praticamente invisibile. Solo dopo aver chiesto informazioni a una passante riuscivo a imboccare finalmente la strada giusta, seguita da un'altra Panda con a bordo una coppia di francesi, anche loro alla disperata ricerca del castello. Eretto nel XIV secolo, all'esterno il Castello di Bellver: appare come una severa costruzione a pianta circolare, con tre torri incorporate nelle mura e una quarta, la Torre de l'Homenatge, collegata al resto del castello da un sottile ponte di pietra con arco a sesto acuto. Quella sera, nel caratteristico cortile circolare del castello, circondato da due piani di portici in stile gotico, si sarebbe esibita la compagnia di flamenco di Rafael Amargo, un giovane ballerino che si propone come rivale dell'ormai arcinoto Joaquin Cortez. Lo spettacolo, interamente coreografato dal titolare della compagnia, si intitolava Amargo e vedeva accanto al divo, come prima ballerina, la ventisettenne Rafaela Carrasco. Avevo letto su un giornale locale che Amargo era molto contento di potersi esibire a Bellver, anche se aveva avuto problemi con i costumi: le valigie coi vestiti di scena erano andate perdute all'aeroporto. "Ma nella danza l'importante č il movimento" diceva Amargo nell'intervista "e per dimostrare la mia arte potrei ballare anche nudo." Interessante biglietto da visita. Appena varcata la soglia del castello, ho sentito in lontananza la musica di un tiento. La compagnia stava facendo le prove. Camminando sulle mura, ho seguito la musica e ho raggiunto la porta che dą accesso al cortile. Erano le nove, mancava un'ora e mezza all'inizio dello spettacolo e probabilmente il custode mi aveva scambiato per una "addetta ai lavori", fatto sta che sono riuscita a passare e mi sono messa in prima fila a seguire le prove. Sul palcoscenico Amargo, con indosso una maglietta grigia e un paio di pantaloni aderenti color vinaccia, era di spalle e stava dando istruzioni alla compagnia. Ebbi l'immediata sensazione di avere gią sentito quella voce. E quando Amargo si č voltato...
Amargo ! . . . . continua
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